massimiliano fedriga salvini

IL CARROCCIO RIMESSO IN RIGA. ANZI, IN FEDRIGA - IL GOVERNATORE DEL FRIULI CONTINUA A MENARE CONTRO LA LINEA DI AMMICCAMENTI AI NO-VAX DEL SEGRETARIO SALVINI. SARÀ LUI IL PROSSIMO LEADER DEL CARROCCIO DRAGHIANO SOGNATO DA ZAIA E GIORGETTI? - IL RITRATTO: ENFANT PRODIGE, POI DEPUTATO SUPER BARRICADERO, INFINE LA SVOLTA SUPER-MODERATA…

fedriga

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

Il primo scarto di un mese fa era passato quasi inosservato, «nella Lega non c’è posto per i no vax!», aveva sentenziato il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, figlioccio di Salvini. E infatti era bastato un suo rimbrotto, «ogni idea è rispettata e rispettabile, siamo un movimento democratico», per chiudere il caso.

 

Ma quando l’altro ieri dalla bocca di Fedriga, ribattezzato dai suoi avversari politici «faccia d’angelo», è partita una gragnuola di colpi contro i no vax che infiammano Trieste; quando ha innalzato una bandiera dai colori inediti rispetto a quella dei «vaccini per i giovani non servono», by Salvini, lanciando una provocazione «facciamo una battaglia del vaccino per evitare di chiudere, una battaglia di libertà», qualcuno nel Pd ha alzato la testa e si è chiesto: «Ma cosa succede, vuole contendere lui e non Zaia, la leadership al Capitano?».

 

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

Qualcun altro, come il grillino Michele Gubitosa, subito gli è saltato addosso per rinfacciargli di «non essere ipocrita» e di prendersela «con Salvini e la Meloni che hanno dato sponda a tutta la propaganda antiscientifica». Lui durante la sua intemerata di martedì, non sembrava curarsi delle reazioni, quando nel fare il punto sui contagi in aumento tuonava contro «le scempiaggini» che si leggono in rete, contro «chi, presa la laurea da virologo su Facebook ci viene a raccontare come funziona la medicina e diffonde menzogne sui social e nelle piazze».

 

MICHELE GUBITOSA

E sfoderava la tempra di cattivo, sfidando la rete, tanto che i maligni raccontano come fosse insofferente alla «bestia» del Carroccio messa in piedi da Morisi. Dopo aver sparato a zero, sfidava i «leoni da tastiera»: «Ora sono curioso di vedere i vari messaggi minatori che riceverò, ma ve lo dico: non ho paura di quattro scemi su internet che raccontano menzogne».

 

GIANMARCO CENTINAIO MASSIMILIANO FEDRIGA GIANCARLO GIORGETTI

E infatti nel giro di 24 ore, la rete lo massacra: insulti e offese, dagli al «traditore e «bugiardo», che dice cose «disgustose e vergognose» contro le manifestazioni di piazza. Chi lo bolla come «gerarca», chi peggio, ma lui scrolla le spalle. E anche Salvini non sembra curarsene, la sua tesi è che la Lega «non è una caserma», insomma sono lecite opinioni diverse.

 

massimiliano fedriga

Niente paura, replicano però i cultori del leghismo doc, tanta vis polemica non cela malanimo verso il segretario, anche se nessuno può escludere ambizioni più alte in un partito in cui né Zaia, né Giorgetti, paiono voler scalare le vette più alte. Per ora la vulgata è che l’uomo dei record della Lega - e tra poco diremo perché può vantare questo titolo - punterà di certo ad avere un ruolo nazionale più che a ricandidarsi governatore nel 2023.

 

matteo salvini e umberto bossi

Malignità certo, non suffragate da sue dichiarazioni in tal senso, ma «quello di ministro di un eventuale governo a trazione salvin-meloniana è un ruolo che certo gli si addice, di più è presto per dirlo», dice chi lo conosce per aver condiviso infine riunioni nella conferenza delle regioni.

 

L’uomo dei tanti record

L’uomo Fedriga comunque è pugnace, regala sorprese e batte molti record fin da ragazzo: a 15 anni si iscrive alla Lega di Bossi ancora minorenne e si fa dare un’autorizzazione scritta dai suoi genitori. Nel 2008 entra alla Camera e nel 2013 è già uno dei giovani colonnelli di Salvini, insieme alla nuova generazione di camicie verdi, che si aggirano con piglio da comandanti nel cortile di Montecitorio: nel 2014 diventa capogruppo scalzando nientedimeno che Giancarlo Giorgetti, si proprio lui, che a quell’epoca incarnava la vecchia guardia e Fedriga il rinnovamento.

GIANMARCO CENTINAIO MASSIMILIANO FEDRIGA GIANCARLO GIORGETTI

 

Altro record: nel 2015 diventa il primo presidente di un gruppo parlamentare ad essere sospeso dall’aula per 15 giorni, per le «intemperanze» durante il dibattito sullo ius soli. Un barricadero dunque, carico di aggressività. Nel 2018 diventa il governatore più giovane, a 38 anni. Da lì in poi Massimiliano Fedriga cambia lentamente pelle, mostra il suo volto più istituzionale.

FEDRIGA BERLUSCONI

 

I triestini ricordano quanto fosse stressato all’inizio del suo mandato per il grande impegno profuso, («la verità è che diventa presidente obtorto collo, perché Salvini aveva deciso così», dicono i maligni), ma lui si butta a capofitto nel compito e si mette in scia con Zaia e Giorgetti, il fronte più governativo del Carroccio.

 

fedriga

Nel 2021 conquista l’ambitissima carica di presidente della Conferenza delle Regioni, gradito all’uscente Stefano Bonaccini del Pd e al ministro dell’epoca Francesco Boccia, tanto che come vicepresidente il Pd gli mette a fianco Michele Emiliano. Gli avversari lo sostengono perché cominciano a sponsorizzare una Lega antisovranista, gli riconoscono una grande furbizia e una tendenza a non fare errori, lo rispettano.

 

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

Del resto lui, sposato, due figli, laureato in scienze della comunicazione e con un master in gestione della comunicazione, non ne fa. «Pugno di ferro in guanto di velluto», così viene descritto un dirigente soldato, come tutti i leghisti. Che lo tengono sotto osservazione, anche se nel Carroccio sono tutti poco propensi a credere che la leadership di Salvini sia scalabile, almeno fino alle prossime elezioni politiche. Specie da chi, come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, fuori dai confini di Veneto e Friuli Venezia Giulia, non possono vantare una rete di riferimento, a differenza del Capitano...

Saltamartini (gruppo misto), Fedriga (Lega), Scotto (Sel), Brunetta (Forza Italia), Rampelli (Fratelli d’Italia)GIANNI MALAGO GIANCARLO GIORGETTI MASSIMILIANO FEDRIGAbarbara saltamartini e massimiliano fedrigaMASSIMILIANO FEDRIGABerlusconi con Salvini e Fedriga a Trieste

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…