salvini meloni

ALTRO CHE SOVRANISMO, SIAMO UN PAESE COMMISSARIATO - DITE A SALVINI E MELONI CHE L'ITALIA NON ESISTE FUORI DALL'UE - IL POLITOLOGO PIERO IGNAZI: "CHI INVOCA IL RITORNO ALLE COMPETENZE NAZIONALI PER RIPORTARE L’UE A QUELLA CHE ERA CINQUANT’ANNI FA, SCONTA UNA EMARGINAZIONE DAI PROCESSI DECISIONALI. E UNA DIFFIDENZA DA PARTE DELLE CLASSI DIRIGENTI INTERNAZIONALI. L’AFFILIAZIONE A UN PICCOLO GRUPPO DI OPPOSIZIONE EUROSCETTICO NON CONSENTE DI INCIDERE SUI PROCESSI DECISIONI. SALVINI E MELONI NON SI SONO ANCORA RESI CONTO DELL’IMPORTANZA DELLA DIMENSIONE SOVRANAZIONALE DELLA POLITICA"

Piero Ignazi per https://www.editorialedomani.it

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Dal trattato di Maastricht del 1992 in poi, e con una netta accelerazione dopo l’introduzione dell’euro, l’Europa ha scavalcato i confini degli stati nazionali. Decisioni vitali per l’economia vengono discusse, contrattate e infine decise nelle istituzioni comunitarie.

 

Il triangolo decisionale investe tre attori principali – più altri non secondari come la Bce e la Corte di Giustizia del Lussemburgo: la Commissione, composta da un membro per ogni paese aderente, che agisce come una sorta di governo; il parlamento che è eletto dai cittadini europei, ma rimane ancora privo di una vera e autonoma potestà legislativa  perché deve accordarsi con il governo, cioè con la Commissione; e infine il Consiglio europeo che riunisce i capi di governo e di stato degli stati membri e che è divenuto il vero cuore politico dell’Unione: dalle sue riunioni partono gli input politici alla Commissione che li traduce in norme accordandosi con il Parlamento.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

 

Da questa complessa triangolazione nascono decisioni che impattano direttamente sulle legislazioni dei singoli paesi. Ciò avviene in maniera diretta, attraverso i cosiddetti regolamenti, o tramite una approvazione (vincolante) che i singoli parlamenti devono adottare, le cosiddette direttive.

 

I sostenitori della Brexit hanno fatto aggio proprio sul rifiuto di una intromissione “straniera” nell’attività del parlamento di Westminster; e se a questo aggiungiamo una cultura nazionale intrisa di orgoglio insulare, succhiato con latte materno e rinfocolato in ogni testo scolastico, è evidente che non ci fosse scampo per i difensori dell’appartenenza all’Ue.

 

matteo salvini giorgia meloni

Ben diverso fu il primo referendum indetto sulla permanenza nell’Unione svoltosi nel 1975 quando i favorevoli all’Europa volarono al 67 per cento. Ma allora il diritto comunitario non aveva nemmeno lontanamente la pervasività e l’incidenza che ha oggi.

 

Per questo molti analisti sostengono che la nuova frattura destinata a ridefinire gli schieramenti politici nel continente passi tra chi accetta una dimensione sovra-nazionale e chi la rifiuta; e più in generale, tra cosmopolitismo-universalismo da un lato, e sovranismo-nazionalismo dall’altro.

 

ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

LA SPACCATURA

Le ultime elezioni per il parlamento europeo nel 2019 hanno messo in luce come l’opposizione all’Ue rifletta ora, in maniera più chiara rispetto al passato, una dimensione destra-sinistra.

 

Fino all’inizio del decennio 2010 le ricerche mostravano che c’era una sorta di convergenza anti-Ue tra estrema destra ed estrema sinistra, mentre gli elettori delle formazioni tradizionalmente al governo – i partiti mainstream, come si dice in gergo politologico – continuavano ad assicurare sostegno alle istituzioni comunitarie.

 

Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Questo blocco era composto da Socialisti, Popolari e Liberali, a cui dagli anni Novanta si sono aggiunti i Verdi.  Ovviamente all’interno di tali gruppi politici c’erano posizioni diverse, basti pensare alla lunga permanenza, terminata solo recentemente, della Fidez di Viktor Orbàn nel gruppo parlamentare dei Popolari, o all’euroscetticismo di Forza Italia fino a tempi recenti. Ma il cuore dell’ Unione batteva, e batte tuttora, al ritmo di queste componenti.

 

Chi sta fuori da questo nucleo, chi si oppone in termini radicali e ultimativi invocando il ritorno alle competenze nazionali per riportare l’Ue a quella che era cinquant’anni fa, deve poi scontare una emarginazione dai processi decisionali. E una diffidenza da parte delle classi dirigenti internazionali.

 

matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio

Nel parlamento europeo, i cui membri si aggregano non per nazionalità bensì in base ad un allineamento politico-ideologico (sono infatti proibiti gruppi in cui non vi siano deputati di almeno un quarto dei paesi membri ), le scelte sono sempre più “politiche”.

 

Quindi l’affiliazione a un piccolo gruppo di opposizione euroscettico non consente di incidere sui processi decisioni.  L’intuizione del vice-segretario leghista Giancarlo Giorgetti di sganciare la Lega da amicizie pericolose e indirizzarla verso lidi più filo-europei nasce da questa corretta lettura della realtà: non si governa un grande paese del continente contro quegli eurogruppi che indirizzano la politica dell’Unione.  Beppe Grillo l’aveva capito quando tentò, goffamente, di sganciarsi dal furore eurofobico dell’UKIP di Nigel Farage con cui conviveva a Strasburgo.

 

SELFIE DI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

Solo nel 2019 Giuseppe Conte e Luigi Di Maio hanno concretizzato il passaggio in direzione filo-europea votando per la von der Leyen.

 

Matteo Salvini, e anche Giorgia Meloni, benché la leader di FdI si muova con più accortezza, non si sono ancora resi conto dell’importanza della dimensione sovranazionale della politica.  E questo è un problema per il nostro sistema politico, nella prospettiva di una loro presenza stabile in un futuro governo.

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?