ABBIAMO UCCISO LA GRECIA MA L’ABBIAMO “SALVATA” - DOPO OLTRE 12 ANNI, TERMINERÀ IL 20 AGOSTO LA “SORVEGLIANZA RAFFORZATA” DELLE AUTORITÀ EUROPEE SU ATENE (CHE ORA HA LO STESSO SPREAD ITALIANO) - UNO STUDIO DELLA FEDERAL RESERVE CI DEVE FAR TREMARE: LA CONCLUSIONE E’ CHE IL MODO MIGLIORE PER TENERE IN PIEDI L’EURO E’ PROCEDERE CON “SALVATAGGI” IN STILE GRECIA, CON PURGONI DI AUSTERITY - IL RISANAMENTO DI BILANCIO MOLTO BRUSCO CAUSO’ UNA RECESSIONE CON IL 28% DI DISOCCUPATI...

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il premier greco kyriakos mitsotakis 4 il premier greco kyriakos mitsotakis 4

Stefano Lepri per www.lastampa.it

 

Il caso greco è chiuso. Dopo oltre 12 anni dallo scoppio della crisi che più ha invelenito gli europei gli uni contro gli altri, terminerà il 20 agosto la «sorveglianza rafforzata» delle autorità europee sulla Grecia. E uno studio dall'America ci dice, inaspettatamente, che alla fine la soluzione è convenuta a tutti, nordici rigoristi e meridionali indulgenti.

 

Kyriakos Mitsotakis Mario Draghi Kyriakos Mitsotakis Mario Draghi

Alla Germania mandare la Grecia in fallimento avrebbe addossato, come Angela Merkel seppe capire, un costo superiore. Da parte loro, i greci si devono rendere conto che ai pesanti sacrifici da loro sopportati ha corrisposto un soccorso imponente dagli altri Paesi dell’area euro, molte volte superiore a quello offerto agli altri Paesi in crisi, Irlanda, Portogallo, Cipro.

 

Ad Atene, un cerchio si chiude: il primo ministro che si onora dell’annuncio, Kyriàkos Mitsotakis, appartiene allo stesso partito di centro-destra, Nuova Democrazia, che al governo nel 2009 spinse il Paese sull’orlo del baratro con spese pazze, nel tentativo fallito di non perdere le elezioni. Dopo i continui rovesciamenti negli anni della crisi, la politica greca pare stabilizzata. Tre anni dopo il voto, Mitsotakis pur avendo ridotto il deficit pubblico mantiene lo stesso livello di consenso; una decina di punti sotto resta la principale forza di opposizione, Sýriza, guidata da Alexis Tsipras.

MERKEL TSIPRAS MYKONOS MERKEL TSIPRAS MYKONOS

 

«Grazie ai sacrifici e alla capacità di recupero del suo popolo, il futuro della Grecia nel cuore della nostra Unione è assicurato» ha twittato il commissario europeo agli Affari monetari, Paolo Gentiloni. Di rancori ne rimangono; ma ci sono le condizioni perché la solidarietà tra le nazioni dell’euro torni a prevalere. In Germania si è attenuato il ricordo delle esagerazioni demagogiche sul costo degli aiuti; la Grecia ancora non ha recuperato tutto quello che ha perso nella crisi, ma è comunque circa al livello di 20 anni fa, non peggio dell’Italia insomma.

 

il premier greco kyriakos mitsotakis 3 il premier greco kyriakos mitsotakis 3

Significativo è appunto lo studio pubblicato la settimana scorsa dalla Federal Reserve, la banca centrale americana, opera di Pierre-Olivier Gourinchas, francese, ora capo economista del Fmi, e di due colleghi. Conclude che la maniera migliore, o meno peggiore, di tenere insieme l’area euro è proprio quella che è stata, tra incertezze ed errori, adottata: decidere il salvataggio dei Paesi indebitati caso per caso, e in cambio di condizioni.

 

Alla nascita dell’euro si era proclamato che i Paesi troppo indebitati non sarebbero stati soccorsi. Se si fosse mantenuto l’impegno, la Grecia sarebbe fallita provocando una rottura dell’euro e gravi danni per tutti i Paesi. Se al contrario si stabilisse in anticipo che i salvataggi si fanno, i governi sarebbero indotti all’irresponsabilità. Meglio dunque, affermano Gourinchas e coautori, cercare una linea intermedia.

 

PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY

Nei calcoli dello studio Fed, il trasferimento reale di risorse dagli altri Paesi euro (Italia compresa) alla Grecia è stato pari al 43,7% del Pil ellenico; mentre il Portogallo ha avuto appena il 3%. Logico che ai greci si chiedesse di fare la loro parte. Al di là delle esagerazioni mai provate sui malati lasciati morire senza medicine a causa dell’austerità, l’errore ormai riconosciuto è che si chiese un risanamento di bilancio troppo brusco. Nella pesantissima recessione si arrivò quasi a un 28% di disoccupati. Ora, nonostante i tristi ricordi di quegli anni, in Grecia c’è una solida maggioranza di europeisti. E, guarda un po’, lo “spread” è suppergiù allo stesso livello dell’Italia.

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