attilio fontana coronavirus

ATTILIO FLAGELLO DI DIO - I SOLDI DELLA MAMMA ALL'ESTERO, L'APPALTO (SENZA GARA) AL COGNATO, IL BONIFICO DA 250 MILA EURO: TUTTO QUELLO CHE NON TORNA DEI PASTICCI DI FONTANA - IERI ROGATORIA IN SVIZZERA SUI CONTI DELLA MADRE: IL GOVERNATORE LOMBARDO AVEVA FATTO NEL SETTEMBRE 2015 UNO SCUDO FISCALE PER 5,3 MILIONI DI EURO - GLI SMS MANDATI A SUA MOGLIE ROBERTA DAL FRATELLO ANDREA DINI: "ORDINE CAMICI ARRIVATO. HO PREFERITO NON SCRIVERLO AD ATTI"...

Mic. All. per "Il Messaggero"

 

attilio fontana col pallottoliere dopo i conti sbagliati sui casi covid in lombardia

Forniture fatte passare per donazioni, bonifici sospetti e annullati, conti esteri. Il vaso di Pandora giudiziario, per il governatore Attilio Fontana, si è scoperchiato nei primi mesi dell'emergenza sanitaria.

 

Il 16 aprile 2020, per la precisione, con l'affidamento diretto e senza gara della commessa per la fornitura di 75 mila camici e altri dispositivi di protezione destinati al personale sanitario della Regione Lombardia per far fronte alla prima ondata di Coronavirus.

 

Per l'approvvigionamento da mezzo milione di euro viene scelta la Dama spa, società di Andrea Dini, cognato del governatore, e di cui Roberta Dini, moglie di Fontana, detiene una quota. In maggio viene a galla il conflitto di interessi e l'operazione di compravendita viene trasformata in donazione.

 

ATTILIO FONTANA

A questo punto, per la Procura di Milano, che ha indagato il politico per frode, il governatore commette un passo falso: Fontana, secondo l'ipotesi dell'accusa, cerca di risarcire il cognato per il mancato introito con un bonifico da 250 mila euro fatto partire da un conto corrente svizzero.

 

L'operazione, però, finisce nel mirino dell'antiriciclaggio della Banca d'Italia: viene segnalata come «sospetta» dalla Uif e il report viene inoltrato alla Guardia di finanza e alla Procura.

 

ATTILIO FONTANA

Ecco i problemi: il bonifico non ha una causale coerente con l'importo, mentre il versamento è stato disposto da soggetto considerato sensibile, visto l'incarico politico svolto.

 

Nel frattempo, per lo scandalo legato alla fornitura dei camici, vengono indagati anche Dini e l'ex dg di Aria, centrale acquisti della Regione Lombardia, Filippo Bongiovanni: le ipotesi sono frode in pubbliche forniture e turbativa nel procedimento di scelta del contraente.

 

A carico del governatore, invece, partono accertamenti paralleli sui conti correnti, tramite l'Agenzia delle Entrate e, da ieri, con l'avvio della rogatoria.

 

FONTANA CAMICE DI FORZA – BY BOCHICCHIO

IL BONIFICO

Il bonifico in favore di Dini è partito da un conto svizzero intestato a Fontana, aperto presso la banca Ubs Ag di Lugano. Su quello stesso conto, il politico aveva fatto nel settembre 2015 uno scudo fiscale per 5,3 milioni di euro, detenuti fino ad allora da due trust.

 

Il fondo era originariamente della madre del governatore, Maria Giovanna Brunella, dentista, morta a 92 anni nel giugno 2015: la donna era intestataria dei trust, creati alle Bahamas tra il 1997 e il 2005.

 

«Quel conto non solo è perfettamente legale e frutto del lavoro dei miei genitori - aveva spiegato il presidente leghista, sottolineando di avere semplicemente ereditato il denaro dalla madre - ma è dichiarato, pubblico e trasparente».

 

andrea dini attilio fontana

Ma ecco le operazioni su cui sta indagando la Finanza. Il primo conto estero viene aperto dalla madre del politico leghista nel 1997. Al figlio, in quel periodo sindaco di Induno Olona (Varese), viene affidata la «procura», cioè la delega a operare.

 

Nel 2005, il patrimonio viene spostato in un secondo deposito collegato a un trust con sede a Nassau. In questo caso Fontana risulta «erede beneficiario» ed è proprio qui che si sarebbero registrati i movimenti considerati sospetti.

 

I CELLULARI

La procura di Milano, lo scorso settembre, aveva chiesto di acquisire il contenuto dei cellulari degli indagati. «C'è il diffuso coinvolgimento di Fontana in ordine alla vicenda relativa alle mascherine e ai camici, accompagnato dalla parimenti evidente volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti», aveva scritto il pm nella richiesta, allegando un messaggio del 16 febbraio in cui Dini scriveva alla sorella: «Ordine camici arrivato. Ho preferito non scriverlo ad Atti». E lei: «Giusto bene così».

 

inchiesta di report su camici alla regione lombardia

Secondo gli inquirenti, all'epoca la Dama spa si trovava in una situazione di difficoltà economica, dovuta principalmente alla cancellazione di molti ordini a causa dell'emergenza sanitaria.

 

Il 29 febbraio, aveva sottolineato ancora la Procura, Dini aveva informato la sorella del calo di fatturato dell'azienda di famiglia: «Per la prima volta in 3 generazioni parlerò con i sindacati per ridurre il personale».

 

ATTILIO FONTANA

E ancora: «Poi si chiudono se possibile NY e Montenapoleone dove perdiamo da sempre ma adesso è troppo». Il 19 marzo Roberta Dini aveva scritto: «Bisogna cercare di riconvertirsi in mascherine». I messaggi erano stati estrapolati dal cellulare di Dini, che era stato sequestrato.

i movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domani 1attilio fontanaattilio fontana 1attilio fontana si mette la mascherina 2attilio fontana si mette la mascherina 1i movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domani

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?