piercamillo davigo sergio santoro giuseppe severini

UNA CENA ESEMPLARE - NEL PROCESSO A PIERCAMILLO DAVIGO SPUNTANO DUE TESTIMONI A SORPRESA: GIUSEPPE SEVERINI E SERGIO SANTORO, ALTI GIUDICI DEL CONSIGLIO DI STATO DA POCO IN PENSIONE. E COMMENSALI DI DAVIGO IN ALMENO UN PAIO DI CENE ROMANE (IN UNA ERA PRESENTE ANCHE L'ALLORA PROCURATORE ANTIMAFIA DE RAHO) - L’ARGOMENTO DI QUEGLI INCONTRI SAREBBE STATA L’ETÀ PENSIONABILE DEI MAGISTRATI. MA DIVENTANO RILEVANTI PERCHÉ SANTORO ERA INDAGATO E CITATO DA AMARA NEI FAMOSI VERBALI SULLA LOGGIA UNGHERIA (PER LA CUI DIVULGAZIONE È IMPUTATO DAVIGO)

piercamillo davigo in tribunale a brescia per il caso amara 1

Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

Come in un legal thriller, nel processo a Piercamillo Davigo spunta un testimone a sorpresa. Anzi due. Giuseppe Severini e Sergio Santoro, alti giudici del Consiglio di Stato da poco in pensione. E, si scopre ora, commensali di Davigo in cene romane con rilevanza giudiziaria.

 

«I testimoni 22 e 23 della nostra lista sono particolarmente importanti», ha detto nella prima udienza Fabio Repici, avvocato del consigliere del Csm Sebastiano Ardita, che si è costituito parte civile.

 

PIERCAMILLO DAVIGO E SEBASTIANO ARDITA

Si proclama vittima della rivelazione di segreto istruttorio, contestata a Davigo per aver divulgato i verbali sulla fantomatica loggia paramassonica Ungheria nel Csm, dopo averli ricevuti dal pm milanese Storari. In quei verbali l'avvocato Piero Amara indicava Ardita nella quarantina di affiliati alla loggia.

 

Davigo ne trasse motivo per interrompere i rapporti con Ardita, suo compagno di corrente e vicino di stanza al Csm, e mettere in guardia altri sette consiglieri, due assistenti e il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.

 

SERGIO SANTORO

L'avvocato di Ardita punta a dimostrare che Davigo utilizzò i verbali non per senso istituzionale, ma «per screditarlo e condizionare il Csm». Per farlo deve smontare la tesi di Davigo, «che ha giustificato il suo comportamento dicendo che aver appreso il contenuto dei verbali comportava la necessità di indurre i consiglieri del Csm a prendere le distanze da Ardita».

 

E qui spuntano i due nuovi testimoni. L'ex giudice Severini ha raccontato di aver «incontrato Davigo nel corso di due cene a casa del collega Santoro, con cui credo avesse un rapporto pregresso».

GIUSEPPE SEVERINI

 

Cene tra magistrati prossimi alla pensione. Infatti «Santoro organizzò queste cene perché aveva interesse a sondare l'atteggiamento anche di altri colleghi circa la possibilità che venisse modificata l'età pensionabile dei magistrati, riportandola a 72 anni.

 

CAFIERO DE RAHO

Sapeva che io condividevo questa posizione e mi invitò quando ritenne di parlare della questione con un magistrato ordinario importante come Davigo. In una delle due cene era presente anche Federico Cafiero De Raho (allora procuratore nazionale antimafia, oggi in pensione) con cui io e Santoro avevamo in più occasioni parlato del tema, recandoci nel suo ufficio. Mi pare che alle cene sia stata presente anche un'avvocata amica di Davigo».

 

PIERO AMARA

Severini ricorda che Davigo «non era contrario» all'innalzamento dell'età pensionabile «ma precisò di non essere direttamente interessato» perché convinto di restare in carica al Csm fino a 72 anni. Certezza mal risposta, perché nell'ottobre 2020 il Csm deciderà diversamente.

 

Al di là del lobbismo pensionistico le cene rilevano perché Severini le colloca «la prima nell'ottobre 2019, la seconda molti mesi dopo, nel 2020». Al tempo della prima cena, il giudice Santoro era notoriamente indagato dalla Procura di Roma per corruzione giudiziaria, nell'inchiesta sul Consiglio di Stato alimentata dallo stesso Amara.

GIUSEPPE SEVERINI 2

La sua posizione è stata archiviata successivamente.

 

La seconda cena, in assenza di una data precisa, presumibilmente si collocherebbe dopo il lockdown, quando Davigo torna a Roma con i verbali sulla loggia Ungheria, in cui Santoro è citato in modo più diffuso e specifico di Ardita. Prima come «associato e membro alla loggia Ungheria», poi perché sponsorizzato da Lotti e Verdini, «i quali volevano che diventasse presidente della sezione del Consiglio di Stato che si occupava dei ricorsi Consip. E così avvenne».

 

piercamillo davigo

Il commensale Severini (mai citato, lui, nei verbali di Amara) ricorda «rapporti cordiali tra Davigo e Santoro» e nega accenni alla vicenda Ungheria. Il tribunale ha ammesso le testimonianze per ricostruire le cene e verificare se «Davigo mostrò mai imbarazzo o distacco». Vero o no ciò che dice Amara, la domanda che Davigo si vedrà porre in aula è un'altra: perché gli credeva di giorno, al punto da mettere in allarme mezzo Csm su Ardita, ma non di sera, quando continuava a frequentare la casa di Santoro, pur additato come membro della stessa loggia segreta ed eversiva?-

piercamillo davigo in tribunale a brescia per il caso amara 4SERGIO SANTORO antonio di pietro gherardo colombo francesco greco piercamillo davigo pietro senaldi piercamillo davigo piercamillo davigo in tribunale a brescia per il caso amara 2

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?