giuseppe conte roma

IL CAMALE-CONTE SI È PRESO IL M5S: "CI AVEVANO DATO PER MORTI E SI SONO SBAGLIATI" - SENZA DI MAIO, RAGGI E DI BATTISTA, CON BEPPE GRILLO ASSENTE, PEPPINIELLO APPULO HA FINALMENTE CREATO "IL PARTITO DI CONTE" (GRAZIE A TA-ROCCO CASALINO): "LA SCISSIONE E' STATA LA NOSTRA SALVEZZA" - LE ACCUSE AGLI SCISSIONISTI DI DI MAIO "CHE HANNO SEGUITO LE SIRENE DEL SISTEMA” E GLI ATTACCHI ALLA "CASTA" E A DRAGHI (“CI HANNO CHIESTO DI SCEGLIERE TRA CONDIZIONATORI E PACE… BEL SUCCESSO”) - VIDEO

 

1 - CONTE "AL GOVERNO HO SCONFITTO L'AUSTERITÀ DI MAIO? HA SEGUITO IL SISTEMA"

Federico Capurso per “la Stampa”

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 8

Quando si spengono le luci sul palco e piazza santi Apostoli, a Roma, inizia a svuotarsi delle bandiere del Movimento 5 stelle, si ha come l'impressione che Giuseppe Conte abbia davvero, per la prima volta, in mano il partito. C'è l'ultimo saluto della folla alla vecchia guardia, giunta al secondo mandato: Roberto Fico, Paola Taverna e Alfonso Bonafede, gli ultimi simboli rimasti a legare quello che i Cinque stelle erano e quello che stanno diventando. 

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 9

Non ci sono Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, ormai distanti dai lidi contiani, e non viene avvistata Virginia Raggi, che sembrava poter essere la sacerdotessa dell'ortodossia grillina, contraltare di Conte, e invece non è mai riuscita a emergere fuori dai confini della Capitale. Ma manca soprattutto lui, Beppe Grillo, il fondatore. Per la prima volta non sale sul palco di chiusura di una campagna elettorale e nemmeno invia un video di benedizione, come era solito fare in quest' ultimo periodo di auto-isolamento dalla politica. 

 

chiusura campagna elettorale m5s 3

Si limita a far filtrare all'agenzia LaPresse la sua vicinanza al Movimento: «L'Elevato è nella quarta dimensione, ma c'è, anche a distanza, con l'entusiasmo di sempre, al fianco di Giuseppe e di tutta la comunità quantica del M5S». Conte non può essere scontento di avere per sé i riflettori e ringrazia «Grillo che ha combattuto le battaglie per tutti noi». Coniuga il verbo al passato. Le ha combattute, non le combatte più.

chiusura campagna elettorale m5s

 

Ora c'è lui e solo lui. E anche se le piazze non sono più un termometro affidabile del consenso, una folla è pur sempre una folla. «Buon segno», dicono i big che si aggirano sotto il palco e che non hanno più i musi lunghi di inizio agosto. Anche Conte sembra galvanizzato: «Ci avevano dati per morti - dice -. Questa piazza però mi sembra sintomo di buona salute. Ancora una volta si sono sbagliati». 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 7

 

Rivendica i successi della sua leadership: «Siamo stati la vera forza riformatrice del Paese». Poi attacca la destra, «che non farà più la flat tax, l'ha detto Crosetto» e lancia un'ultima staffilata a Mario Draghi: «Ci ha chiesto di scegliere tra la pace e i condizionatori, ma la pace non si è vista e ora dovremo scegliere se tenere accesi i riscaldamenti questo inverno: un bel successo», conclude sarcastico. Invoca la pace in Ucraina, ma non torna sulla frase che il giorno prima aveva scatenato polemiche («Zelenzky e gli Stati Uniti inseguono una vittoria militare distruttiva della Russia»).

 

Conte si prepara a tornare all'opposizione. Assapora le barricate che un tempo hanno fatto la fortuna dei grillini. E lascia scorrere libere, quindi, le vecchie spinte populiste che avevano reso i Cinque stelle i campioni dell'antipolitica. Schernisce i giornalisti, poi attacca la casta (anche se non la chiama così) «che voleva alzare gli stipendi a chi guadagna 10 mila euro al mese». Sostiene di aver dato, durante la pandemia, «una pedata alle ricette dell'austerità» europee e punta il dito contro chi voleva il Mes per portare in Italia «la troika» di Bruxelles. 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 6

 

Tornano vecchie parole d'ordine seppellite da cinque anni di governo e di responsabilità. Torna il «noi e loro», i rivoluzionari contro «quelli della vecchia politica». Ne ha anche per Di Maio e chi lo ha seguito: «Compagni che ci hanno lasciato perché hanno ascoltato le sirene del sistema. Un elemento di chiarezza - dice - e la nostra salvezza». Così, alla fine, dalla piazza si rialza il coro: «Onestà, onestà». Non basta: «Fuori la mafia dallo Stato». Quello stesso Stato che i Cinque stelle hanno rappresentato per dieci anni e governato per quattro.

 

2 - CONTE INCITA I SUOI: CI DAVANO PER MORTI MA LA SCISSIONE È STATA UNA SALVEZZA

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

La piazza grida ancora come un tempo «onestà, onestà», ma sul palco i vessilli targati M5S passano in secondo piano, sono spariti per lasciare spazio allo slogan della campagna elettorale: «Dalla parte giusta». Il Movimento in trasformazione dà voce anche ai big come Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, esclusi dalla candidatura per via della «tagliola» del tetto dei due mandati, ma è sempre più un partito che ha le sembianze del suo leader, Giuseppe Conte.

chiusura campagna elettorale m5s 1

 

L'ex premier prende la parola in piazza Santi Apostoli a Roma e subito lancia una stoccata: «Ma che succede? Ci avevano dato per morti, questa piazza però mi sembra sintomo di buona salute, ancora una volta si sono sbagliati».

 

Il presidente M5S si fa forte delle voci che vogliono il Movimento in crescita e chiama al voto chi ha intenzione di disertare le urne: «Domenica è un giorno importante, dobbiamo rivolgerci agli indifferenti». Conte parla di «voto di portata storica» e coglie l'occasione per attaccare Draghi e i suoi sostenitori: «Con quale via d'uscita stiamo affrontando questa guerra? Qual è la strategia? Vogliamo un negoziato di pace o no?», si domanda. Poi lancia l'affondo: «Il governo dei migliori ha chiamato a una scelta: o pace o condizionatori.

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 1

 

Ma la pace è scomparsa dai radar, abbiamo dovuto spegnere i condizionatori e non sappiamo se potremo accendere i riscaldamenti per il prossimo inverno. Che gran successo». Il copione si ripete poco più tardi con Michele Gubitosa, che attacca ancora l'esecutivo. Applausi.

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 5

Sullo schermo in piazza viene proiettato un filmato che tocca la storia stellata: ci sono Beppe Grillo (grande assente per la prima volta: nemmeno un contributo video da parte del garante) e Gianroberto Casaleggio, c'è Alessandro Di Battista e persino Stefano Rodotà (che vinse le prime «Quirinarie» del M5S). Nessun riferimento a Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, fondatori dell'associazione che regge l'attuale Movimento. I veleni, come da tradizione, permangono. 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 2

 

Conte precisa: «Quel giorno quando sono uscito da Palazzo Chigi in tanti hanno applaudito, alcuni si sono commossi, ma c'erano anche tanti furbi che si sono sfregati le mani. Li abbiamo mandati via. Siamo ancora qui, più forti e determinati di prima».

 

E sulla scissione aggiunge: «È stata la nostra salvezza, non vogliamo il male di nessuno, buona fortuna a chi è andato via e più determinazione per noi». Il leader poi si toglie qualche sassolino con i dem: «Avevamo costruito un progetto politico identitario, progressista, autenticamente democratico. 

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 3

Abbiano convinto il Pd a sottoscrivere il programma per non avere mai più inceneritori, poi sapete come è andata. Quando si dice che abbracci convintamente e lealmente la transizione ecologica...». C'è tempo per una carrellata di temi: il no all'austerità, il cashback per colf e badanti, la riduzione dell'orario di lavoro. Poi il finale sulle note di Viva la vida dei Coldplay: «Ringrazio la mia compagna e mio figlio, se la sono passata un po' male in questi giorni, non mi hanno mai visto», dice. E ancora: «Tutti insieme potremo vincere».

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 4

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…