draghi franco colao

BANANA REPUBLIC – SE I MINISTRI POLITICI FANNO RIDERE, I MINISTRI TECNICI PORTATI DA DRAGHI FANNO PIANGERE - COLAO, GIAVAZZI, FRANCO SULLE NOSTRE AZIENDE STRATEGICHE (IN CRISI) STANNO A GUARDARE IMPOTENTI (O CONVIVENTI) – IL CROLLO IN BORSA DI TIM E SAIPEM, LO SCAZZO DI GIORGETTI CON COLAO SU INTEL, IL SILENZIO DI DRAGHI SULLA QUESTIONE LEONARDO-D’ALEMA-FINCANTIERI – CINGOLANI INFIAMMA IL CARO-BENZINA (“UNA COLOSSALE TRUFFA A SPESE DELLE IMPRESE E DEI CITTADINI”) MA A SPEGNERE L’INCENDIO NON SARA’ IL GOVERNO BENSI’ LA MAGISTRATURA

DAGONOTA

Giavazzi Draghi

“Mai affidare le sorti di una nazione a un manager in virtù dei successi ottenuti nelle sue aziende”. E mai tanto attuale appare il monito del premio Nobel, l’economista Paul Krugman, a ben guardare i ritardi e i disastri che si stanno consumando a Palazzo Chigi sulle vicende che riguardano le nostre imprese pubbliche strategiche.

 

Il “dream team” dei tecnici, arroganti e spocchiosi con i partiti che li sostengono alle Camere, portato nelle stanze del potere dall’ex banchiere Mario Draghi da mesi continua a tergiversare, con qualche conflitto d’interesse, sui dossier scottanti che riguardano Telecom, Intel, Leonardo (ex Finmeccanica), Saipem, Cassa Depositi e Prestiti, che ormai finanzia le aziende statali come una volta faceva l’Iri con i fondi di dotazione.

Daniele Franco

 

I “TRE MOSCHETTIERI” ALLA CORTE DI MARIO

I “Tre moschettieri” al servizio di sua maestà Draghi, Vittorio Colao (ministro Innovazione), Francesco Giavazzi (consigliere economico) e Daniele Franco (responsabile del Tesoro), stanno perdendo una dopo l’altra le battaglia ingaggiate con i rivali internazionali.

 

Alessandro Profumo

Certo, c’è la guerra in Ucraina di ben altro spessore e drammaticità, ma sul fronte interno i casi emblematici e le sconfitte dell’esecutivo si contano e si pesano: da Telecom (crollo in Borsa del 30%), tenuta in scacco da anni dai francesi di Vivendi, alla Saipem (-33%) di Francesco Caio, (altro tecnico) sull’orlo della bancarotta. Per continuare con Intel, uscita ridimensionata nella produzione dei semiconduttori con la vittoria dei tedeschi con tanto di incazzatura del sottosegretario leghista, Giancarlo Giorgetti.

 

 

SOTTO IL SEGNO DI BANKITALIA

Un “caso” a parte riguarda Leonardo dopo che l’inchiesta del quotidiano “la Verità” sulla mediazione tra l’holding di Alessandro Profumo, l’ex premier Massimo D’Alema e oscuri faccendieri sparsi tra il tavoliere della Puglia e la Colombia. Sull’affaire, dove in una telefonata si fa cenno (D’Alema)a una provvigione di 80 milioni per i lobbisti in campo, il silenzio dell’amministratore e del governo Draghi non aiuta a spazzare via la polvere che si è annidata sulla già opaca vicenda.

 

D'Alema

Perderà la poltrona Profumo? Oppure, come fin qui è successo, i “Tre moschettieri” di Supermario copriranno con la coperta di ex Bankitalia gli errori dei capataz pubblici com’è finora accaduto sia a Saipem (Caio) ma anche a Tim, presieduta dall’ex direttore generale di via Nazionale, Salvatore Rossi? Quest’ultimo ha assistito, nei panni del Don Abbondio pusillanime, all’ennesimo cambio della guardia (non indolore dopo la “botta” in Borsa) ai vertici dell’ex monopolista pubblico: fuori Luigi Gubitosi, secondo i voleri di Vivendi, e dentro il rampante Pietro Labriola.

 

ROSSI DON ABBONDIO, NELLA TIM FRANCESE

La ragione? Sbarrare le porte al fondo d’investimento americano KKr che aveva avanzato una proposta di Opa non ostile guardata invece con interesse proprio da Gubitosi. Ma non passa una settimana con i soldi degli azionisti-risparmiatori bruciati sotto gli occhi di Rossi, che Tim – con il placet di Cassa Depositi e Prestiti -, apre alla trattativa con il fondo americano recuperando qualche spicciolo in Borsa (+4,9%). E pennellone Colao, ex numero uno di Vodafone (a proposito di latenti conflitti d’interesse), da ministro dell’Innovazione ha fatto da spettatore assistendo ai voltafaccia in Tim. Mai sporcarsi le mani.

Gubitosi Rossi

 

L’ENI IL GOVERNO E LA TRUFFA PETROLI

L’ultimo capitolo delle maldestre avventure di Draghi e dei suoi “Tre moschettieri” riguarda sia pure in parte l’Eni, il maggiore produttore-distributore di petrolio in Italia. Mentre il prezzo della benzina (con aumenti a catena sui generi di consumo e sulle bollette elettriche) taglieggiava le famiglie, con un colpo d’ala il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (fisico e dirigente d’azienda) annunciava che i rincari erano frutto sdi una “colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini” da parte dei produttori di carburanti.

colao vittorio

 

A fronte di questa mirabolante denuncia (a mezzo stampa non in una sede istituzionale) cosa avrebbe dovuto fare un governo che si rispetti se non riunire un consiglio di gabinetto per mettere fine all’imbroglio. E nel frattempo convocare il presidente dell’Eni, Claudio Descalzi, per fare luce sui presunti raggiri dei petrolieri.

 

Roberto Cingolani

Macché! È in programma a Palazzo Chigi un decreto sull’Ucraina, in cui sarà inserito l’obbligo per le aziende (proposta Giorgetti) di notificare le operazioni con l’estero (Golden share). Della serie non passi lo straniero che non piace a Bruxelles. Sulla denunciata speculazione dei petrolieri sui carburanti si occuperà la Guardia di Finanza e la procura di Roma che ha aperto un’inchiesta. Amen. Ma quello di Draghi è un “governo balneare” finito sul bagnasciuga in tempi di guerra? Ah, saperlo…

 

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."