maas merkel salvini meloni

AVVISO AI NAVIGATI - NELLA RECENTE VISITA ROMANA, IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO HIEKO MAAS HA AVUTO UN INCONTRO RISERVATISSIMO CON ALTE AUTORITÀ ISTITUZIONALI DEL NOSTRO PAESE - DURANTE LA CHIACCHIERATA MAAS AVREBBE COMUNICATO UN NO A CARATTERI CUBITALI A UN EVENTUALE APPRODO A PALAZZO CHIGI DI MATTEO SALVINI E DI GIORGIA MELONI. SECONDO LA MERKEL, IL LORO SOVRANISMO ANTI-EUROPEISTA RISCHIEREBBE, TRA L’ALTRO, DI FAR SALTARE GLI AIUTI COMUNITARI ALL’ITALIA DEL COVID IN AGENDA NEI PROSSIMI ANNI

heiko maas angela merkel

DAGONEWS

Quattro giorni fa il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Federale tedesca, Hieko Maas, è atterrato a Roma dove ha incontrato il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio e compiuto una visita all’ospedale Spallanzani.

 

Così recitavano le agenzie, omettendo però un incontro riservatissimo con alte autorità istituzionali del nostro paese. Durante il quale Maas ha comunicato un NO a caratteri cubitali a un eventuale approdo a Palazzo Chigi di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. Alla Merkel, cioè la boss dell’Unione Europea, il loro sovranismo anti-europeista potrebbe, tra l'altro, mettere a rischio gli aiuti comunitari all’Italia del Covid, in agenda nei prossimi anni

 

2 - SALVINI E IL GIOCO DEL RIMBALZO

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

heiko maas e luigi di maio allo spallanzani

Nello stallo generale, la destra e la sinistra - pur senza assomigliarsi - hanno qualcosa in comune: si accontentano di poche idee, non rischiano e restano ferme sui temi consolidati. Prendiamo Matteo Salvini. Ha sofferto un evidente calo di consensi dovuto all'incapacità di aggiornare il suo bagaglio politico nei mesi del Covid.

 

Si era detto con ragione che il successo della Lega sul piano nazionale come "nuova destra" era dovuto in modo esclusivo alla campagna anti-migranti: quando la pandemia ha imposto altre priorità, il partito salviniano è rimasto privo di argomenti, anzi è stato spinto sulla difensiva dalle polemiche sulla sanità in Lombardia.

 

salvini meloni

Negli ultimi giorni qualcosa è cambiato. Salvini appare rincuorato per via dei nuovi sbarchi di migranti e per l'ipotesi, avvalorata anche da fonti indipendenti, che tra i profughi ci sia qualche ammalato in grado di spargere il contagio. Inoltre è scoppiato il caso di Mondragone, una brutta storia suscettibile di portare acqua al mulino leghista.

 

Questo significa che la Lega sta maturando una proposta di governo nella quale i suoi voti potranno essere pesati e non solo contati? Non proprio. La presenza del Carroccio sulla scena pubblica è quasi sempre di rimbalzo. Il Viminale autorizza uno sbarco? Salvini ribatte rammentando la sua gestione del ministero. Si accende un focolaio di Covid?

salvini meloni

 

La responsabilità è del lassismo della sinistra. Idem per una minaccia all'ordine pubblico nelle strade. Il leader leghista non ha sempre torto sui singoli episodi, ma colpisce il perenne gioco di rimessa. Idem sull'Europa, tema spinoso.

 

La diffidenza verso la moneta unica rimane costante (benché "per il momento" non si pone il problema dell'Italexit), lo scetticismo verso l'Unione si è persino consolidato - vedi la nomina di Alberto Bagnai come responsabile economico del partito - nella convinzione, purtroppo non immotivata, che le risorse economiche arriveranno in ritardo rispetto ai tempi della nostra crisi.

 

GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Tutto questo può servire a vincere le prossime elezioni regionali, dopo l'accordo faticoso con FdI e Forza Italia: dove vincere vorrebbe dire lasciare al centrosinistra solo la Toscana e la Campania. E può servire a recuperare consensi nei sondaggi proiettati verso le futuribili elezioni politiche. Il problema è che su tali basi la destra, pur maggioranza nel Paese (o meglio, minoranza più forte) non sarà in grado di governare.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

 

E forse nemmeno lo vuole. In ogni caso è poco verosimile che l'Italia, in piena recessione e con il debito fuori controllo, possa avere una classe dirigente che si pone in urto frontale con l'Unione. A meno che, certo, la stessa Unione non collassi. Ma anche in questo caso il Paese rischierebbe di essere travolto dalla reazione dei mercati molto prima degli ex partner.

 

Come è noto, dei tre segmenti in cui si articola la destra, almeno uno - il partito di Berlusconi - non condivide nulla della linea leghista. Renato Brunetta, per citare un nome, si batte da tempo per incrinare la linea "sovranista" e imporre le posizioni di Angela Merkel e del Ppe.

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Quanto a Giorgia Meloni, forte del 13-15 per cento dei consensi, non sembra desiderosa di subire la leadership massimalista di Salvini. Il nazionalismo di FdI è più complesso e tenta un aggancio storico con il "gollismo". Il che significa riforma presidenzialista - tutta da immaginare - e comunque un rapporto meno conflittuale con l'Europa. Ma anche qui la strada è lunga.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....