milena gabanelli dataroom

CAMBIANDO L'ORDINE DEI NOMI, LA PRESA PER IL CULO NON CAMBIA - SAPEVATE CHE LA DAD È GIÀ DIVENTATA DID? I RISTORI ORA SI CHIAMANO SOSTEGNI, CI SONO 14 SIGLE PER INDICARE LE ASL, LA TASSA SUI RIFIUTI VARIA OGNI QUATTRO ANNI: TARSU, TIA, TARES, TARI. PER NON PARLARE DELL'ICI CHE SI È TRASFORMATA IN IUC, IMU E NUOVA IMU - GABANELLI: "SEMBRA QUASI UNA REGOLA, RENDERE TUTTO INCOMPRENSIBILE PERCHÉ SE SEI CHIARO DIVENTA CHIARA ANCHE L'INEFFICIENZA"

 

Milena Gabanelli e Rita Querzè per il “Corriere della Sera

 

milena gabanelli dataroom

L'efficienza di un Paese si vede anche dalla chiarezza con cui comunica ai cittadini la propria attività. Ogni servizio è classificato con un nome o un acronimo, e se li cambi spesso, anche quando la sostanza rimane identica, la gente non capisce più di cosa stai parlando.

 

Purtroppo l'ufficio complicazione affari semplici lavora giorno e notte. La Dad, didattica a distanza, lo scorso settembre, con l'inizio del nuovo anno scolastico, è diventata Did (didattica integrata a distanza), ma gli studenti continuano a fare sostanzialmente la stessa cosa, cioè seguire le lezioni dal computer.

 

nomi cambiati

Cambiare nome a volte serve solo a marcare la differenza fra un governo e l'altro. Prendiamo i provvedimenti che servono a risarcire chi è stato danneggiato dalla pandemia, con Conte si chiamavano «Ristori», con Draghi sono diventati «Sostegni». Che cosa c'è di nuovo? Niente.

 

Il nuovo governo ha cambiato il nome anche ad alcuni ministeri: quello dell'Ambiente è diventato della Transizione ecologica (Mite), quello delle Infrastrutture e dei Trasporti è ora delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili. Ci eravamo abituati al Mit, non sarà immediato familiarizzare con il Mims.

 

agenzie delle entrate

Il ministero per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione è diventato ministero della Transizione tecnologica e dell'Innovazione digitale. Maquillage o sostanza? Vedremo.

 

Anche gli enti cambiano spesso carta d'identità. Un esempio su tutti: Equitalia. Molti presero alla lettera nell'estate 2016 il «Bye bye Equitalia» dell'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, e così da luglio 2017 è stata sostituita da Agenzia entrate-riscossione.

 

Equitalia era una spa (partecipata al 51% dall'Agenzia delle Entrate e al 49% dall'Inps) mentre adesso è un ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del ministero dell'Economia.

 

agenzia delle entrate

Si sarebbe potuto fare questo passaggio mantenendo il nome, visto che «i contribuenti troveranno nuovo logo, nuova modulistica, mentre i servizi saranno svolti in continuità con la precedente gestione», diceva l'ultima nota della stessa Equitalia, prima di dissolversi.

 

E infatti le cartelle esattoriali si sono continuate a pagare come sempre. Ma qui la questione di fondo era proprio il nome: Equitalia aveva una brutta reputazione. Il problema è che cambiare insegne, carta intestata, sistemi informatici, biglietti da visita ha un costo per lo Stato, e quindi per i cittadini.

 

agenzia entrate firenze

Certo non tutti i cambi di nome sono operazioni di marketing, per esempio l'Agenzia delle Entrate: è nata nel 2001 da una costola del ministero delle Finanze che agiva attraverso le intendenze di finanza sul territorio.

 

A differenza del ministero, l'attività dell'agenzia è basata sull'autonomia, solo gli obiettivi da raggiungere sono concordati attraverso un contratto di servizio. I risultati parlano: l'indice di redditività (il rapporto tra i costi dell'agenzia e le entrate garantite dal suo lavoro) è salito da 1,93 del 2008 a 6,32 del 2019. Il caso della tassa sui rifiuti è un esempio da manuale.

 

Negli anni Novanta si decide di dare agli enti locali maggiore potere impositivo con il federalismo fiscale. E quindi dal 1993 al 1997 gli italiani hanno pagato la Tarsu, cioè la Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti solidi urbani.

 

tassa sui rifiuti

Nel 1997 con il decreto Ronchi è stata istituita la Tia, Tariffa di igiene ambientale. Nel dicembre 2011 è arrivata la Tares, con il decreto Salva Italia. Infine, nel dicembre 2013 è stata introdotta la Tari con la legge di Stabilità.

 

Poi diversi Comuni hanno continuato lo stesso con la Tares perché la legge lo consentiva. Inoltre ogni Comune può gestire con una certa autonomia esenzioni e agevolazioni, creando un'enorme confusione.

 

tasse sulla casa imu tari

Con la tassa sugli immobili non è andata meglio. C'era una volta l'Ici, Imposta comunale sugli immobili introdotta dal governo Amato nel 1992. Il governo Prodi la tolse sulle prime case ai redditi bassi. Berlusconi la cancellò del tutto nel 2008, ma per le seconde case nel 2011 istituì l'Imu (imposta municipale propria).

 

TASSE

Nel 2012 il governo Monti la allargò alle prime case. Nel 2013, però, venne di nuovo tolta da Letta (fatta eccezione per quelle di lusso), che poi introdusse la Iuc, formata da Tasi (tassa sui servizi indivisibili), Tari (tassa sui rifiuti) e Imu. Nel 2019 il governo Conte la abolisce e infine nel 2020 nasce la «Nuova Imu» accorpando Tasi e Imu.

 

tassa sugli immobili

Per promuovere l'informatizzazione della pubblica amministrazione si è partiti nel 1993 con l'Aipa, Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione, che nel 2003 è diventata CniPa (Centro nazionale per l'Informatica nella Pubblica amministrazione) e poi nel 2009 DigitPa. Infine nel 2012 Agid (Agenzia per l'Italia digitale).

 

Non si può dire che la digitalizzazione della Pa sia stata tanto rapida quanto i cambi di nome. Per fare funzionare i centri per l'impiego è indispensabile l'incontro tra la domanda e l'offerta.

 

Nel 1997 viene istituito il Sil, sistema informativo lavoro. Nel 2003 è stato sostituito dalla Borsa continua nazionale del Lavoro. Nel 2010 è stato creato un nuovo portale, Cliclavoro. Cambiato nome tre volte, ma il risultato è rimasto sempre lo stesso: l'incontro domanda-offerta non è mai partito.

 

Asl regione campania

Sempre in materia di lavoro, nel 1996 è stata fatta una importante riforma: in pratica è stata data la possibilità ai privati di fare intermediazione di manodopera. Sono nate le cosiddette agenzie del «lavoro in affitto». Poi diventate del «lavoro interinale». Ora siamo passati al «lavoro somministrato». La sostanza però è sempre rimasta la stessa: un'agenzia per il lavoro ti assume a termine o a tempo indeterminato, e poi ti distacca in un'altra azienda per un certo periodo.

 

Nel 1993 le Usl si trasformano in aziende e diventano un organo di competenza delle Regioni. Il cambio è radicale, e giustamente si cambia nome: da Usl si passa ad Asl (Azienda sanitaria locale). Ma molte Regioni se ne inventano uno nuovo: in Alto Adige si chiama Asdaa, in Basilicata Asm, in Calabria Asp, Ausl in Emilia Romagna e in Toscana, Asu e As in Friuli-Venezia Giulia, Ats in Lombardia e in Sardegna, Asur nelle Marche, ASReM in Molise, Asp in Sicilia, Apss in Trentino, mentre in Umbria sono rimaste Usl.

 

urbanistica

Dov'è il senso di questa Babele? Prendiamo la pianificazione urbanistica: differente da Regione a Regione, genera non poche difficoltà a cittadini e imprese. Buttato il Prg (Piano Regolatore), ora abbiamo in Lombardia il Pgt, in Campania il Puc, il Pug in Emilia Romagna, in Veneto i PI, Prc, Pat; e ancora i Psc e i Poc in Toscana, i Pot e i Reu in Calabria.

 

Senza dimenticare i Pums, e cioè i piani urbani della mobilità sostenibile, i Pup, vale a dire i piani urbani dei parcheggi, i Pcv ossia quelli del verde urbano, e i Pdc, quelli del commercio.

 

Infine: dal 2001 a oggi siamo passati da due soli titoli edilizi, il «permesso di costruire» e la Dia (dichiarazione di inizio attività del privato), a una molteplicità di istituti giuridici: «Cil» (introdotta nel 2010 ed eliminata nel 2016), «Cila», «Scia».

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Quello che cambia è solo la procedura. È fin troppo scontato dire che nella grande ragnatela della Pubblica amministrazione un cambio di nome si giustifica solo con l'introduzione di novità di sostanza, proprio per non disorientare i cittadini.

 

Quel che invece succede, soprattutto quando qualcosa non funziona perché gestito male, si cambia l'etichetta per dare l'idea di grandi innovazioni, anziché correggere le storture. Che infatti rimangono.

 

E intanto la confusione aumenta. Insieme alla spesa generata da continue quanto inutili trasformazioni. Sembra quasi una regola: rendere tutto incomprensibile, perché se sei chiaro, diventa chiara anche l'inefficienza.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)