IN ATTESA DELLA CITTADINANZA, A RAMY E ADAM GLI TOCCA FABIO FAZIO: DOMANI SERA I DUE RAGAZZI DEL BUS SARANNO A ''CHE TEMPO CHE FA'' - CHIEDONO CHE ANCHE FRATELLI E COMPAGNI DI CLASSE POSSANO DIVENTARE ITALIANI SENZA ASPETTARE I 18 ANNI E LA TRAFILA NECESSARIA: ''PERCHÉ NOI SÌ E LORO NO?''. MA IL GOVERNO CONTE NON CI PENSA PER NIENTE - ECCO COME SI ACQUISTA (E SI PERDE) LA CITTADINANZA

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1. «DATE LA CITTADINANZA ANCHE AL MIO ADAM»

Elisabetta Andreis per il ''Corriere della Sera''

 

RAMY SHEHATA RAMY SHEHATA

Lancia l 'assist Ramy: «Cittadinanza italiana per me? Grazie, ma allora anche a mio fratello e a tutti i miei amici che crescono in Italia». Raccoglie la palla Adam: «Il governo dovrebbe darla anche a me. E agli altri compagni di classe che stavano con noi sul bus. Frequentiamo la scuola qui, la cittadinanza dovrebbe essere un diritto non un premio o un regalo».

 

Fanno il gioco di squadra i due amici di seconda media che hanno contribuito a scongiurare la sfiorata strage del bus dirottato alle porte di Milano e incendiato dall' autista.

 

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Ramy e Adam: il primo, origini egiziane, ha nascosto il cellulare all' aguzzino che li requisiva e con quello ha potuto avvertire i carabinieri (il Viminale sta valutando i documenti pronto a concedere la cittadinanza per merito). Ora si fa avanti il secondo. Col telefono di Ramy, Adam ha fornito alle forze dell' ordine l' esatta posizione del bus. Radici a Fez, anche Adam - come Ramy - è nato in Italia da genitori che ci vivono da tantissimo tempo. Ti senti più italiano o più marocchino? La risposta viene naturale: «Mi sento ragazzo, siamo tutti uguali». Ma tu sei italiano? «Se vivo qui è perché lo sono». Cosa ti piace di questo Paese? «La gente, il comportamento, tutto».

 

Sua madre Hasnaa ieri aveva avanzato la richiesta - così come due giorni fa aveva fatto per suo figlio il papà di Ramy: «L' Italia è il Paese di questi ragazzini a prescindere dal fatto che abbiano avuto coraggio.

 

Sarebbe bello dare la cittadinanza anche a lui». Il padre di Adam, Khalid, è arrivato in Europa nel '99 nascosto su un furgone (così come il papà di Ramy era approdato nel '96 su un barcone «disperato», per usare le sue parole).

 

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Aveva 19 anni, cercava un futuro. «All' inizio ero un clandestino in Francia, non c' era lavoro, così mi sono spostato a Crema. Nel 2002 ho ottenuto il permesso di soggiorno - racconta -. Ho fatto l' apprendista stuccatore e ho trovato impiego in una ditta che poi ha dovuto licenziare me e altri per la crisi. Ci hanno venduto all' asta la casa comprata con tanti sacrifici, ci siamo spostati in un bilocale popolare molto umido. Da qualche tempo ho solo lavori saltuari.

 

La vita non è facile ma stiamo insieme e l' Italia ci accoglie quindi siamo sereni», dice. La moglie si era separata dal primo marito quando l' ha conosciuta qui in Italia, nel 2003: «In Marocco non usa che le donne divorzino, tantomeno che si sposino già incinte. Ma lei, che oggi è mia moglie, ha fatto entrambe le cose, in nome di un superiore diritto sentimentale. Noi ci amavamo e ci amiamo. È una donna coraggiosa». Ora che lui è in difficoltà coi guadagni la aiuta nei lavori (è addetta alle pulizie) e con i bambini. «Famiglia italianissima modestamente bella», scherza quel papà.

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All' appello di Ramy e Adam per il diritto allo « ius soli temperato» si accodano altri studenti da tutta l' Italia. All' istituto Oriani Mazzini di Milano hanno deciso di fare una festa per gli alunni che hanno appena ottenuto l' agognata cittadinanza: «Riceveranno in regalo la Costituzione», dice il preside Marco Fassino. Significative le parole di una di loro, Mame Diara Dieng dal Senegal: «È un paradosso, ora a casa io ce l' ho, i fratelli no... ».

 

 

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In Italia vige lo ius sanguinis , ovvero si diventa cittadino italiano se figlio di italiani. Lo ius soli , legato alla nascita sul territorio nazionale, è invece previsto per il momento solo in alcuni casi. Per il resto il minorenne straniero, figlio di stranieri con regolare permesso di soggiorno ma nato in Italia, può diventare italiano solo dopo il compimento del 18° anno e dopo aver dimostrato di aver vissuto ininterrottamente sul territorio nazionale (al netto di chi acquisisce la cittadinanza per matrimonio oppure perché risiede qui da almeno 10 anni, o da 4 se si è cittadini Ue).

 

 

2. CITTADINANZA E IUS SOLI

Rinaldo Frignani per il ''Corriere della Sera''

 

1 Quali sono le fattispecie che, secondo lo «ius soli», consentono ai minori di diventare italiani?

san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy 2 san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy 2

È automaticamente italiano chi è figlio di genitori ignoti e si trova sul territorio italiano, oppure è figlio di apolidi, o ancora di persone che non hanno la possibilità di trasmettere al figlio la propria cittadinanza secondo le leggi dello Stato di provenienza, e quando non si può provare il possesso di altra cittadinanza.

 

2 Cosa deve fare un ragazzo straniero appena maggiorenne, che ha vissuto sempre in Italia, per ottenere la cittadinanza?

Recarsi entro un anno presso l' ufficio di Stato civile e presentare domanda di cittadinanza. Bisogna pagare 250 euro al ministero dell' Interno e consegnare copia dell' atto di nascita, del permesso di soggiorno ininterrotto fino ai 18 anni, del certificato di residenza dalla nascita fino ai 18 anni e il passaporto valido.

 

3Il richiedente deve dimostrare di avere un reddito minimo?

scuolabus in fiamme a san donato milanese 9 scuolabus in fiamme a san donato milanese 9

In questo caso non è previsto e non è obbligatorio avere la fedina penale pulita. L' iscrizione al registro di cittadinanza scatta dopo il giuramento.

 

4 Quali altri modi ci sono per ottenere la cittadinanza da minorenne?

Se si viene riconosciuti come figli da un cittadino italiano oppure a farlo è un giudice.

Se si viene adottati, con provvedimento della magistratura, anche straniera, ma riconosciuta dal nostro Paese, con ordine del tribunale dei minorenni di iscrizione allo Stato civile. E se conviventi con i genitori che acquistano o riacquistano la cittadinanza.

 

5Cosa accade al minore straniero che arriva in Italia?

Anche se entra nel nostro Paese in modo illegale, gli vengono riconosciuti i diritti previsti dalla Convenzione di New York sui Diritti del fanciullo del 1989. La priorità è il suo «superiore interesse».

scuolabus in fiamme a san donato milanese 10 scuolabus in fiamme a san donato milanese 10

Tuttavia in questo caso non è prevista la cittadinanza, ma solo varie tipologie di permessi di soggiorno: per minore età, affidamento, motivi familiari (con parenti entro il terzo grado e regolari in Italia), protezione sociale, richiesta di asilo e asilo.

 

6 È prevista la cittadinanza per meriti speciali?

Sì, a patto che l' interessato presti giuramento di fedeltà alla Repubblica. Può essere concessa con decreto del capo dello Stato, sentito il parere del Consiglio di Stato e dopo delibera del Consiglio dei ministri su proposta del Viminale - in accordo con la Farnesina -, allo straniero che abbia reso eccezionali servizi all' Italia o quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato. Al processo concorrono i pareri degli organismi di sicurezza e delle Prefetture. Si è cittadini italiani dal giorno successivo al giuramento.

 

7Quando scatta la revoca?

In automatico quando il soggetto si arruola nell' esercito di uno stato straniero oppure se lavora in un ente pubblico straniero nonostante il divieto del governo italiano, o ancora se viene revocata l' adozione per sua colpa (ma soltanto se in possesso di un' altra cittadinanza) e infine se in stato di guerra con un' altra nazione abbia acquisito la sua cittadinanza, vi abbia ricoperto un incarico pubblico o vi abbia prestato servizio militare. 8E per il decreto sicurezza?

 

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Nel caso rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale dopo condanne per gravi reati: definitive per delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell' ordinamento costituzionale, per i quali la legge prevede pene non inferiori nel minimo a 5 e nel massimo a 10 anni di reclusione. La revoca della cittadinanza scatta entro tre anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell' Interno.

 

 

 

 

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