salvini armi

CARROCCIO ARMATO - DAI TRECENTOMILA DI BOSSI PRONTI A INSORGERE FINO ALLA 'RAMBIZZAZIONE' DI SALVINI: IL SENSO DEL LEGHISTA PER LE ARMI - CECCARELLI: "BOSSI COME IL 'MILES GLORIOSUS' E IL MINISTRO DELL’INTERNO COME LO SPARAFUCILE DEL RIGOLETTO ("LA TEMPESTA È VICINA, PIÙ SCURA FIA LA NOTTE..."). E PERÒ, ATTENZIONE. IN ATTESA DI CAPIRE MEGLIO SE SALVINI STIA STUDIANDO DA BOLSONARO E DUTERTE..."

Filippo Ceccarelli per la Repubblica

 

salvini

Posto che evidenti ragioni di rango, ruolo, ufficio, contegno e un po' anche di decenza vivamente sconsiglierebbero un leader politico e in particolare un ministro dell' Interno dal farsi ritrarre, photoshoppare e rilanciare con un mitra in mano, ecco che l' accentuata rambizzazione di Matteo Salvini offre diverse possibili spiegazioni e altrettante chiavi di lettura.

 

La prima è che il tempo corre e l' inconsapevolezza del passato, per non dire la più beata e insieme triste ignoranza arde nel cuore degli attuali governanti, che nulla sanno degli anni di piombo, né mai gli interesserà sapere che mitra e mitragliette (con una di marca Skorpion fu ucciso Moro) sono parte della recente storia d' Italia, purtroppo. Quando nel maggio del 1979, con quelle particolari armi da fuoco i brigatisti rossi portarono a compimento il sanguinoso attacco alla sede dc di piazza Nicosia, a Roma, Salvini e il prode Morisi, entrambi nati nel 1973, frequentavano la prima elementare e forse, come dice Berlusconi, «nemmeno ai primi banchi».

 

salvini

Più che i veri morti e i feriti, com' è giusto, prediligevano i cartoni, e anche lì si spara, bùm-bùm!, ra-ta-ta-ta-tà!, per cui pare di cogliere sempre un che d' infantile nell' ormai sterminato album fotografico del Capitano, sezione armi in braccio (scatti effettuati alla fabbrica Fap-Pietta di Gussago, alla fiera Hit Show di Vicenza e anche a a quella di Doha, Qatar, dove il ministro giocherellone si è disposto dietro una enorme mitragliatrice).

 

La seconda e anch' essa problematica osservazione ha invece a che fare con l' intenso ed eterno presente nel quale Salvini ha scelto o accettato di immergersi. Fra ottundimento elettoralistico, semplificazione di indizi e vanità social, questo tempo d' immediatezza spasmodica lo costringe a farsi sponsor e testimonial della legittima difesa, legge che porta l' impronta securitaria salviniana. Per cui se il vicepremier imbraccia l' arma, vedrai che il messaggio passa.

 

salvini armi

Sennonché, come per il porno e la droga, la costante e smaniosa necessità di conquistare attenzione comporta l' aumento delle dosi performative. Dopo una, due, tre, quattro, cinque uniformi militari indossate, con il relativo scandalo, il travestimento si consuma e stufa. Ed ecco che per la Santa Pasqua torna la vecchia e cara camicia bianca slim fit, ma con il mitra in mano. Il prossimo passo comporterà plausibilmente di abbinare divisa e arma da fuoco (come già, d' altra parte, il sottosegretario cinque stelle Tofalo). La comunicazione è una bestia ambigua e multiforme, per cui si potrà dire che era uno scherzo, o una raffigurazione ironica.

 

UMBERTO BOSSI

Quest' ultima, l' ironia, è in realtà e da tempo la grande sacrificata della scena pubblica nazionale.Stabilito che chi fa ridere il pubblico ha ha buone possibilità di farsi volere bene, troppi politici e comunicatori ci provano, pure a sinistra, senza peraltro essere compresi, tanto meno amati. Rispetto al mitra, è possibile che l' intento di Morisi fosse anche quello, o avesse previsto quella via d' uscita, ma vai a sapere, non sono cose per cui si va dal notaio. Di sicuro nel tirare il sasso e ritirare la mano i leghisti erano degli specialisti.

 

renzo bossi armi

Il punto è che si tende a dimenticare che Salvini, nato in quel brodo, è stato forgiato dalla pedagogia eroicomica di Bossi.

 

Questi ha passato vent' anni almeno a intimidire il prossimo ed allertare il sistema mediatico.

 

Due o tre generazioni di giornalisti l' hanno accompagnato mentre sproloquiava di golpe, rastrellamenti («casa per casa»), munizioni da acquistare, prezzi di cartucce, kalashnikov da oliare, milizie verdi da arruolare, e cannoni, dinamite, attentati a tralicci e ripetitori tv (nota bene: di Berlusconi, con cui il Senatùr si sarebbe di lì a poco e con suo gran profitto rialleato). E mentre lanciava l' allarme, l' uscita eversiva, la promessa detonante, ha raccontato l' ex Tabladini, «c' era sempre qualche patatona che se lo mangiava con gli occhi». La più celebre sparata bossiana fu quella dei 300 mila bergamaschi che tra il 1986 e il 1987 sarebbero stati pronti a insorgere in armi, «e già l' eco rimbombava di valle in valle!».

 

Irresistibile è la tentazione di interpretare la foto parabellica pasqualina come il proseguimento o l' adattamento di quel format che del resto trova antiche radici nelle due grandi tradizioni domestiche: la commedia e il melodramma.

 

salvini armi

Bossi come il Miles Gloriosus e Salvini come lo Sparafucile del Rigoletto ("La tempesta è vicina, più scura fia la notte..."). E però, attenzione. Se trova riscontri l' idea che l' unica cosa seria sono qui le pagliacciate, è pur vero che Gaetano Salvemini definì la marcia su Roma «un' opera buffa». Per cui, in attesa di capire meglio se davvero Salvini sta studiando da Bolsonaro e Duterte, vale comunque l' adagio per cui quanto più la scena è cialtronesca, tanto più la situazione sta diventando grave.

duterteBOLSONARO CON FUCILE SEMIAUTOMATICO

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?