Federico Capurso per "la Stampa" – Estratti
Si erano visti dieci giorni fa, i leader del centrodestra. Volevano ripartire con un'altra marcia, dopo l'estate; mettersi alle spalle le ruggini, le incomprensioni, le scornate che tenevano incagliato ogni dossier. Niente da fare. Hanno dovuto rivedersi ieri, sempre a Palazzo Chigi, perché il clima non è migliorato, pochi nodi sono stati sciolti e in più, adesso, si deve impostare la legge di bilancio. Per questo, al pranzo di lavoro convocato da Giorgia Meloni, oltre ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e al leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, questa volta c'era anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Il titolare di via XX settembre è stato chiamato a catechizzare i presenti: «Non ci sono tesori o tesoretti nascosti, dobbiamo fare i conti con la situazione attuale, che non consente di essere di manica larga nel ventaglio di misure che vogliamo disporre», questo il senso del suo discorso. Ha quindi ricordato che il piano strutturale di bilancio dell'Italia dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 20 settembre, in linea con la scadenza fissata dalla Commissione Ue.
antonio tajani giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt077
E ha voluto spiegare (di nuovo) come andrà costruita l'impalcatura della prossima manovra, ora che ci sono le nuove regole del Patto di Stabilità europeo da rispettare. Di nuovo, perché i ministri e i leader erano già stati incontrati, tra giugno e luglio. Questo, diciamo, è stato un pranzo utile soprattutto a ribadire i «limiti» che ci sono intorno a una manovra che dovrà essere, come recita la nota congiunta finale, «seria ed equilibrata».
Un proposito che il governo intende raggiungere «confermando quanto di buono è stato fatto», come il taglio del cuneo fiscale, e concentrando le poche altre risorse a disposizione« sulle priorità già indicate - famiglie, imprese, giovani e natalità -,mettendo fine alla stagione dei bonus». Insomma, «non sarà una legge di bilancio lacrime e sangue, ma l'accordo generale è che non si possono fare spese pazze e sperperare i soldi», sintetizza Tajani uscendo dal vertice.
Forza Italia però a questo giro vuole far valere la crescita di consenso dell'ultimo anno.
MELONI E MATTARELLA CON FAZZOLARI, TAJANI, GIORGETTI, FITTO E ZAMPETTI
Le Europee hanno certificato il ruolo di FI di seconda forza del centrodestra a svantaggio della Lega, e Tajani, quindi, alza il pressing annunciando che oggi «una delegazione di Forza Italia incontrerà Giorgetti». Nei corridoi del ministero dell'Economia non hanno accolto la pubblicità con particolare entusiasmo. Certi incontri "informali" avrebbero preferito tenerli riservati.
Tant'è, i due capigruppo, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, insieme al responsabile economico del partito, Maurizio Casasco, e al responsabile Dipartimenti, Alessandro Cattaneo, busseranno al portone di via XX settembre e porteranno a Giorgetti le richieste di Forza Italia: rivalutare le pensioni minime (con l'obiettivo di legislatura di arrivare a pensioni da mille euro); confermare e allargare il taglio cuneo fiscale; estendere la decontribuzione per le lavoratrici madri anche alle autonome; e per i giovani under 35, mutui agevolati e nuovi sgravi per chi li assume.
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO
Tengono il fiato sul collo del ministero dell'Economia perché, viene fatto sapere dal quartier generale azzurro, si teme che di questo passo alcune bandiere forziste - come le pensioni minime a mille euro - non solo non si riusciranno mai a fare, ma nemmeno ci si andrà vicino. Cercano dunque rassicurazioni e, possibilmente, dei primi segnali di buona volontà dal governo.
La manovra rischia di mettere alla prova la tenuta della coalizione, specie se gli alleati arriveranno al tavolo delle trattative con tanti, troppi dossier in stallo. A partire da quelli più pesanti: il rinnovo del consiglio d'amministrazione Rai e il candidato per la Liguria
giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani tajani giorgetti PADRI E FIGLI - PARENTOPOLI - POSTER BY MACONDO
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