matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

IL CENTRODESTRA SI RICORDI DELLA FATAL VERONA: CHI È SICURO DI VINCERE FINISCE MALE - MARIO GIORDANO: “MEMENTO SBOARINA. IN TROPPE OCCASIONI, L’ULTIMA A VERONA, È SEMBRATO CHE NEL CENTRODESTRA FAR PERDERE L'ALLEATO FOSSE PIÙ IMPORTANTE CHE FAR PERDERE GLI AVVERSARI. SE SI RIPETESSE QUEST'ERRORE A LIVELLO NAZIONALE, SAREBBE DISASTROSO. CHE SENSO HA FAR TRAPELARE NOTIZIE SU UNA POSSIBILE “FIGURA DI GARANZIA PER GOVERNARE”, COME HA FATTO FORZA ITALIA?”

Mario Giordano per “La Verità”

 

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

Memento Verona. Se fossi un leader del centrodestra metterei la foto di Federico Sboarina sul comodino del letto. E la guarderei ogni mattina, subito dopo le orazioni e subito prima di lavarsi i denti.

 

Così ricorderei che vincere è difficile, persino quando si ha la maggioranza dei voti. E che farsi male invece è facilissimo. Le ultime tornate elettorali dovrebbero insegnarlo: da Roma a Milano, passando per Torino e appunto la fatal Verona, il centrodestra ha infilato una serie di batoste che dovrebbero servire da lezione. Almeno per immunizzarlo dal rischio di celebrare una vittoria ancora prima di averla conquistata. Che, spesso, è il modo migliore per non conquistarla mai.

 

TOSI SBOARINA

C'è un eccesso di trionfalismo dalle parti del centrodestra. Fin troppa sicurezza. Vedo i parlamentari che si affacciano negli studi tv con l'aria di chi ha già la maggioranza in Parlamento, e magari una poltrona da sottosegretario sotto le chiappe. Vedo circolare sui giornali liste di ministri e spartizioni di seggiole come se Giorgia Meloni avesse già ricevuto l'incarico di formare il governo. Vedo una sicurezza quasi da gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria, che come si sa non porta affatto bene.

 

Non sempre, infatti, chi scende in campo come favorito vince. Anzi. Ai Mondiali di Spagna del 1982 erano quasi tutti sicuri che avrebbe vinto il Brasile più bello di sempre, quello di Zico, Cerezo e Falçao.

 

matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia

Com' è andata invece lo sapete bene: siamo qui ancora 40 anni dopo a riempirci gli occhi con i gol di Paolo Rossi.

 

Oltretutto che il centrodestra sia il più bello di sempre lo deve ancora dimostrare. Certo: in queste ore il popolo salvinian-meloniano si toglie finalmente qualche soddisfazione dopo mesi di amarezze. Molti leghisti trovavano ormai insopportabile la convivenza nel governo Draghi, con la ministra dei porti aperti Lamorgese, con il ministro (senza) Speranza e con il Pd che spadroneggiava fra cannabis libera e ius scholae, e si chiedevano che cosa aspettasse il Capitano a strappare. I fratellini d'Italia soffrivano un po', emarginati com' erano dalla grande ammucchiata, unica forza d'opposizione rimasta, tutti impegnati a chiedere il ricorso a elezioni che non arrivavano mai.

 

matteo salvini federico sboarina giorgia meloni

Ebbene: in queste ore possono rivedere una luce. Una speranza. Possono ritrovare la voglia di credere in qualcosa di meglio dopo aver dovuto inghiottire pressoché in silenzio governi Conte, Dpcm, governi Migliori, ministri Bianchi e altre sevizie.

 

In questo senso, mi dispiace dover violare il lutto dei colleghi orfani di Draghi e dei cantori dell'eterno Papeete, ma va detto che Salvini è stato bravo. È riuscito a portare dalla sua Berlusconi, sfruttando l'ingenuità del premier, il suo appiattimento sul Pd e un discorso oggettivamente inaccettabile.

 

Ed è stato bravo a tenere unito il partito che tutti davano sull'orlo della spaccatura, come dimostra l'immediato riallineamento di Giancarlo Giorgetti. Allo stesso modo è stata brava anche Giorgia Meloni a rimanere coerente sulle sue posizioni, senza sbavature e senza eccessi, trascinando così tutto il centrodestra laddove voleva lei, cioè alle elezioni anticipate. E Berlusconi, con la solita generosità, ha saputo tenere unita la coalizione senza farsi commuovere dai pianti inconsolabili di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta, cuori spezzati da Supermario. A gennaio, nella corsa al Quirinale, il centrodestra si era sfracellato. Qui ha dimostrato di avere le palle. Gli elettori non possono e non potranno che apprezzare.

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

 

Però, ecco, la campagna elettorale comincia ora. I passi falsi sono dietro l'angolo. Le sorprese pure. Il Pd in questo momento è scosso e sembra quasi rassegnato. Ma alzerà i toni. Imputerà al centrodestra la crisi politica, la crisi economia, forse anche la crisi climatica e la crisi di fame dei ciclisti in fuga al tour de France. Hanno già cominciato a dire che se le bollette cresceranno è perché non c'è più Draghi (balla: sono aumentate anche con Draghi).

 

Che se manca il gas è perché non c'è più Draghi (balla: mancava anche con Draghi). Che quella in Parlamento è stata una vergogna (chissà perché: per mesi ci hanno detto che non si poteva andare alle urne perché c'era una maggioranza in Parlamento e il Parlamento è sovrano, e adesso che la maggioranza non c'è più il Parlamento non è più sovrano ma è una vergogna). Tanto basta per capire che sarà una campagna elettorale breve ma durissima. E non scontata.

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

 

Il centrodestra saprà farvi fronte? Perché non è importante chi è vincitore all'inizio. È importante chi è vincitore alla fine. E per farlo bisognerà stare attenti alle tensioni nascenti e crescenti, ai passi falsi, alle liti, agli elementi di divisione. Che senso ha, per esempio, far trapelare notizie su una possibile «figura di garanzia per governare», come hanno fatto ieri esponenti di Forza Italia? Forse che i leader del centrodestra per governare hanno bisogno di un tutor?

 

E perché buttare in mezzo la «lista unica» e il «grande partito conservatore» dal momento che si sa che, anche volendo, non ci sarebbero i tempi per farlo? E poi c'è la questione dei temi. Dei contenuti. Del programma. Si troverà l'accordo? Su tutto? Dall'Ucraina al green pass negli ultimi tempi il centrodestra non ha parlato a una sola voce. Riuscirà ad arrivare alla sintesi?

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

O ci sarà sempre qualcuno che s' infilerà dentro i pertugi per spingere le ragioni della divisione più di quelle dell'unione? Memento Verona. In troppe occasioni, ultimamente, è sembrato che nel centrodestra prevalessero le logiche concorrenziali interne su tutto il resto: quasi che far perdere l'alleato fosse più importante che far perdere gli avversari. Se si ripetesse quest' errore a livello nazionale, sarebbe disastroso. Sono tanti anni che gli elettori del centrodestra aspettano quest' occasione. Non perdonerebbero chi la dovesse perdere. Meglio dunque schiarirsi subito le idee. E mettersi al lavoro. Magari con meno baldanza. E più umiltà.

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconisalvini meloni berlusconimatteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 6mario giordano berlusconi meloni salvini toti

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...