poliziotti levano il casco davanti agli operai di arcelor mittal

ARCURI HA DUE SETTIMANE DI TEMPO POI TENTERÀ DI PAPPARSI PURE L'EX ILVA - PASSO INDIETRO DI ARCELOR MITTAL A GENOVA. SI TORNA INFATTI AL LAVORO NELLO STABILIMENTO DI CORNIGLIANO, DOPO LA PROTESTA IN CUI I POLIZIOTTI SI SONO LEVATI IL CASCO DAVANTI AGLI OPERAI (VIDEO). L' INCONTRO IN PREFETTURA SI È CONCLUSO CON IL RITIRO DA PARTE DELL' AZIENDA DI TUTTE LE 250 LETTERE DI SOSPENSIONE

 

 

1. ARCURI HA DUE SETTIMANE DI TEMPO POI TENTERÀ DI PAPPARSI PURE L'EX ILVA

R. Eco. per “la Verità

 

Passo indietro di Arcelor Mittal a Genova. Si torna infatti al lavoro nello stabilimento di Cornigliano, teatro di protesta in queste ultime 48 ore. L' incontro in prefettura, avvenuto dopo il corteo di ieri mattina, si è concluso con il ritiro da parte dell' azienda di tutte le 250 lettere di sospensione dall' attività lavorativa inviate nel corso della giornata di martedì e la fine di scioperi e blocchi ai varchi avviati dai lavoratori per protestare contro i licenziamenti comunicati dalla Arcelor Mittal.

poliziotti levano il casco davanti agli operai di arcelor mittal

 

Inoltre è stato reintegrato Luigi Guadagno, l' operaio che aveva ricevuto la comunicazione di licenziamento per aver denigrato il direttore in un messaggio vocale su whatsapp: per lui scattano tre giorni di sospensione. «Pensiamo di aver portato a casa con questo sciopero e con questa mobilitazione un risultato», ha detto il segretario Fiom Genova, Bruno Manganaro, « Ora, dopo questa mediazione, si tratta di tornare a discutere del futuro di questo stabilimento». Fin qui la cronaca dei fatti esplosi dopo la legittima scelta di lasciare a casa alcuni dipendenti scoperti a trafugare materiale stoccato nelle adiacenza di una stanza relax, ovviamente abusiva.

 

Arcuri Conte

Ovviamente si è giocata una partita tutta politica che vede i sindacati con le antenne alzate, non solo a Genova ma soprattutto a Taranto, in vista della scadenza del 30 novembre. Data in cui i franco indiani e il governo dovranno trovare un nuovo accordo per evitare esuberi o addirittura l' addio di Arcelor all' Italia. A gestire anche questa difficile trattativa è il commissario al Covid e ad di Invitalia Domenico Arcuri. È lui a dover trovare una soluzione su incarico del premier Giuseppe Conte. Solo che i tempi stringono e così a detta di molti osservatori potrebbe spuntare lo scenario della proroga per il closing fra Invitalia e Arcelor Mittal rispetto a fine mese.

 

Data - bene ricordarlo - stabilita dagli accordi del 4 marzo in base ai quali se le parti non riusciranno a trovare un accordo sul coinvestimento nel gruppo italiano dell' acciaio attraverso la creazione di una newco, gli indiani potranno andarsene da Taranto pagando una penale di 500 milioni di euro. Questo nel peggiore dei casi, oppure avviare la richiesta per nuovi esuberi. Né Arcuri né Conte possono in questo momento permettersi la chiusura degli impianti o altri esuberi. Una situazione che di per sé rende la trattativa difficile da portare avanti.

poliziotti levano il casco davanti agli operai di arcelor mittal

Come dire, il coltello dalla parte del manico è in mano a Lucia Morselli, l' ad di Arcelor Mittal Italia. Vedremo che succederà fra due settimane.

 

Dove trovi il tempo Arcuri di dedicarsi anche all' acciaio è un altro aspetto dalla partita iper complicata che si somma alle varie interferenze politiche che partono da Roma per arrivare fino a Bari e Taranto. «Noi lavoriamo intorno a due indiscutibili presupposti: il primo è che il più grande stabilimento siderurgico d' Europa deve operare a regime produttivo con le migliori e più innovative tecnologie produttive; il secondo è il raggiungimento degli obiettivi, a partire dalla piena occupazione, stabiliti nell' accordo di marzo.

 

In questo senso l' ingresso dello Stato non può essere considerato un' elemosina o il tentativo di mettere una pezza a un vestito già troppo sfilacciato, ma la garanzia per il raggiungimento di questi obiettivi» ha dichiarato Arcuri (che dell' ex ilva potrebbe diventare presidente) in occasione dell' ultimo incontro al Mise senza svelare però i nodi irrisolti del piano industriale e del reale valore degli impianti.

 

 

2. ARCELOR MITTAL: MICCOLI, GOVERNO SIA FERMO E FACCIA PROPOSTE

arcelor mittal genova 3

(ANSA) - "Quanto successo ieri a Genova deve interrogare il Governo nel porsi di fronte alla soluzione definitiva della vicenda relativa alle sorti di ArcelorMittal. A parte l'esito positivo raggiunto con l'accordo in Prefettura che ha visto il ritiro di un licenziamento e delle 250 sospensioni, non possiamo tacere sulla situazione all'interno dei vari siti produttivi che e' diventata drammatica. A quanto denunciano le organizzazioni sindacali e i lavoratori, la produzione ridotta al minimo rende impossibile ormai la rotazione tra i lavoratori, generando così l'aumento esponenziale del numero di lavoratori in cassa integrazione, che si vedono ridotto il salario in modo consistente ormai da troppi mesi. Sul futuro occupazionale coinvolge sempre di più, non solo i lavoratori dell'ex Ilva, ma anche quelli dell'indotto, degli appalti e delle forniture".

 

Così su facebook Marco Miccoli, responsabile Lavoro del Pd "Di fronte a tutto ciò non possiamo tollerare una risposta da parte dell'azienda, che favorisce il deteriorarsi di giorno in giorno delle normali relazioni sindacali, con atteggiamenti di chiusura e con addirittura l'uso di provvedimenti disciplinari, sospensioni e licenziamenti. Davanti a questo drammatico quadro, il Governo deve mostrare un atteggiamento fermo e mettere in pratica proposte immediate ed efficaci. Vanno ripristinate subito le manutenzioni e gli investimenti ambientali, ripristinate immediatamente le attivita' formative legate alla salute e alla sicurezza, ripresa la forniture dei materiali. E serve garantire ora una soluzione definitiva della vicenda che sta logorando il paese e i territori coinvolti ormai da troppo tempo", aggiunge.

marco miccoli

 

"Noi sosteniamo lealmente questo Governo, ma la piazza di ieri a Genova, compreso l'atteggiamento responsabile delle forze dell'ordine, ci chiama in causa e non possiamo sottrarci dallo stare al fianco di quei lavoratori, di quegli operai. "Prima le persone", abbiamo detto, "nessuno deve restare indietro", abbiamo ripetuto, ora è il momento di dimostrarlo con i fatti. Il Mise convochi immediatamente le parti e si vada avanti nel confronto fino al 30 novembre, così come stabilito dagli accordi, per chiudere positivamente questa vicenda. Noi siamo pronti a fare la nostra parte", conclude.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…