mario draghi energia solare fotovoltaico

LA BUROCRAZIA TI TOGLIE LE ENERGIE, ANCHE QUELLE RINNOVABILI – LE RICHIESTE DI AUTORIZZAZIONE PER LA SVOLTA GREEN IN ITALIA SONO SCHIZZATE DA 84 A 575: 170 PER L'EOLICO E 405 PER IL FOTOVOLTAICO - PECCATO CHE PER IL VIA LIBERA AGLI IMPIANTI DI ENERGIA PULITA SERVANO 5 ANNI E LE IMPRESE FANNO MARCIA INDIETRO: BASTA IL NO DI UN COMUNE E SALTA TUTTO - IL GOVERNO È CORSO AI RIPARI CON IL DL SEMPLIFICAZIONI PRIMA E POI CON IL DL ENERGIA CON UNA SERIE DI INTERVENTI PER ACCORCIARE I TEMPI DI UN QUINTO (MA QUI CI VUOLE LA BACCHETTA MAGICA!)

Gabriele De Stefani per “la Stampa”

 

pannelli fotovoltaici

Tutti volevano l'energia pulita già prima della guerra, inseguendo la transizione ecologica. Tutti ancor di più la vogliono oggi, sognando l'indipendenza dalla Russia e da Vladimir Putin. «Servono diciotto-ventiquattro mesi» ha scandito più volte il ministro Roberto Cingolani.

 

Il problema è che sentir parlare di tempistica fa venire l'orticaria a chi in impianti green ci investe davvero. E va inesorabilmente a sbattere contro la burocrazia, contro il sindaco di un comune di montagna che alza il dito e blocca tutto, contro un parere tecnico che manca e manda tutto all'aria. Per l'autorizzazione di un impianto eolico, secondo le stime di Legambiente, in Italia servono cinque anni, contro i sei mesi previsti dalla normativa.

 

ROBERTO CINGOLANI

Uno studio di Althesys dice che un impianto verde mediamente ne richiede sette e così il 50% dei progetti finisce nel cassetto, perché ad un certo punto conviene rinunciare e cambiare strada.

 

La storia

«Noi non vogliamo mollare, ma la situazione è assurda» sbotta Alberto Balocco, industriale dei biscotti. La sua avventura nelle rinnovabili è un paradigma surreale.

 

ALBERTO BALOCCO

A Trinità, nel Cuneese, sede di un polo logistico del gruppo esteso su 16mila metri quadrati, aveva già pannelli solari per 0,6 megawatt, sufficienti per il proprio fabbisogno energetico. Lo scorso anno ha deciso di triplicare: da 0,6 a 1,8 megawatt, per mettere in rete l'energia in più e monetizzare, in attesa che magari in futuro, con l'espansione del sito, quell'elettricità non possa servire al gruppo. Balocco mette sul piatto un milione e mezzo di euro. Un investimento?

 

mario draghi al forum verso sud 1

«Sì, ma soprattutto l'inizio di una via crucis» dice all'uscita dall'ennesima conferenza di servizi con gli enti locali.

 

E' tutto pronto da otto mesi e non si parte perché di traverso ci sono due Comuni: per far passare i cavi e allacciare l'impianto alla rete nazionale bisogna bucare l'asfalto appena rifatto e al Comune di Fossano sembra un peccato, quindi chiede di rifare il progetto; traliccio e cavi dovrebbero passare anche sopra il fiume Stura, e alla commissione paesaggistica del Comune di Trinità pare uno scempio. Tutto fermo, tutto da rifare.

 

impianto fotovoltaico

Congelati 1,2 megawatt di energia elettrica, cioè il fabbisogno di circa 500 famiglie.

 

«Tutto per non bucare un po' di asfalto e per qualche cavo aereo di impatto minimo, è una situazione assurda - si sfoga Balocco -. Noi non molliamo e anzi facciamo un altro investimento da 1,8 milioni di euro nel nostro stabilimento di Fossano, ma la verità è che quando si parla di sburocratizzazione si fa solo demagogia, ci sono centinaia di casi come il nostro.

parco eolico offshore 3

 

E oltre al danno subiamo pure la beffa di dover pagare una multa di 25mila euro al provider a cui ci eravamo impegnati a fornire l'energia: l'impianto era pronto, sembrava non dovessero esserci più ostacoli».

 

Il tappo Gli impianti in coda erano centinaia già gli anni scorsi, una quantità pressoché incalcolabile, persi nella miriade degli enti autorizzatori e di norme che cambiano di regione in regione. Poi se ne sono aggiunti 50 per produrre biometano dai rifiuti, bloccati da un improvviso cambio normativo.

 

impianto fotovoltaico

Di certo ora a complicare le cose c'è la grande sete di energia. Nell'ultimo anno - ha spiegato in Parlamento la direttrice generale del Ministero dei Beni Culturali Federica Galloni, che ha una delega specifica all'attivazione del Pnrr e del Piano integrato per energia e clima - le richieste di autorizzazione sono schizzate da 84 a 575: 170 per l'eolico e 405 per il fotovoltaico.

 

Senza un corrispondente potenziamento degli uffici, l'imbuto è presto spiegato. Il governo è corso ai ripari con il Dl Semplificazioni prima e poi con il dl Energia con una serie di interventi che, nelle intenzioni, dovrebbero accorciare i tempi di un quinto «e già nei primi mesi dell'anno abbiamo avuto effetti visibili» ha detto Cingolani commentando le misure dell'esecutivo.

 

 

Agostino Re Rebaudengo

Per le imprese non basta: «Ogni misura di semplificazione della burocrazia delle rinnovabili è positiva, ma servono una riforma più ampia dei processi organizzativi e una programmazione energetica complessiva» dice Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, l'associazione nata dalla fusione tra Assoelettrica e assoRinnovabili e che mette insieme oltre 500 aziende del settore.

 

«Con il DL Energia - prosegue Re Rebaudengo - sono state ampliate le aree da considerare sicuramente idonee allo sviluppo delle rinnovabili. Ma le Regioni procrastinano le autorizzazioni.

 

In generale, il punto è che, benché sicuramente ora faremo meglio come Paese, il confronto è con il poco o niente che abbiamo fatto negli ultimi 5 anni, e certamente non riusciremo a realizzare le rinnovabili necessarie a tagliare il 20% delle importazioni di gas. Non si vede ancora per le rinnovabili la stessa fretta, la stessa urgenza, che si applicano ai rigassificatori e all'inceneritore nel Lazio».

parco eolico offshore 2

impianto fotovoltaicofotovoltaico 1impianto fotovoltaico

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)