carfagna ronzulli gelmini

ARCORE, PEGGIO DI GAME OF THRONES - NEL GIORNO IN CUI MARA CARFAGNA VENIVA “INCORONATA” A SORRENTO SOTTO LO SGUARDO LANGUIDO DI DRAGHI, LICIA RONZULLI SI È FATTA NOMINARE COMMISSARIA DI FORZA ITALIA IN LOMBARDIA: “SONO UN SOLDATO NELLE MANI DEL PRESIDENTE BERLUSCONI. MI HA CHIAMATO SABATO SERA E, DA FIGLIA DELL'ARMA, HO RISPOSTO: PRESENTE!” - E’ LA FAIDA PER DECIDERE IL DESTINO DI FORZA ITALIA: I GOVERNISTI LA VOGLIONO CON I CENTRISTI, LA RONZULLI HA VUOLE OFFRIRE IN PASTO AL SUO AMICO SALVINI…

licia ronzulli matrimonio berlusconi fascina

1 - LICIA RONZULLI "STUPITA DALLE CRITICHE DI GELMINI CON I MINISTRI DIVERSITÀ DI VEDUTE"

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

Licia Ronzulli è stata nominata commissaria di Forza Italia in Lombardia, una scelta che ha scatenato le polemiche di Mariastella Gelmini che ha accusato la senatrice e capo della segreteria di Silvio Berlusconi di esercitare un potere assoluto nel partito.

 

Senatrice Ronzulli la sua nomina in Lombardia ha suscitato molte critiche, specie quelle della ministra Gelmini. Sta prendendo troppo potere?

«Sono un soldato nelle mani del presidente Berlusconi. Mi ha chiamato sabato sera e, da figlia dell'Arma, ho risposto: presente!». […]

 

mara carfagna maria stella gelmini

2 - IL CAV INCORONA LA RONZULLI IN FI RIVOLTA DEI GOVERNISTI

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

«È il segnale che siamo alla vigilia del commiato di Berlusconi o, peggio ancora, all'anticamera della liquefazione di Forza Italia». Questo è il tam tam della protesta nel fronte di FI che da tempo si scaglia contro quello che viene considerato il cerchio magico del Cavaliere. Questa volta a far surriscaldare gli animi dentro Forza Italia è la nomina della senatrice Licia Ronzulli a commissario in Lombardia al posto di Massimiliano Salini, vicino alla ministra Maria Stella Gelmini.

 

LICIA RONZULLI

Il Cavaliere aveva incontrato Salini giorni fa, gli aveva chiesto di fare un passo indietro in cambio di un altro incarico. Da tempo l'ex premier non era soddisfatto del suo operato e ha in mente di cambiare volto al partito, di fare anche altre scelte sul territorio nazionale.

 

Ma Salini si è opposto, puntava ad organizzare la resistenza spalleggiato da Gelmini che ha protestato con il coordinatore azzurro Antonio Tajani: «C'è un problema politico che andrà discusso e affrontato, la Lombardia è la Regione nella quale è nata FI, non una Regione qualunque. Non c'è stato un confronto per sostituire chi alle Europee del 2019 nella circoscrizione Nord ovest era risultato secondo per voti solo allo stesso Berlusconi».

 

BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI

L'ex premier non ha gradito e allora ha accelerato una partita che vedeva in gioco anche i forzisti Cattaneo e Mandelli. Da qui lo scontro tra Gelmini e Ronzulli che si definisce «un soldato di Berlusconi»: «Mi ha chiamato ieri sera e da figlia dell'Arma ho risposto, presente! Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, abbiamo una campagna elettorale da portare avanti».

 

Insomma, la nomina è avvenuta per volontà diretta dell'ex presidente del Consiglio. «Comando io», il messaggio inviato dal Cavaliere che non vuole farsi tirare la giacchetta da nessuno. La Ronzulli è la custode del pensiero di Arcore, in pratica Berlusconi scegliendola ha avocato in qualche modo a sé quel ruolo.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

Facendo capire ancora una volta che sarà lui a dettare la linea, in Lombardia come a livello nazionale. Sarà lui a decidere se, quando e come lasciare il campo. Se e come rompere definitamente con Giorgia Meloni, rilanciare FI o optare, a tempo debito, ovvero in autunno, per una lista unica con la Lega di Matteo Salvini.

 

IL RUOLO DI LICIA

La Ronzulli è l'interlocutrice con gli alleati del centrodestra, la fedelissima del Cavaliere, mal vista però da chi la considera una nemica interna. E' una guerra di posizionamento, anche in vista delle prossime candidature, perché l'erosione dei consensi di FI rispetto al passato e il taglio dei parlamentari porteranno ulteriori fibrillazioni nel partito.

 

GELMINI CARFAGNA BRUNETTA

Ma il caso Salini è anche la cartina di tornasole di una ferita aperta in FI da tempo. Con l'ex premier che non ha potuto scegliere i ministri, a volte si è scontrato con loro, non ha gradito certi atteggiamenti pro Draghi in alcuni passaggi della legislatura, non ultimo quello sull'elezione del presidente della Repubblica. E, per esempio, sulla riforma del catasto. E con l'ala governista che si sente confinata in un angolo.

 

Forse sarà un dettaglio, ma alla kermesse di Napoli del prossimo fine settimana la compagine governativa azzurra parlerà venerdì pomeriggio, mentre Berlusconi, i capigruppo, Tajani e altri big come la Ronzulli interverranno sabato mattina. Chi ha trovato posto nell'esecutivo in ogni caso è legato a Berlusconi e non farà mai nulla contro di lui. Lo ha dimostrato Mara Carfagna che nell'evento di Sorrento al quale ha partecipato pure Mario Draghi ha negato di voler utilizzare le istituzioni a fini personali. «Il lavoro di FI al governo», osserva un senatore azzurro, «non è sufficientemente valorizzato dal partito».

 

matteo salvini licia ronzulli

Ma «è Berlusconi a decidere e chi lo contesta dovrà farsene una ragione», dice un big forzista. Sulla vicenda Salini ha provato a intervenire in qualche modo Gianni Letta. Nelle ultime 48 ore c'è stata la fila a congratularsi con la Ronzulli, da chi era in ballo per quella nomina come Cattaneo e Mandelli. «E' il riconoscimento del suo valore», la tesi. Ora si proverà a spegnere l'incendio, «così il leitmotiv di chi vuole evitare conflitti ci facciamo male tutti». Ma l'onda lunga della diatriba lombarda rischia di farsi sentire anche nelle prossime settimane, soprattutto se dovesse aprirsi il cantiere della legge elettorale con Carlo Calenda possibile interlocutore di un'operazione centrista pro Draghi.

Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."