boris johnson donald trump

BORIS E LA PROVA D'AMORE PER TRUMP: HUAWEI BANDITA DAL REGNO UNITO. MA CON CALMA: DAL 2026-27, COSÌ SI FA SEMPRE IN TEMPO A CAMBIARE TUTTO SE ALLA CASA BIANCA DOVESSE ARRIVARE BIDEN - LA REAZIONE CINESE: ''GLI USA NON DOVREBBERO RISPETTARE IL REGNO UNITO, CHE NELL'ERA POST-BREXIT È CAPACE DI SCEGLIERE DA SÉ LA PROPRIA POLITICA SULLE TELECOMUNICAZIONI? SU HUAWEI, L'AMMINISTRAZIONE TRUMP VUOLE DECIDERE''

Francesco Malfetano per ''Il Messaggero''

 

bilaterale donald trump boris johnson al g7 di biarritz

Stop al 5G cinese di Huawei nel Regno Unito. Sembra essere ormai certa la svolta anti-Pechino del premier inglese Boris Johnson che, secondo il Sunday Telegraph, ufficializzerà l'addio già la prossima settimana. Dietro alla scelta ci sarebbe un rapporto dell'agenzia governativa che si occupa di comunicazione e intelligence (Gchq), secondo cui le sanzioni imposte nei mesi scorsi dagli Stati Uniti all'azienda di Shenzhen avrebbero reso più vulnerabili le loro tecnologie.

 

Huawei in pratica non avendo accesso alla stessa componentistica prodotta al di fuori dei confini cinesi di cui disponeva fino a poco tempo fa, ora non sarebbe più in grado di garantire gli standard di sicurezza informatica che invece si pensava potesse offrire quando sono stati stipulati i contratti.

 

I piani per lo sviluppo della rete 5G sull'isola britannica vanno quindi cambiati dato che Huawei, con ruoli diversi, è parte integrante almeno nel 35% dei progetti. Un coinvolgimento massiccio che peraltro era stato ufficializzato da Johnson solo lo scorso gennaio. Mentre in quel caso il premier britannico aveva ignorato le polemiche già esistenti sui rischi di intrusione di Pechino, ora il biondo inquilino del numero 10 di Downing Street pare pronto ad intervenire anche sull'infrastruttura di rete esistente, almeno nella parte che utilizza dispositivi Huawei.

HUAWEI

 

LA DATA

Ci sarebbe anche già una data di scadenza, 2026-2027, entro cui verrebbe tutto smantellato aprendo possibilità molto remunerative per le altre aziende. Magari quelle statunitensi. Non è un caso se la pronta risposta di Huawei, richiama proprio alle interferenze da parte della Casa Bianca. «Gli Usa non dovrebbero rispettare il Regno Unito, che nell'era post-Brexit è capace di scegliere da sé la propria politica sulle telecomunicazioni? Su Huawei, l'amministrazione Trump vuole decidere». Lo ha scritto su Twitter Paul Harrison, responsabile della comunicazione internazionale del colosso cinese. Le motivazioni tecniche avanzate dalla stampa d'oltre Manica evidentemente non convincono tutti.

boris johnson

 

Ad esempio secondo diversi analisti il ripensamento di Londra sarebbe invece connesso a quanto sta accadendo ad Hong Kong. Una ritorsione contro Pechino motivata dalla nuova legge per la sicurezza nazionale imposta nell'ex colonia britannica. Per il governo Uk il testo non solo lede i diritti e le libertà dei cittadini di Hong Kong ma soprattutto disfa l'accordo con cui Londra nel 1997 cedette la colonia all'influenza cinese in virtù del modello «un Paese, due sistemi» che avrebbe dovuto limitare l'ascendente di Pechino in quell'area per 50 anni.

 

Inoltre, al di là delle smentite più o meno ufficiali che arrivano dal governo britannico, le pressioni americane hanno senza dubbio un peso. Soprattutto ora che Londra sta provando a ricollocarsi commercialmente in vista della Brexit e dell'addio al mercato unico europeo. Johnson quindi, per strappare un'intesa il più possibile vantaggiosa con l'amministrazione Trump, sembrerebbe aver deciso di sedersi al tavolo della Tech war allestito poco più di un anno fa proprio dal presidente Usa.

xi jinping con il ceo di huawei ren zhengfeiHUAWEI

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