BERNANKE CONTRO DRAGHI E MERKEL: NON SOSTENGONO L’EURO-SVILUPPO - WASHINGTON VUOLE CHE FRANCOFORTE CACCI I SOLDI

Maurizio Ricci per "la Repubblica"

La BCE? Isolata, circondata, assediata, sottoposta all'incessante fuoco delle batterie nemiche. Accuse e critiche piovono sulla sua gestione della crisi dell'euro e, prima ancora, sulle fondamenta logico- teoriche della sua strategia. Francoforte predica, ormai nel deserto, il verbo dell'austerità. Nessuno crede più che le convulsioni della moneta unica siano frutto solo di debiti pubblici eccessivi, che possano essere curate soltanto stringendo la cinghia, scaricando tutto l'onere dell'aggiustamento sui Paesi in difficoltà, senza alcun contributo da parte dei Paesi risparmiati dalla crisi per puntellare le banche o i titoli di Stato.

Il paradosso, naturalmente, è che l'attuale presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, condivide, a quanto si è potuto intravedere, molte di queste critiche. Il vero bersaglio, dunque, è piuttosto l'azionista di riferimento della Bce, il gigante tedesco. E' la lettura della crisi imposta da Berlino - i suoi No (agli eurobond, ad un maggior stimolo monetario e fiscale, all'unione bancaria) ancor più delle sue richieste - la pietra dello scandalo, che molti sperano di veder rimossa in autunno, dopo la lunga apnea preelettorale che ha paralizzato la politica tedesca.

La novità, in realtà, non è nel tenore delle critiche. Sta, piuttosto, in chi le agita ora. Quello che sta cadendo ora sul quartier generale di Francoforte è, infatti, fuoco amico, che proviene dagli altri organismi internazionali e dalle altre banche centrali. Non basta che tutte gli altri grandi istituti di emissione (l'americana Fed, l'inglese BoE, la giapponese BoJ) si muovano in senso opposto alla Bce.

Ora, in buona sostanza, lo fanno anche notare, rimproverando apertamente i tetragoni di Francoforte per le loro resistenze. Nel giro di poche settimane, infatti, l'Ocse, l'organizzazione che raccoglie i Paesi industrializzati, poi il Fondo monetario internazionale, il garante della stabilità finanziaria mondiale, e, in modo indiretto, ma trasparente, gli americani della Fed e finanche gli esperti della Bri di Basilea, la banca centrale delle banche centrali hanno indirizzato a Francoforte critiche convergenti tutte nella stessa direzione. Insomma, è una sorta di Germania-Resto del Mondo, a cui è appeso l'indirizzo dell'economia europea.

La ricetta contenuta nell'ultimo Outlook dell'Ocse è uno schiaffo a molte delle tesi sostenute, negli ultimi mesi, da Berlino. Al rischio di deflazione, dice l'Ocse, deve essere assegnato lo stesso peso del rischio di inflazione. E, poiché il primo è assai più vicino, la politica monetaria deve diventare estremamente accomodante: acquisti massicci di titoli sui mercati per sostenere la liquidità, spingendo le banche ad utilizzarla per prestiti alle imprese, invece di accumularla nelle riserve presso la Bce, che Francoforte dovrebbe far pagare.

Tutte ipotesi bloccate da Berlino, ma su cui è presto tornato, più o meno sulle stesse linee, l'Fmi che ha particolarmente insistito sull'unione bancaria. Tuttavia, avverte il Fondo «soluzioni di compromesso che lascino a livello nazionale il poterei di chiudere una banca, mentre la supervisione è centralizzata», ovvero esattamente quello che propongono i tedeschi, «comportano rischi significativi».

Le critiche più dirette sono quelle che superano l'ostacolo del galateo tradizionale, perché vengono dal mondo stesso delle banche centrali, dove, normalmente, si evita di mettere il dito nell'occhio del collega. E' quello che, invece, fa Robert Hetzel, in uno studio redatto a titolo personale, ma che è pur sempre opera del capoeconomista della Federal Reserve di Richmond (è il distretto di Washington, la capitale).

La Bce, dice Hetzel, «non ha una strategia monetaria coerente per sostenere lo sviluppo dell'economia». In particolare, «dovrebbe comprare pacchetti di titoli di Stato nella quantità che si renda necessaria per creare una forte crescita di domanda nell'economia».

Come se questo non bastasse a far insorgere Berlino, Hetzel aggiunge l'equivalente di una ginocchiata all'inguine: «La Bce deve dire chiaro e tondo a Paesi in surplus, come la Germania, che avranno un'inflazione sopra il 2% per un lungo periodo. E dovrà spiegare ai tedeschi che questa inflazione non è affatto una rinuncia alla disciplina che ha consentito loro di avere un bilancio con l'estero in attivo».

Che non sia una rinuncia, ma il riconoscimento di una propria responsabilità lo spiega Philip Turner in uno studio pubblicato dalla Banca dei regolamenti internazionali di Basilea. Se, in Europa, c'è stato chi ha fatto troppi debiti, indica Turner, è anche perché c'è stato chi ha fatto troppi prestiti e hanno sbagliato gli organismi di sorveglianza a consentirlo. Adesso, fallimenti a catena dei debitori ferirebbero anche i creditori. E' dunque interesse e, insieme, responsabilità anche dei Paesi creditori «trovare soluzioni comuni a squilibri eccessivi o prolungati».

Se si vogliono, dunque, evitare gli scenari drammatici degli anni ‘30, è la conclusione, «è necessaria una qualche simmetria nell'aggiustamento economico». In altre parole, dove i debitori stringono la cinghia, i creditori devono allargarla, pena il crollo della domanda complessiva. Un invito a cui sembra far eco immediatamente l'Fmi che, a distanza di poche ore, ha prima invitato la Francia a non inasprire le tasse, per non colpire la domanda, e poi la Germania ad «una crescita più bilanciata», che dia cioè spazio ai consumi.

 

ben bernanke-mario draghi-tim geithner draghi bernanke high jpegbernanke draghi article Banchieri Centrali Shirakawa Bernanke Trichet Draghi King Draghi, Merkel e Monti DRAGHI E MERKEL VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK FEDERAL RESERVE

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT