bergoglio ratzinger

BENEDETTO SIA IL TUO SILENZIO - LO STOP DI RATZINGER AI PRETI SPOSATI RIAPRE LA QUESTIONE DELLA COABITAZIONE CON BERGOGLIO CHE INVECE PREME PER APRIRE AL SACERDOZIO PER I DIACONI SPOSATI IN AMAZZONIA - SERVONO NUOVE REGOLE PER “L’EMERITO” SOPRATTUTTO PER SOTTRARLO A CHI VUOLE USARLO PER ANDARE CONTRO IL PAPA - PREGHIERA, LETTURA E PIATTI BAVARESI: ECCO LA VITA QUOTIDIANA DI BENEDETTO XVI NEL MONASTERO MATER ECCLESIAE…

Domenico Agasso Jr per “la Stampa”

 

Il Vaticano appare sempre più stretto per "due Papi". La "coabitazione" rischia troppo spesso di creare fratture dentro la Chiesa o perlomeno di alimentare confusione tra i fedeli. Lo stop in un libro firmato da Benedetto XVI a possibili aperture ai preti sposati diventa nuova benzina sul fuoco. E riapre la "questione costituzionale" sull' assenza di una regolamentazione dell' istituto del pontefice emerito.

 

BERGOGLIO RATZINGER

Lo confermano vari prelati Oltretevere, che spiegano come le pressioni in questo senso sul C6, il Consiglio di cardinali che sta aiutando il Papa nella riforma della Curia romana, siano aumentate. Arriverebbero anche da «atenei e giuristi». La problematica è giunta sul tavolo dei porporati. Ma non si prevedono interventi né a breve né a medio termine, neanche nella "Predicate evangelium", la costituzione apostolica che il C6 sta preparando. E in ogni caso, la materia riguarderà il Diritto canonico, non l' amministrazione di pesi e contrappesi fra i Dicasteri che governano la Santa Sede.

 

Il Papa emerito come istituzione è nuova per la Chiesa, e chi invoca di aprire la questione della regolamentazione pensa soprattutto al futuro, perché «è possibile che ce ne saranno altri. Ed è una condizione che non va trascurata», avverte Massimo Faggioli, storico del cristianesimo e teologo, docente alla Villanova University (Philadelphia, Usa). Ma evidentemente «è un passo che si può muovere solo in una situazione diversa da quella attuale, senza dare l' impressione di voler limitare la libertà del predecessore di Francesco».

BERGOGLIO RATZINGER

 

Per Faggioli, la presenza dell' emerito «può funzionare bene senza particolari statuti giuridici solo se resta invisibile. Dal momento che inizia a essere visibile in modo frequente e senza apparente coordinamento con il Papa regnante, va regolato». Anche perché l'emerito «ha diritto a essere difeso da coloro che vogliono approfittare di lui e dell' autorità di cui ancora gode».

 

I rischi che la Chiesa corre deriverebbero dal possibile abbandono dell'istituto «in mano a responsabilità individuali: così non si può sapere se agiranno per il bene della Chiesa».

Tra i motivi di chi insiste affinché la congiuntura venga affrontata, ci sarebbe la mancanza di chiarezza su valore e significato dei pronunciamenti di Joseph Ratzinger, che è ancora percepito come "il Papa teologo".

 

bergoglio ratzinger

«La gestione troppo privatistica della relativa comunicazione - sostiene Faggioli - affidata esclusivamente al suo strettissimo entourage, che non risponde a nessuno in Vaticano, pare rispondere solo al mercato dei media». E chi ha studiato l' operazione del volume con il cardinale Sarah «non comprende il rischio che rappresenta per l' unità visibile della Chiesa».

 

Per molti nei Sacri Palazzi la pubblicazione del testo è stata «inopportuna per modi e tempi». Il motivo lo riassume Faggioli: «Affronta una questione cruciale per la Chiesa, quella del celibato sacerdotale, mentre papa Francesco sta scrivendo l' esortazione post sinodale in cui comunicherà la sua decisione sulla richiesta di aprire al sacerdozio per i diaconi sposati in Amazzonia». Così «gli mette pressione e gli crea difficoltà». Ovviamente questa narrazione è contrastata, dentro e fuori la Chiesa, dalla tesi diametralmente opposta, di chi identifica in Ratzinger il custode della dottrina cristiana messa in pericolo dalle «derive» del Papa argentino.

RATZINGER E I MANIFESTI ANTI BERGOGLIO

 

2 - PREGHIERA, LETTURA E PIATTI BAVARESI VITA QUOTIDIANA DI BENEDETTO XVI

G.G. per “la Stampa”

 

Preghiera, lettura e uno sguardo vigile su ciò che lo circonda. Joseph Ratzinger fa vita ritirata, ma senza perdere contatto con la Chiesa e col mondo. La settimana scorsa una tv bavarese ha mostrato la giornata tipo del fragile ma indomito 92enne Benedetto XVI all' interno del monastero Mater Ecclesiae, ritraendone anche i saldi legami con la terra natale.

 

Buen retiro contestato Già il domicilio è controverso. «Giovanni Paolo II l'aveva concepito come un' oasi di preghiera, non come buen retiro post-abdicazione», spiega il decano dei vaticanisti Gianfranco Svidercoschi, amico e collaboratore di Karol Wojtyla. Passeggiando nei Giardini Vaticani, «Wojtyla vide questo palazzetto disabitato e decise di accogliervi suore di clausura perché non si dicesse più che in Vaticano non si prega. Nessuna traccia di tv né di termosifoni. Ogni cinque anni ruotavano le congregazioni religiose lì ospitate, finché il segretario di Ratzinger, Georg Gänswein non l' ha ristrutturato per farne la dimora del Papa emerito e dei suoi collaboratori».

BERGOGLIO RATZINGER

 

Ora la voce di Benedetto XVI è sottile e si percepisce con fatica, ma l'intelletto è lucido. Si muove su una sedia a rotelle tra pareti tappezzate di libri, accanto all' inseparabile don Georg. «Avevo una grande voce, adesso non funziona più. Ogni notte affido la Baviera al Signore, nel mio cuore sono sempre legato al nostro Stato», dice. La sua quotidianità è scandita da orari precisi, aperta dalla messa celebrata puntuale col segretario alle 7,30 nella cappella privata, sotto lo sguardo materno dell' immagine più venerata.

 

È la statua della Patrona della Baviera con Gesù in braccio, donata dall' ex primo ministro Edmund Stoiber. Mattina e pomeriggio sono accomunate dalla preghiera e dalla lettura, intervallate da pasti leggeri cucinati dalle Memores domini italiane (le suore laiche di Cl che lo assistevano pure al Palazzo Apostolico e che hanno imparato a cucinare soprattutto dolci bavaresi) e da rare visite di persone care.

BERGOGLIO RATZINGER

 

Il luogo in cui si svolge la sua "pensione" è lo studio affollato di volumi e cimeli-ricordo della famiglia e della patria. Nella residenza, foto dei genitori, dei fratelli Georg e Maria, un dipinto di Sant' Agostino portato con sé dall' arcidiocesi di Monaco e un pezzo di pan di zenzero con la scritta in tedesco "Nessun posto è come la casa", souvenir dell' Oktoberfest, come documentato dal suo biografo Aldo Maria Valli.

 

Nello studio campeggia la stessa scrivania usata per 65 anni e sulla quale sono stati scritti fondamentali saggi teologici tradotti in tutto il mondo. Poco distante la cappella dove si isola in raccoglimento due volte al giorno e la panchina nei giardini dove gode i raggi di sole delle ore più calde. Tutte le fasi della sua vita sono racchiuse in testi nei quali si immerge per lunghe ore. Pranzo e cena sono parimenti leggeri: i piatti della tradizione bavarese, a seconda dei giorni, sono alternati a specialità della cucina italiana perché insieme risulterebbero troppo pesanti.

ratzinger bergoglio germania argentina

 

Senza stemma araldico Poiché in Vaticano la forma è sostanza, Ratzinger ha rifiutato l'emblema araldico da Papa emerito ideato per lui dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. Quindi, nessun segno esteriore espressivo della nuova situazione che si è creata con la rinuncia al ministero petrino. Eppure la bufera infinita sui "due Papi" riaffiora in ogni fase accesa del dibattito ecclesiale. La situazione del tutto anomala e senza precedenti di un papato emerito reclama ancora i necessari aggiustamenti formali e sostanziali.

 

Durante il Sinodo sulla Famiglia, Ratzinger ha dovuto smentire una presunta ingerenza contro la riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. «Al momento della rinuncia, avrei preferito farmi chiamare semplicemente "Vater Benedikt", padre Benedetto, ma ero troppo debole e stanco per impormi», ha raccontato a un connazionale.

 

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

Un retroscena significativo, un tratto umanissimo della personalità che contrasta con l'immagine della diarchia in Vaticano e del Papa emerito che continua a manovrare, dal "nascondimento" del monastero, la Chiesa universale, "scavalcando" il Papa regnante. Voci secondo cui "padre Benedetto" all' occorrenza si metterebbe di traverso ai piani del suo successore.

 

La sua vita appartata da Papa emerito trascorre serena ma non distaccata nel recinto di San Pietro. Per i suoi 90 anni il vaticanista Gianni Valente ha descritto le «sparate grottesche, empie o perverse dei sedicenti fans che lo offendono come un Antipapa, contrapponendolo all' attuale Vescovo di Roma». In realtà «non solo lo sguardo lucido e connaturale sull' avvenimento cristiano che ha confessato per tutta la vita con la sua "teologia in ginocchio" (come l' ha definita Francesco), ma anche la rinuncia al Soglio indicano quale sia il cuore del mistero della Chiesa».

 

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

Scendendo dal trono, Ratzinger ha mostrato che nessun Papa può credere di essere lui a salvare la Chiesa: folgorante smaterializzazione della figura papale e sublimazione di una funzione di testimonianza. Benedetto XVI ha abbandonato qualcosa che non aveva cercato. «Se scopro chi si ostina a votarmi, lo prendo a schiaffi», sbuffò al conclave del 2005 il cardinale conservatore Giacomo Biffi. Non conosceva ancora il nome del suo elettore: Joseph Ratzinger.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…