mike bloomberg

BLOOMBERG INVADE INSTAGRAM E SI COMPRA I POST DEGLI INFLUENCER PER RAGGIUNGERE 60 MILIONI DI UTENTI, MOLTI DEI QUALI NON GUARDANO LA TV (TAPPEZZATA DEI SUOI SPOT). L'OBIETTIVO È SEMBRARE COOL E RUBARE ELETTORI A BERNIE E PETE - TRUMP INTANTO CORTEGGIA LA SILICON VALLEY, CHE CON LUI SI È ARRICCHITA OLTRE OGNI IMMAGINAZIONE. MENTRE LA WARREN VUOLE FARLI A PEZZI E SANDERS TASSARLI A SANGUE. NON LO DICONO, MA LORO SOGNANO IL DONALD-BIS…

MIKE BLOOMBERG INVADE INSTAGRAM PER CONQUISTARE I GIOVANI CHE NON GUARDANO I SUOI SPOT. QUESTO 77ENNE EX REPUBBLICANO CON 58 MILIARDI DI PATRIMONIO RIUSCIRÀ A COMPRARSI UN'IMMAGINE COOL AGLI OCCHI DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI? LO SCOPRIREMO TRA DUE SETTIMANE

 

MIKE BLOOMBERG

DAGONEWS

 

Mike Bloomberg sta lanciando quella che probabilmente sarà la più grande operazione mediatico-pubblicitaria della storia politica moderna. Il candidato alla nomination democratica non ha partecipato alle prime quattro consultazioni (Iowa, New Hampshire, Nevada, South Carolina), e ha messo tutte le sue fiches miliardarie sul Super Tuesday. Martedì 3 marzo voteranno infatti 16 stati, e sarà assegnato il bottino più ricco di delegati, visto che andranno al voto la California (415 delegati), il Texas (228), il North Carolina (110), la Virginia (99) e il Massachusetts (91).

 

Il miliardario newyorkese, che ha un patrimonio personale di 58 miliardi, si è detto pronto a spenderne uno senza battere ciglio, ma c'è chi sostiene che alla fine potrebbe impegnarne da 2 a 5 pur di fare in modo che Trump non ottenga un secondo mandato alla Casa Bianca. Dopo il Super Bowl, ha messo qualche altra decina di milioni nelle inserzioni Facebook, e oggi il New York Times ha rivelato l'ultimo blitz: una pioggia di soldi sugli influencer di Instagram, cui ha chiesto di renderlo un candidato cool per i giovani.

MIKE BLOOMBERG MEME 2020

 

La campagna si chiama Meme 2020, e include account con un'audience di oltre 60 milioni di follower, una fascia di popolazione che spesso non guarda la tv lineare e che quindi non può essere raggiunta dai suoi spot martellanti. Se oggi andate su

 

@MyTherapistSays, @WhitePeopleHumor, @TheFunnyIntrovert, @KaleSalad, @Sonny5ideUp, @Tank.Sinatra, @ShitheadSteve, @adam.the.creator, @moistbudda, @MrsDowJones, @TrashCanPaul, @cohmedy, @NeatDad, @FourTwenty, @GolfersDoingThings, @DrGrayFang, @MiddleClassFancy e @DoYouEvenLift

 

troverete foto e messaggi pagati da Bloomberg. La legge impone di specificare che si tratta di contenuti sponsorizzati da un politico, e molti non ci hanno creduto quando hanno letto i loro beniamini rilanciare il verbo di Mike, come si fa chiamare per risultare più giovane. Funzionerà? Finora il voto degli under-35 è stato dominato da Sanders, con qualche incursione del coetaneo Buttigieg.

 

 

 

 

 

 

 

michael bloomberg

 

Il miliardario 77enne riuscirà a sembrare ''cool'' mangiando il gelato gay (esiste) e inondando le stories con il suo allegro cazzeggio? Bisogna aspettare due settimane per scoprirlo, e capire quali sono le sue chances. Di sicuro, il fronte moderato si sta sgretolando sotto i piedi di Biden (ve lo avevamo detto), che ora si gioca tutto sui neri del South Carolina. Il ticket Bloomberg-Buttigieg non è più così lunare, soprattutto perché l'establishment del partito farebbe qualunque cosa pur di non dare la nomination a Bernie, attualmente il candidato favorito.

 

Intanto Trump, come potete leggere nell'articolo che segue, ha iniziato a corteggiare i giganti della Silicon Valley.

 

I cui vertici a parole lo odiano (salvo Peter Thiel) ma in realtà lo adorano perché ha tagliato le tasse e permesso loro di consolidare i loro vantaggi monopolistici. La Warren ha promesso di farli a pezzi, Bernie di tassarli a sangue. Al momento, la safest bet per Zuckerberg e soci è di puntare di nuovo sul puzzone. Mentre incassano i miliardi di Bloomberg…

 

 

 

 

 

 

 

 

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

donald trump e il maga delle compagnie tech

Donald Trump ha deciso di cooptare i giganti tecnologici come suoi alleati. «M.A.G.A sta per Make America Great Again, ma si può leggere anche come Microsoft Amazon Google Apple», ha detto il presidente. La realtà vede i padroni dell' economia digitale in guerra contro diversi governi, e nel mirino dello stesso antitrust americano. Su Google pendono multe europee di 9 miliardi di dollari per abuso di posizione dominante; Facebook deve vedersela con il fisco americano che la accusa di elusione in Irlanda e pretende la stessa somma. Tutti i big del digitale infine sono sotto inchiesta per un decennio di acquisizioni di aziende minori con cui avrebbero cercato di soffocare la concorrenza.

 

donald trump maga microsoft apple google amazon

Google si è difesa di fronte al tribunale europeo del Lussemburgo, per cercare di fermare ben tre condanne dell' antitrust europeo, quelle che valgono 9 miliardi di dollari di multe. L' offensiva europea risale al 2017 quando la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, concluse le indagini incriminando il motore di ricerca più potente dell' Occidente. La conclusione di Bruxelles giungeva dopo un decennio di indagini, sollecitate da numerose concorrenti tra cui Microsoft.

 

donald trump con satya nadella e jeff bezos

L' accusa scattò dopo che Google aveva modificato l' algoritmo del motore di ricerca, in modo da declassare i siti dei concorrenti e da mettere in risalto i prodotti delle proprie piattaforme pubblicitarie. L' azienda californiana non ha mai negato l' addebito. In sua difesa si limita a dire che nulla vieta a un' impresa di privilegiare i propri prodotti. I legali della Commissione europea sostengono che vi è stato un danno prolungato per i consumatori, privati dei risultati di ricerca migliori per i loro interessi.

 

tim cook donald trump

Nelle varie cause contro Google in sede europea sono scesi in campo - come parti lese e quindi dal lato dell' accusa - anche associazioni di consumatori e gruppi editoriali tedeschi, oltre a diversi motori di ricerca che sono stati marginalizzati dal numero uno. La Corte generale del Lussemburgo che ha ascoltato la difesa di Google è il penultimo livello di giudizio, oltre il quale rimane la Corte europea di giustizia per fare appello. L' esito di questa causa è considerato molto significativo anche perché altre azioni europee contro l' abuso di posizione dominante sono già avviate ai danni di Amazon, Apple e Facebook.

margrethe vestager

 

Negli Stati Uniti, nonostante gli attestati di sostegno da parte di Trump, le autorità federali hanno avviato un' indagine a tutto campo su un' altra ipotesi di abuso di potere monopolistico. La Federal Trade Commission - una delle authority competenti in materia di antitrust - ha ordinato a Microsoft, Amazon, Apple, Alphabet-Google e Facebook di fornire informazioni dettagliate su tutte le acquisizioni compiute nell' ultimo decennio. Le cinque aziende nel mirino di questa nuova inchiesta formano tra l' altro il gruppo di testa per la capitalizzazione di Borsa.

sundar pichai

 

Le acquisizioni su cui dovranno fornire la documentazione riguardano almeno 400 imprese più piccole. L' accusa è che attorno alla propria posizione dominante ciascuno di questi colossi abbia costruito delle "riserve di caccia", dove ogni start-up di successo viene acquistata per impedire che diventi grande e possa minacciare il numero uno.

 

elizabeth warren

Uno dei sostenitori di questa tesi, il senatore democratico Richard Blumenthal, accusa: «Generazioni di nuovi concorrenti sono state schiacciate, mentre avrebbero potuto favorire i consumatori con i loro progressi tecnologici».

 

bill gates

È presso il tribunale di San Francisco invece che l' Internal Revenue Service (equivalente dell' Agenzia delle Entrate) chiama Facebook a rispondere dell' accusa: avrebbe eluso 9 miliardi di dollari d' imposte, travasando profitti dalle proprie attività americane verso il paradiso fiscale dell' Irlanda. La macchina fiscale americana si è messa in moto per recuperare quel gettito e spingere le multinazionali a riportare in patria i capitali parcheggiati all' estero. Spicca l' atteggiamento di Trump in controtendenza, ma ha una logica e una coerenza. Il presidente difende le "MAGA" dagli appetiti fiscali europei - vedi le varie proposte di digital tax - perché vuole che il loro imponibile sia tassato negli Stati Uniti.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."