berlusconi dipiazza

IL CENTRODESTRA EVITA IL CAPPOTTO CON OCCHIUTO E DIPIAZZA. ENTRAMBI DI FORZA ITALIA E QUESTO CERTIFICA IL FALLIMENTO DELLA SELEZIONE DEI CANDIDATI DI LEGA E FRATELLI D’ITALIA - L’HIGHLANDER DIPIAZZA, ELETTO PER LA QUARTA VOLTA SINDACO DI TRIESTE DOVE I MANIFESTANTI SONO STATI SGOMBERATI CON LACRIMOGENI E IDRANTI - I PARTECIPANTI ALLA PROTESTA: “NON CI ARRENDIAMO, IN SCIOPERO FINO AL 21 OTTOBRE”. TRE FERITI TRA GLI AGENTI – VIDEO

 

 

https://video.repubblica.it/cronaca/trieste-manifestante-si-sente-male-poliziotti-lo-soccorrono-poi-l-abbraccio-con-un-agente/399012/399724?ref=RHTP-BH-I322793271-P4-S2-T1

 

 

Andrea Pasqualetto per corriere.it

 

Roberto Dipiazza

L’attuale sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, candidato del centrodestra, ha sconfitto il candidato del centrosinistra, Francesco Russo.

 

Quando sono state scrutinate 232 sezioni su 238, Dipiazza è al 51,6 per cento dei voti; Russo è al 48,4 per cento.

 

L’affluenza definitiva è stata pari al 42 per cento. Al primo turno, l’affluenza era stata del 46 per cento.

 

«Ringrazio tutti i cittadini di Trieste con tanto affetto per questa nuova meravigliosa emozione», ha detto. «Ho già ricevuto le congratulazioni di Francesco Russo».

 

Dipiazza correva per il suo quarto mandato; Russo, il suo avversario, era al primo tentativo. I due erano agli antipodi: il primo ha lasciato la scuola dopo la terza media, l’altro insegna Storia della scuola all’Università; il primo è imprenditore di successo partito come garzone di bottega, l’altro accademico con ruoli di responsabilità nella ricerca e nella tecnologia; il primo è «figlio» di Berlusconi (con cui ha parlato immediatamente dopo la riconferma), l’altro di Andreatta; il primo ti dà subito del tu, l’altro di dà sempre del lei. Per i concittadini: il botegher e il profesor.

roberto dipiazza

 

A spuntarla, di nuovo, è stato il botegher .

 

 

PORTO DI TRIESTE, SCIOPERO «NO GREEN PASS

Silvia Morosi e Benedetta Moro per corriere.it

 

Lunedì mattina è cominciato lo sgombero dei manifestanti che stazionano, seduti, davanti al varco 4 del porto di Trieste. «Libertà, libertà», «Non siamo violenti, toglietevi gli scudi», «Arretrate», hanno urlato alcuni rappresentanti della protesta «no Green pass», mentre le forze di Polizia hanno utilizzato gli idranti per sgomberare il presidio. Tra gli occupanti anche Stefano Puzzer, gambe incrociate e testa coperta dal cappuccio in felpa, in lacrime: «Sono triste», ha detto l’ex portavoce del coordinamento dei portuali. «Ragazzi, noi rispondiamo in modo pacifico con la nostra canzone “La gente come noi non molla mai”».

roberto dipiazza e francesco russo

 

Il suo motto fin dall’inizio del semi-blocco del porto, che poi si è trasformato in un rave incontrollato. Lo aveva chiesto ieri con la determinazione, nonostante la stanchezza e la perdita di lucidità dopo gli errori di comunicazione di sabato sera, quando prima aveva detto che da domenica si sarebbe tornati al lavoro e poi aveva fatto marcia indietro. Dopo circa un’ora e mezza, il varco 4 è stato liberato e i manifestanti si sono spostati prima nel parcheggio in fondo alla zona presidiata da venerdì scorso, poi in piazza Unità d'Italia. Il presidio potrà così continuare, ma nel contempo il porto riprenderà regolarmente l’attività. I portuali hanno prolungato lo sciopero fino al 21 ottobre.

 

dipiazza russo

 

Il corteo in piazza Unità d'Italia

Ma cosa è successo nelle prime ore della mattinata? Gli agenti hanno utilizzato anche piccole cariche di alleggerimento e idranti. «Io da qui non mi muovo, fino alla fine», «Siamo disarmati, abbiamo bambini a casa, vergogna», le frasi rivolte agli agenti. Poco prima di lanciare nuovamente acqua, i poliziotti hanno tentato di alzare da terra i portuali che si tenevano per mano. I lavoratori, riconoscibili per le tute gialle, avevano anche costituito un cordone tra la polizia e i «no Green pass» per evitare contatti tra le forze dell’ordine e i manifestanti e garantire l’incolumità di tutti. Dopo i lanci d'acqua con gli idranti, le Forze dell'Ordine hanno usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti nella zona del porto e in città.

silvio berlusconi fuori dal seggio a milano 1

 

Un migliaio di persone si è, quindi, radunato in piazza Unità d'Italia. «Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche qui», ha aggiunto Puzzer, alla testa del corteo, invitando i manifestanti a «rimanere pacifici», prima di recarsi a colloquio con il prefetto. «Abbiamo chiesto al prefetto un incontro col governo nel giro di due, tre giorni. Ci ha assicurato che nel giro di due tre ore ci farà avere una risposta». Nel complesso, si registrano tre feriti tra gli agenti e alcuni malori tra i manifestanti. La polizia sta — poi — vagliando la posizione di 5/6 persone che manifestavano.

 

silvio berlusconi

Al di là delle divergenze organizzative su come gestire la protesta, pare comunque essere stato ascoltato l’appello dei sindacati. «Liberate il porto», le legittime manifestazioni di dissenso «devono essere garantite, ma non possono impedire a un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro», è la posizione espressa da Cgil, Cisl e Uil nella mattinata di domenica 17 ottobre. «Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza».

 

sgombero manifestazione porto trieste 8

A intervenire sullo sgombero di Trieste è Matteo Salvini: «Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini. Ma al Viminale come ragionano?», ha scritto in un tweet il leader della Lega.

 

A fargli eco su Facebook anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: «Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, impedire l'assalto alla sede della Cgil, fermare l'immigrazione illegale e combattere le zone franche di spaccio e criminalità... tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro». Le forze dell'ordine «vanno ringraziate sempre, anche per come stanno facendo rispettare la legge, ora a Trieste. Stupiscono i distinguo di Meloni e di Salvini, che pure è un ex ministro dell'Interno», replica il senatore Pd Andrea Marcucci.

 

STEFANO PUZZERsgombero manifestazione porto trieste 10sgombero manifestazione porto trieste 3sgombero manifestazione porto trieste 2sgombero manifestazione porto trieste 5sgombero del sit in dei portuali di trieste 1lacrimogeno in una scuola a trieste

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…