montecitorio

AVVISO AI NAVIGATI: SE SI TORNA A VOTARE NEI PROSSIMI 4 MESI, LO SI FA SENZA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI - C’E’ IL QUORUM PER IL REFERENDUM CONFERMATIVO: STOP ALLA RIFORMA VOLUTA DAL M5S SUL DIMEZZAMENTO DI DEPUTATI E SENATORI – LA LEGGE, APPROVATA CON LARGO CONSENSO MESI FA, DOVEVA ENTRARE IN VIGORE ALL’INIZIO DEL 2020 MENTRE ORA…

Claudio Del Frate per corriere.it

 

montecitorio

Il taglio dei parlamentari, approvato solo qualche mese fa, potrà essere sottoposto a un referendum confermativo. Servivano le firme di almeno 64 senatori (un quinto del totale) e il traguardo è stato raggiunto questa mattina, mercoledì. Ne ha dato notizia l’esponente del Pd Tommaso Nannicini. La sessantaquattresima firma necessaria è stata quella di Francesco Giacobbe, senatore eletto in Australia. In questo modo si blocca il «taglio» dei parlamentari: la legge doveva entrare in vigore all’inizio del 2020 mentre ora partirà l’iter per indire il referendum. Primo passo, l’esame da parte della Cassazione.

 

Il dimezzamento di deputati e senatori era stato approvato in via definitiva con una maggioranza «bulgara» l’8 ottobre scorso alla camera: avevano votato a favore M5S (per cui la lotta alla «casta» è un cavallo di battaglia), Pd, Italia Viva, Lei, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Il nuovo assetto prevedeva il calo da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Trattandosi di una modifica della Costituzione , la riforma poteva essere sottoposta a un ulteriore esame da parte dell’elettorato.

 

aula montecitorio

Tra le strade percorribili anche la richiesta di un referendum da parte di un quinto degli appartenenti a una delle due Camere. La richiesta è stata sottoscritta anche da senatori che avevano votato entusiasticamente per il taglio, di tutti gli schieramenti. Tra gli ultimi ad aggiungersi i parlamentari doi Forza Italia Maurizio Gasparri e Lucio Malan. Anche Matteo Salvini ha dato la sua benedizione: «ho votato quella riforma , se i cittadini lòa confermano o la smentiscono per me è la cosa migliore».

 

Il taglio, promosso dai pentastellati, ha superato quattro esami del parlamento: lì'ultima, decisiva, era coincisa con il cambio della maggioranza di governo, da Lega-M5S a Pd-M5S. Era stata una delle condizioni del «ribaltone» dell’agosto scorso: i grillini avevano accettato la nuova alleanza con i dem proprio in cambio dell’immediata approvazione del dimezzamento dei seggi. Ora tutto torna in discussione e, se Cassazione e Corte Costituzionale daranno il via libera, si terrà una consultazione popolare.

 

La riforma porterebbe a un risparmio di circa 100 milioni l’anno. Il fronte dei contrari al taglio sostiene che questa cifra è del tutto trascurabile e che comporterebbe una perdita di potere di rappresentanza da parte dei cittadini. Il rapporto. Attualmente in Italia ogni parlamentare rappresenta circa 96.000 cittadini; con la riforma il rapporto passerebbe a 151.000, il più alto d’Europa (la Francia e la germania sono a 116.000, La Gran Bretagna a 101.000)

montecitorio

 

 

PERCHÉ IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È COSÌ IMPORTANTE

Barbara Tedaldi per agi.it

 

Il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari potrebbe divenire realtà se, come annuncia la Fondazione Einaudi che l'ha promossa, la raccolta di firme di senatori raggiungesse la necessaria soglia di 64. Oggi si terrà la conferenza stampa in cui la Fondazione annuncerà il risultato fin qui ottenuto. Il referendum potrebbe tenersi anche se lo chiedessero 126 deputati o cinque consigli regionali o 500 mila elettori.

 

Se il referendum dovesse tenersi, molto probabilmente la data dovrebbe essere tra maggio e giugno e rappresenterebbe un elemento che potrebbe modificare le carte di tavola per un panorama politico in costante fibrillazione. Il mese più caldo, paradossalmente rispetto al clima, sarà gennaio. Proprio a inizio del 2020 infatti, c'è un intreccio di date da segnare in rosso.

montecitorio

 

Il 12 gennaio scadono i tre mesi di tempo prescritti dalla Costituzione per chiedere il referendum sul taglio dei parlamentari.

Il 15 gennaio la Consulta dovrebbe pronunciarsi sul referendum leghista per l'abolizione della quota proporzionale dell'attuale legge elettorale.

Il 26 i cittadini di Emilia Romagna e Calabria saranno chiamati alle urne. Senza contare l'annunciata verifica di un governo le cui forze di maggioranza sono in perenne tensione.

 

Cosa succederebbe se si indicesse il referendum

Ma tornando all'ipotesi di un referendum costituzionale, se lo si indicesse, la legge sul taglio dei parlamentari resterebbe 'non promulgata' fino all'indomani dello svolgimento della consultazione e questo creerebbe una 'finestra' durante la quale, se cadesse il governo e si andasse a elezioni, le forze politiche potrebbero nuovamente eleggere 945 parlamentari invece dei 600 previsti dalla riforma.

 

Dal Quirinale è stato più volte fatto trapelare che il referendum non rappresenterebbe un salvacondotto per non votare: se infatti si andasse a una crisi di governo a gennaio, non sarebbe proponibile attendere, magari con un governo di transizione, per tanti mesi, con il rischio di una esposizione dei conti pubblici alle tensioni dei mercati finanziari.

 

Certo ci sono alcuni costituzionalisti che discutono della reale rappresentatività di un Parlamento eletto con regole che cambierebbero entro pochi mesi, ma la realtà di un Paese senza guida salda dovrebbe fare premio su tutto.

giuseppe conte luigi di maio dario franceschini

 

Tutto sta a capire, dunque, a chi converrebbe votare subito, sciogliendo le Camere tra gennaio e febbraio, eleggendo 945 parlamentari, e a chi invece converrebbe proseguire la legislatura fino all'elezione del nuovo Capo dello Stato, garantendo la prosecuzione del mandato per i parlamentari già in carica.

 

Se invece il referendum non si tenesse?

In quel caso la riforma del taglio parlamentari entrerebbe in vigore a fine gennaio, quindici giorni dopo la sua promulgazione sulla Gazzetta ufficiale. Dal punto di vista elettorale, la nuova legge costituzionale si potrebbe applicare solo da fine marzo, 60 giorni dopo la sua entrata in vigore. La legge concede infatti massimo due mesi di tempo al governo per esercitare la delega con la quale si adeguano i collegi elettorali.

 

salvini

Dunque in caso di crisi di governo a gennaio-febbraio si dovrebbe attendere qualche settimana per poter votare con la riforma del taglio dei parlamentari già in vigore. Ma esiste anche un'altra incognita e cioè con quale legge elettorale si voterebbe: la Consulta dovrebbe infatti pronunciarsi il 15 gennaio sul referendum promosso dalla Lega sul maggioritario.

 

Se darà il via libera, sarebbe difficile un ritorno alle urne per scegliere il nuovo Parlamento con una legge elettorale 'sub iudice' della volontà popolare. E qui entra in gioco la carta riforma del sistema di voto, su cui si sta confrontando la maggioranza, con l'intento di chiudere su un modello entro dicembre (ma i tempi potrebbero slittare a gennaio). Insomma, situazione politica a parte, molte sono le incognite con le quali i leader politici debbono fare i conti, prima di decidere se facilitare il prosieguo della legislatura o decretarne la fine. 

MONTECITORIO

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…