zaia salvini giorgetti draghi

UN AVVICINAMENTO QUI, UNA PAROLINA LÀ E LA LEGA E’ GIÀ AI PIEDI DI DRAGHI - CI SAREBBERO STATE DELLE CAUTE INTERLOCUZIONI TRA SALVINI E PERSONE VICINE ALL’EX GOVERNATORE - GIORGETTI E’ IN ESTASI: “DRAGHI E’ COME CRISTIANO RONALDO” - S’UNISCE ANCHE ZAIA: “È UN PERSONAGGIO DI INDISCUSSO STANDING INTERNAZIONALE. È L'UOMO CHE HA RISCATTATO L'IMMAGINE DELL' ITALIA ATTRAVERSO TUTTA LA SUA CARRIERA IN PARTICOLARE NEI SUOI OTTO ANNI DI PRESIDENZA DELLA BCE. E NEMMENO È SOLTANTO QUESTIONE DI CURRICULUM”

1 - LEGA IN PRESSING, SALVINI È TENTATO GIORGETTI: DRAGHI È COME RONALDO

Estratto dell’articolo di M.C. e PDC per il “Corriere della Sera”

 

salvini meloni

Divisi alle consultazioni e divisi, con ogni probabilità, anche al governo. Finisce anche visivamente l' unità del centrodestra […] la posizione del leader leghista oggi è quella del «vado a vedere»: «È mio dovere ascoltare Draghi, senza pregiudizi e senza veti». […] i punti fermi sembrano il sì di Forza Italia e il no deciso di Giorgia Meloni […]

 

La Lega sembra aver superato il bivio. Tra l'altro, già ci sarebbero state delle caute interlocuzioni tra Salvini e qualcuno vicino a Mario Draghi. Alla segreteria del partito, il vicesegretario Giancarlo Giorgetti esprime con grande enfasi la sua posizione nota: «Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo, uno come lui non può stare in panchina».

 

Poi, spiega che va esclusa solo «l'astensione» della Lega, o sarà sì o no, e avverte che non si può escludere «il primo partito» perché sarebbe «un governo zoppo». Salvini […] in serata, da Maurizio Mannoni, fa un passo ulteriore: «È mio dovere ascoltare Draghi. Senza pregiudizi e senza porre veti». […]

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

 

2 - ZAIA: MATTEO SI MUOVERÀ CON SENSO DI RESPONSABILITÀ SONO CERTO CHE IL CONFRONTO SARÀ UN PUNTO DI PARTENZA

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

«Sono sicuro che Matteo Salvini saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità».

Luca Zaia, il governatore del Veneto, ieri ha partecipato alla segreteria politica della Lega.

 

zaia salvini

In che senso «la vostra identità»?

«Nel senso che Salvini affronterà il colloquio con Draghi mettendosi al tavolo ascoltando senza pregiudizi i progetti di governo del presidente incaricato. È il famoso tema dei punti fondamentali: si va al tavolo per verificare se sia possibile lavorare».

 

Lei che cosa pensa di Mario Draghi?

«È un personaggio di indiscusso standing internazionale. È innegabile e saremmo poco onesti intellettualmente se non lo dicessimo: è l' uomo che ha riscattato l' immagine dell' Italia attraverso tutta la sua carriera in particolare nei suoi otto anni di presidenza della Bce. E nemmeno è soltanto questione di curriculum».

mario draghi. 1

 

Se dovesse esprimere un dubbio?

«Il campo di gioco non è esattamente il suo. Stiamo parlando di un' attività di governo con rapporti sanciti dalla Costituzione. È un' azienda con un consiglio di amministrazione e anche un' assemblea dei soci».

 

Teme che in un contesto come quello del Parlamento italiano persino lui subirebbe un logorio?

«Noi amministratori viviamo tre fasi. La presa in carico, la luna di miele e la fine della luna di miele. Come diceva il Rousseau vero, il popolo ti dà la delega a rappresentarlo e quando non lo rappresenti più te la toglie».

 

Tutto questo per dire?

«Per dire che le progettualità di chi rappresenta il popolo devono essere rispettose della sostenibilità e anche del buon senso».

 

Buon senso?

Giorgetti Salvini

«Beh, è chiaro che non potremmo mai riconoscerci nelle istanze espresse dai 5 Stelle. Se ci si chiedesse di sostenere una patrimoniale, è chiaro che mai potremmo condividere».

 

Resta il fatto che i 5 Stelle sono la forza più rappresentata in Parlamento. Non è un problema?

«I numeri in Parlamento sono un dato. Ma al di là della contabilità, c' è anche la qualità dei numeri. C' è chi rappresenta i cittadini anche fuori dal Parlamento e chi in Parlamento non li rappresenta più».

 

mario draghi.

Lei pensa che si potrebbe anche arrivare a un vostro coinvolgimento diretto nel governo? Vede ministri della Lega?

«Matteo Salvini ha il pieno mandato di tutti noi, rappresenta un movimento che oggi è la forza più significativa del paese e dunque tutto dipenderà dal significato che vorrà dare Draghi all' interlocuzione con la Lega. Quali priorità vorrà condividere e se tutto ciò si potrà trasformare in un percorso comune».

 

Pensa anche lei, come altri leghisti, che ci sia chi lavora per non farvi entrare?

«Guardi, io reputo Draghi una persona intelligente e a modo. Mi rifiuto di pensare che i colloqui che intratterrà con noi siano soltanto delle liturgie. Il confronto con Salvini e con la Lega non è soltanto il confronto con il primo partito del paese, ma anche con quello che ha responsabilità di governo nei territori più produttivi. Sono convintissimo che un rituale vuoto non sia nello stile di Mario Draghi e che il confronto con il nostro movimento non sia un punto finale ma di partenza».

salvini giorgetti

 

Da che cosa dovrebbe partire Draghi?

«Per la mia parte politica, parla il segretario. Da governatore, vedo che i dossier che si troverà subito sul tavolo sono fondamentali. Il primo è il pacchetto del Recovery plan. Se gestito bene, e dunque non come è stato fatto fino ad oggi, potrà diventare una gigantesca opportunità per il paese, sono quasi 225 miliardi per il rilancio dell' economia e della crescita. E poi, ovviamente, c' è il Covid, visto e considerato che non ne siamo ancora usciti. Ma ci sono molte altre istanze. Per me, da veneto, c' è l' autonomia in primis».

 

Gli industriali hanno già chiesto a Mario Draghi di tagliare quota 100...

mario draghi

«Legittimamente ciascuno può presentare le proprie istanze. Dall' altro è anche vero che la sintesi spetta a chi governa. Prova ne sia che la Lega difende un' istanza condivisa anche dagli industriali, ovvero il no categorico a una patrimoniale. Ma siamo anche ben attenti alle istanze dei lavoratori, cha rappresentano una delle due colonne portanti dell' economia insieme all' impresa. Questo significa essere un partito labour».

 

C' è qualcosa che vuole dire a Draghi?

«Questo paese deve uscire dal medioevo e conoscere un nuovo Rinascimento. Il vero impegno che tutti dobbiamo metterci è nel porre fine a questa stagione basata sull' odio sociale e pensare che la sfida debba essere una equa distribuzione del benessere e non del malessere».

salvini zaia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…