meme su draghi e green pass

UN ALTRO PASS VERSO L’OBBLIGO VACCINALE (MASCHERATO) – “MARIOPIO” HA MEZZA MAGGIORANZA CONTRO, MA È DETERMINATO AD ANDARE AVANTI CON IL SUPER GREEN PASS PER TUTTI I LAVORATORI. MERCOLEDÌ SI È RASSEGNATO A RINVIARE LA SCELTA, MA LA DATA PER LA PROSSIMA STRETTA È GIÀ FISSATA: IL 5 GENNAIO – L’ASSE LEGA-M5S CONTRO IL CERTIFICATO VERDE RAFFORZATO

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera”

 

MARIO DRAGHI

La giornata di veti e tensioni sul green pass rafforzato ha lasciato strascichi pesanti. I partiti hanno mostrato di essere nel caos, al loro interno e nei rapporti di maggioranza. Il voto del Quirinale si avvicina e la coalizione che sostiene il governo di unità nazionale appare scossa e disorientata. Uno stato d'animo che si ripercuote anche sulle scelte fondamentali, come la lotta al Covid e alle sue insidiose varianti.

 

L'ultimo decreto, che lascia fuori i no vax dai mezzi di trasporto e da molte altre attività, è solo un pezzo della strategia di contenimento che Mario Draghi e Roberto Speranza hanno studiato con gli scienziati del Cts. Il bersaglio grosso è imporre il super pass che non si ottiene con il tampone ai 23 milioni di lavoratori del privato e del pubblico, autonomi compresi.

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

 

Mario Draghi ha mezza maggioranza contro, ma è determinato ad andare avanti sulla linea tracciata. Chiudendo il Consiglio dei ministri mercoledì sera il premier si è rassegnato a rinviare la scelta. Ma l'aver fissato una data - il 5 gennaio, quando l'Italia potrebbe aver superato la soglia choc dei 200 mila contagi - conferma che il presidente vuole approvare il provvedimento perché lo ritiene necessario.

 

Super green pass nei bar 2

L'obbligo vaccinale per tutti gli italiani al momento non è nell'orizzonte di Draghi, perché pone problemi politici e giuridici non di poco conto. Meglio puntare sull'estensione a tutti i lavoratori del green pass per vaccinati e guariti, che nelle stanze di Palazzo Chigi chiamano «obbligo mascherato» senza troppo girarci attorno. Insomma, Draghi va dritto, ma vista l'agitazione in Parlamento e nelle segreterie politiche non è scontato che l'estensione del «pass»» a tutti i lavoratori si trasformi in decreto nei tempi previsti. Il momento è delicatissimo e l'ostilità dei partiti è forte.

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

L'ultima cabina di regia e poi il Consiglio dei ministri hanno visto saldarsi una volta ancora l'asse tra la Lega e il Movimento 5 Stelle. Giancarlo Giorgetti ha fatto una opposizione molto energica, interpretando più la posizione di Matteo Salvini, che quella di Massimiliano Fedriga e degli altri governatori leghisti.

 

Per il ministro dello Sviluppo lo Stato deve assumersi la responsabilità di una scelta così radicale: basta con le liberatorie fatte firmare a chi si sottopone al vaccino, serve un protocollo per chi non può immunizzarsi per ragioni di salute e servono fondi per eventuali risarcimenti in caso di gravi effetti collaterali. Il veto leghista non è isolato.

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 3

 

Quando il M5S dice che «allora è meglio l'obbligo vaccinale», non è un'accelerazione verso la linea dura, ma una frenata. E molti dubbi, nonostante Renato Brunetta e Mariastella Gelmini spingano per l'estensione del green pass rafforzato, serpeggiano anche dentro Forza Italia. «La nostra linea è chiara e netta - smentisce divergenze Brunetta - Siamo per estendere il green pass rafforzato a tutto il mondo del lavoro, fino ad arrivare all'obbligo se dovesse servire».

 

maria stella gelmini renato brunetta

Poi c'è il tema delle alleanze trasversali, che vanno lette alla luce della grande partita del Quirinale. Da una parte, il M5S e il Carroccio che si strizzano vicendevolmente l'occhio. Dall'altra, i leghisti che temono il saldarsi di una «maggioranza diversa» in vista di un futuro governo senza Salvini, la cosiddetta maggioranza Ursula.

 

È con questo scenario tutto tattico che Draghi dovrà fare i conti il 5 gennaio, quando convocherà ministri e capi delegazione per completare l'allargamento del «pass» a tutti i lavoratori. Per Roberto Speranza non c'è alternativa, «i numeri del Covid imporranno scelte nette e forti». Dario Franceschini porterà al tavolo il sì di Enrico Letta ed Elena Bonetti il via libera di Matteo Renzi, che ha lanciato una petizione a favore dell'obbligo vaccinale. Il resto lo farà Brunetta, convinto che il super certificato sia «una storia di successo dal punto di vista sanitario ed economico».

Super green pass nei bar 3conferenza stampa di fine anno di mario draghi 4roberto speranza enrico giovannini mario draghi patrizio bianchi maria stella gelmini ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHIGreen Pass Bar 2conferenza stampa di fine anno di mario draghi 1

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)