IN AULA VA IN SCENA LO SCARICA-MIGRANTI – AL PROCESSO DI PALERMO PER IL CASO OPEN ARMS, NEL QUALE SALVINI È ACCUSATO DI SEQUESTRO DI PERSONA PER AVER NEGATO LO SBARCO A 147 MIGRANTI, GLI EX MINISTRI DEI TRASPORTI E DELLA DIFESA, TONINELLI E TRENTA, HANNO SCARICATO TUTTA LA RESPONSABILITA’ SUL CAPITONE – GIULIA BONGIORNO, AVVOCATO DI SALVINI, AZZANNA TONINELLI: “MA LEI È LAUREATO? LA DEVO CHIAMARE DOTTORE O IN QUALE ALTRO MODO?”

-

Condividi questo articolo


Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Salvini al processo Open Arms Salvini al processo Open Arms

«La ringrazio per la domanda perché mi consente di chiarire che quanto affermato in passato dall'avvocata Bongiorno, all'epoca componente del governo come me, è totalmente falso», scandisce Danino Toninelli, già ministro pentastellato dei Trasporti e delle Infrastrutture, rispondendo a un difensore di parte civile.

 

«Ma lei è laureato? La devo chiamare dottore o in quale altro modo?» gli si rivolge poco dopo la stessa Bongiorno, rivelando al presidente del tribunale: «Il signor Toninelli è già a giudizio su mia querela, quindi si comprende l'acredine». Al suo fianco, dal banco degli imputati, Matteo Salvini assiste divertito: lui è l'unico a essere ancora ministro in questa anomala rimpatriata fra ex colleghi del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, a maggioranza Lega-Cinque Stelle, riuniti nell'aula bunker dell'Ucciardone.

 

Salvini al processo Open Arms 4 Salvini al processo Open Arms 4

Oltre a Toninelli, Bongiorno e Salvini c'è pure l'ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, testimone dei pubblici ministeri che accusano il leader leghista di sequestro di persona per aver negato lo sbarco a 147 migranti a bordo della nave spagnola Open Arms, fra il 14 e il 20 agosto 2019. Ai pm Calogero Ferrara e Giorgia Righi, Trenta ricorda che inizialmente firmò anche lei il divieto d'ingresso alla Open Arms in acque italiane, sulla base della «potenziale offensività» per la sicurezza nazionale certificata dall'allora ministro dell'Interno.

 

Poi però il Tar del Lazio sospese l'efficacia di quel decreto e a ferragosto Salvini gliene inviò un altro che reiterava il divieto: «Io non lo firmai perché mi pareva sbagliato riproporre una decisione già bocciata dal Tar, senza che ci fossero nuovi elementi e mentre la situazione a bordo della nave stava peggiorando. Combattere il traffico di migranti va bene, ma ho ritenuto che reiterare il divieto di sbarco violasse i diritti umani».

 

open arms. open arms.

Quando arriva il suo turno, Bongiorno (responsabile della Pubblica amministrazione nel governo Conte I) svela quello che secondo la difesa è un colpo di scena: da un sottomarino della Marina che sorvegliava il Mediterraneo furono fatte registrazioni audio-video che dimostrerebbero anomalie nel comportamento della Open Arms; compresa una conversazione tra una persona a bordo della nave spagnola e un'altra nelle vicinanze.

 

ELISABETTA TRENTA DANILO TONINELLI ELISABETTA TRENTA DANILO TONINELLI

Atti trasmessi all'epoca con un'informativa al ministero della Difesa, e in seguito agli uffici giudiziari siciliani, ma venuti alla luce solo ora con il deposito da parte della Procura di Palermo. «Vediamo se finalmente queste anomalie vengono alla luce, insieme all'informativa fantasma nascosta anche al Tar, al Senato e al gup», spiegherà poi l'avvocata.

 

Trenta dice di non averne saputo niente e ripete che le uniche informazioni sulla sicurezza provenivano dal Viminale: «Era Salvini a decidere sull'opportunità del blocco della nave, fosse dipeso da me mi sarei comportata diversamente». È il motivo per cui l'ex ministro dell'Interno è alla sbarra e lei no, come pure Toninelli che sale sul banco dei testimoni subito dopo.

 

migranti si tuffano dalla open arms migranti si tuffano dalla open arms

L'ex titolare dei Trasporti (incarico ricoperto oggi da Salvini), che a Catania per la vicenda della nave Gregoretti (dove Salvini è stato prosciolto in udienza preliminare) aveva risposto con una serie di «non ricordo», mostra di ricordare tutto benissimo e riassume il cuore del problema: «Anch' io ero d'accordo a combattere l'immigrazione clandestina, e in quei giorni feci dichiarazioni contro la Open Arms, che non si era comportata correttamente, e l'Europa che doveva farsi carico del problema; su quel punto c'era una responsabilità politica collegiale del governo che però in quei giorni d'agosto già non esisteva più. La Lega aveva aperto la crisi e Salvini, pensando di essere già in campagna elettorale, parlava alla pancia dei cittadini».

 

toninelli salvini toninelli salvini

Del resto, se non ci fosse stata la rottura tra Lega e 5 Stelle, è probabile che questo processo non sarebbe stato autorizzato dal Senato. Il reiterato divieto di sbarco, secondo Toninelli, era figlio della propaganda dell'ex-ministro, e la responsabilità fu solo sua: «L'avvocata Bongiorno ha detto che prima dei Consigli dei ministri lei e gli altri aspettavano ore perché io, Conte, Salvini e Di Maio stavamo chiusi a discutere di ricollocamenti dei migranti negli altri Paesi, ma non ha mai atteso un secondo perché non c'è mai stata una riunione».

 

migranti si tuffano dalla open arms 1 migranti si tuffano dalla open arms 1

Bongiorno ricontesta a Toninelli precedenti dichiarazioni su «scelte collegiali» in altri casi, facendo riemergere vecchie ruggini con l'ex collega che accusa: «Lei confonde le acque mettendo insieme le pere con le mele». Più tardi Salvini conferma che di riunioni con Conte e Di Maio ne ha fatte tante, «ma forse Toninelli non c'era, non so perché i suoi capi non lo chiamassero». E insiste, a proposito «dell'informativa fantasma», che «sarebbe gravissimo se qualche organo dello Stato avesse nascosto, omesso o dimenticato documenti rilevanti». Il 13 gennaio il duello tra ex alleati si replicherà con le testimonianze di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

matteo salvini a palermo a processo per la open arms 4 matteo salvini a palermo a processo per la open arms 4 migranti a bordo della open arms 1 migranti a bordo della open arms 1 matteo salvini a palermo a processo per la open arms 19 matteo salvini a palermo a processo per la open arms 19 matteo salvini a palermo a processo per la open arms 6 matteo salvini a palermo a processo per la open arms 6

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…