concorso renato brunetta

BRUNETTA VUOLE OFFRIRE UN LAVORO AI GIOVANI O RECLUTARE SUPER UOMINI? - LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI È ACCORTA DI AVER ESAGERATO COI REQUISITI RICHIESTI PER I 2.800 POSTI STATALI AL SUD: UN CANDIDATO SU TRE NON SI È PRESENTATO PER TIMORE DI NON AVERE LE GIUSTE CREDENZIALI E COSÌ IL CONCORSO È STATO AMMORBIDITO E APERTO A TUTTI - IL SINDACALISTA CISL: "VIENE PROPOSTO UN CONTRATTO DI 36 MESI SENZA ALCUNA PROMESSA SUL FUTURO E..."

1 - SI PRESENTANO IN POCHI, IL CONCORSO CAMBIA

Andrea Ducci per il "Corriere della Sera"

 

concorso

Qualcuno lo ha liquidato come il metodo fast track per accelerare la selezione dei candidati da destinare ai 2.800 posti all'interno delle amministrazioni pubbliche del Sud. La decisione del dipartimento della Funzione Pubblica di procedere con una preselezione in base ai titoli di studio, con l'intento di snellire l'operazione di reclutamento, non ha funzionato come sperato.

 

MARIO draghi E RENATO BRUNETTA

La riprova non è tanto nel proliferare di lamentele e proteste sui social (molti quelli sotto l'hashtag #ugualiallapartenza), quanto nella scelta di aggiustare il tiro di fronte al rischio di non riuscire a riempire quelle 2.800 caselle, attualmente disponibili, negli uffici delle amministrazioni delle regioni del Sud.

 

concorso pubblico

La selezione per individuare esperti in ambito amministrativo-giuridico, gestione, rendicontazione e controllo, progettazione e animazione territoriale, nei giorni scorsi ha preso la piega sbagliata.

 

A fronte degli iniziali 70 mila aspiranti per un lavoro a tempo determinato nelle amministrazioni del Mezzogiorno, che devono rafforzarsi per prepararsi all'avvio del Pnrr, la selezione per titoli di studio, prevista dal bando, ha ammesso alla prova scritta 8.852 candidati.

 

concorso pubblico 1

Una cifra non casuale: il bando stabilisce infatti che abbia accesso agli scritti un numero di candidati pari a tre volte quello dei posti a disposizione. Una proporzione che si è rivelata insufficiente, perché alla prova di venerdì scorso un candidato su tre degli 8.852 ammessi non si è presentato.

 

La media dei partecipanti è stata del 65%, ma in alcune regioni è andata anche peggio, con un candidato su due dileguatosi. Al dipartimento della Funzione Pubblica, su cui sovrintende il ministro Renato Brunetta, non hanno una spiegazione esatta, ma il fatto che si tratti di un impiego a tempo determinato, abbinato alla richiesta di profili con competenze medio elevate che potrebbero, comunque, trovare un lavoro, rende plausibile la scelta di non presentarsi, confidando in qualche opportunità migliore.

RENATO BRUNETTA

 

Un'evidenza che ha costretto il dipartimento a tornare sui propri passi per evitare al ministro Brunetta l'imbarazzo di non garantire i 2.800 tecnici promessi alle amministrazioni del Sud.

 

Non a caso, il dipartimento ha ribadito la «necessità di garantire l'interesse pubblico di vedere ricoperte tutte le 2.800 posizioni ricercate». Un'indicazione seguita dall'annuncio di un nuovo ciclo di selezioni con prove scritte a partire dal 22 giugno aperte a tutti i 70 mila candidati che si erano inizialmente presentati.

 

Un dietrofront che si presta a una critica secca: la preselezione che doveva garantire l'individuazione dei tecnici migliori si trasforma d'improvviso in una ricerca anche tra coloro che sembravano non avere i titoli necessari, con inevitabile spreco di risorse.

 

concorso pubblico 2

«Il concorso per titoli fortemente voluto dal ministro Brunetta è stato un fallimento. Molti non si sono presentati e molti altri non hanno raggiunto il punteggio minimo. Ma come, non era l'unico modo per selezionare le migliori menti del nostro Paese?», attacca il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

 

Polemiche che non sembrano intaccare la scelta del dipartimento. Ieri è stato ribadito che da martedì della prossima settimana parte il nuovo ciclo di prove per i 70 mila candidati che avevano presentato domanda.

 

2 - IL SINDACALISTA CISL: «IL MOTIVO? QUI IN TROPPI PENSANO ANCORA AL POSTO FISSO»

Andrea Ducci per il "Corriere della Sera"

 

Lorenzo Medici della cisl

«La verità è che l'icona del posto fisso continua a esercitare un peso determinante nelle scelte di chi cerca lavoro nella Pubblica amministrazione». A dirlo senza troppo girarci intorno è Lorenzo Medici, segretario Cisl Funzione Pubblica per la Campania, aggiungendo, però, che la scelta di entrare nelle fila delle amministrazioni pubbliche dovrebbe richiedere ormai un cambio di paradigma, «le persone devono capire che non esiste più la certezza di un'assunzione sicura, che garantisce il posto fino alla pensione».

 

RENATO BRUNETTA

Resta la sorpresa di un concorso per 2.800 posti nella regioni del Mezzogiorno con un numero di candidati insufficienti.

«La caratteristica di questo concorso è l'offerta di un posto a tempo determinato, ma il limite vero è nell'avere stabilito di cercare, giustamente, dei profili molto tecnici per la gestione del Recovery plan senza promettere alcunché circa il loro futuro. Il contratto prevede un impiego per 36 mesi o per la durata del Recovery, dopo non è previsto nessun automatismo. Ai vincitori di questo concorso è solo accordata una premialità con una riserva del 50% dei posti nei concorsi futuri».

 

RENATO BRUNETTA

La scelta di richiamare i 70 mila esclusi non è un cortocircuito? Prima non avevano i titoli necessari e adesso, invece, vanno bene?

«La cosa non mi scandalizza. Intendo dire che è normale dopo una scrematura con l'obiettivo di selezionare i migliori, si proceda, se necessario, allargando le maglie. La verità è che dopo tanti anni nella Pubblica amministrazione c'è bisogno di nuove figure e di nuove risorse con competenze ormai indispensabili».

 

Quali sono i profili indispensabili?

«Negli uffici delle amministrazioni pubbliche le competenze in ambito informatico e digitale sono una rarità. I progetti del Recovery per marciare avranno bisogno di gambe solide, ma anche di teste con questo tipo di competenze».

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...