g7 in cornovaglia

CERTI AMORI FANNO DEI GIRI IMMENSI… E POI RITORNANO - IL G7 DELLA CORNOVAGLIA SARÀ RICORDATO COME IL SUMMIT DEL RITROVATO AMORE TRA AMERICA ED EUROPA, MA ANCHE PERCHÉ CON DRAGHI SIAMO TORNATI A CONTARE QUALCOSA SUL PIANO INTERNAZIONALE – È SUPERMARIO A DETTARE LA STRADA AL G7 CHIEDENDO PIÙ INVESTIMENTI E MENO SUSSIDI: “CI SONO OTTIMI MOTIVI PER AVERE UNA POLITICA DI BILANCIO ESPANSIVA” – E SE GLI USA CHIEDONO DI ISOLARE PECHINO, L’UE FRENA SU…

1. DRAGHI INDICA LA STRADA AL G7 PIÙ INVESTIMENTI MENO SUSSIDI

Ilario Lombardo perLa Stampa”

 

mario draghi al g7 in cornovaglia 2

Il G7 della Cornovaglia sarà ricordato come il summit del ritrovato amore tra America ed Europa. E in amore vanno compiute delle scelte. Joe Biden lo ha fatto capire in tutti i modi agli alleati: la Cina va tenuta a giusta distanza. E gli europei gli hanno dato una dimostrazione di fedeltà già nel primo giorno del summit sulla spiaggia di Carbis Bay facendo filtrare l'assoluta sintonia emersa durante l'incontro di coordinamento tra il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.

 

la foto dei leader al g7

La Cina è un partner per le sfide globali, un concorrente economico e un rivale sistemico, di fronte al quale, sono le parole di Von der Leyen, «una stretta unità transatlantica è essenziale». Washington pretende che non ci siano più ambiguità nei rapporti tra Ue e Pechino. L'Europa però ha bisogno di chiarire che un conto è la prudenza sul fronte commerciale, per frenare l'espansionismo cinese, un altro è fare a meno del gigante asiatico nella lotta contro il cambiamento climatico e la minaccia delle pandemie presenti e future. Una distinzione cruciale per Draghi, convinto che sull'ambiente l'Occidente non possa permettersi di alienarsi i rapporti con la Cina.

 

mario draghi

Per il presidente del Consiglio italiano è stato il giorno del debutto a un G7, in un angolo del Regno Unito che il primo ministro inglese Boris Johnson ha osato definire, con sano humour, la «cosa più vicina che c'è in Inghilterra alla Costiera Amalfitana». E proprio a Draghi è toccato introdurre assieme al padrone di casa e a Merkel la prima sessione dei tre giorni del vertice. Una scelta quasi obbligata per l'ex presidente della Banca centrale europea, visto il tema scelto: l'economia. «Mario dacci la tua prospettiva» lo ha presentato il premier britannico soffermandosi sul ricordo personale di quando a un seminario di qualche anno fa «hai salvato l'euro nel mezzo di una crisi con una frase». Quella frase la conoscono tutti: è il «whatever it takes».

 

g7 in cornovaglia 6

Perfetta per presentare il primo abbozzo di "dragonomics" in chiave globale. «Ci sono ottimi motivi per avere una politica di bilancio espansiva» è la frase chiave del discorso di Draghi. Il rimbalzo del Pil, dopo un anno e mezzo di soffocamento dovuto al Covid 19, pone due grandi sfide: assecondare la crescita per rafforzarla ma senza dimenticare la protezione dei lavoratori in un momento che registra transizioni anche drammatiche dell'economia. «Questo è un buon periodo per l'economia globale. La ripresa ha avuto un forte picco e le politiche attuate durante la fase più acuta della pandemia si sono mostrate corrette».

 

g7 in cornovaglia 2

Draghi difende le scelte compiute in emergenza, spiegando però che ora vanno articolate su nuovi scenari: «Ci siamo concentrati su misure di sostegno rivolte alle imprese e alle persone. Ora ci stiamo sempre più orientando sulla spesa per gli investimenti e meno sulle forme di sussidio». Per il premier italiano il paradigma è cambiato rispetto al passato, e «questa crisi va gestita in maniera differente rispetto alle precedenti» quando «nei nostri Paesi ci siamo dimenticati della coesione sociale». Definisce «un dovere morale» agire diversamente, concentrandosi sulle politiche attive del lavoro, sui giovani e sulle donne.

g7 in cornovaglia 1

 

Draghi sa di avere ottimi compagni di strada in questo passaggio. Johnson che dice di aver «voglia di spendere, di investire e di far partire i progetti» e Biden che invita tutti «a cogliere l'attimo» e a sostenere la crescita: «Più riusciamo a fare insieme e meglio è». Resta però l'incognita dei musi lunghi della Germania, fiera guardiana dell'austerity. In realtà anche Merkel si è trovata d'accordo con il premier italiano e ha spiegato che in patria sta avvenendo «un completo cambiamento culturale». Ora è il momento di investire, sul digitale, sulla transizione ecologica, rilancia la cancelliera, comunque rassicurata da un passaggio da non sottovalutare del discorso di Draghi.

 

angela merkel e boris johnson

La sostenibilità dei conti pubblici ha fame di crescita, è vero ma, secondo l'ex banchiere, «sul lungo periodo» bisogna ritrovare un quadro di politica di bilancio più prudente, «per rassicurare gli investitori ed evitare politiche restrittive da parte delle banche centrali». L'uomo che ha tenuto in equilibrio un continente agendo sui tassi di interesse guarda ai forti stimoli alla crescita degli Stati Uniti e alle prossime mosse della Federal Reserve. Se la banca centrale Usa alzerà o meno i tassi, tanto cambierà anche nel resto del mondo. 

 

ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 1

 

2. BIDEN LANCIA IL SUO PIANO PER ARGINARE IL POTERE DI PECHINO MA L'EUROPA STA GIÀ FRENANDO

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

Tutto lo forzo del G7 in Cornovaglia è diretto a proiettare unità di intenti e di vedute: «È genuinamente meraviglioso vedere ciascuno in persona», ha detto Boris Johnson dando il via ai lavori. «Dobbiamo assicurarci che impariamo la lezione della pandemia, che non ripetiamo gli stessi errori», ha esortato: e ha sottolineato il consenso di tutti per «ricostruire in maniera più verde, più giusta, più eguale, più gender neutral (cioè senza distinzioni di sesso) e perché no, più femminile».

 

g7 summit in cornwall

Ma oltre le immagini ufficiali si intravedono quelle increspature che i sorrisi di circostanza non riescono a dissimulare. Questo summit doveva essere il segnale del «ritorno dell'Occidente», coeso di fonte alle sfide globali e forte dei suoi valori: ma è una famiglia che dietro le quinte si ritrova più rissosa che mai. Già gli europei sono arrivati in Cornovaglia col dente avvelenato a causa dell'Irlanda del Nord: l'accordo sulla Brexit è diventato terreno di scontro fra Londra e Bruxelles e all'orizzonte si staglia la minaccia di una guerra commerciale a colpi di sanzioni reciproche.

joe biden, emmanuel macron

 

Prima dell'inizio del G7 Merkel, Macron, Draghi, Von der Leyen e Michel si sono seduti a un tavolo assieme per sottolineare che la Ue parla con una voce sola: e oggi andranno tutti in processione da Boris a ripetergli la stessa cosa, cioè che gli accordi sull'Irlanda vanno applicati senza se e senza ma, perché i britannici devono capire che non c'è altra via di uscita. Lo scontro Londra-Ue è un grattacapo anche per Joe Biden, venuto in Europa per ricostruire quei ponti che Trump aveva bruciato dietro di sé. Ma pure tra le due sponde dell'Atlantico la sintonia fa fatica a decollare: e il nodo del contendere è il rapporto con la Cina.

 

Gli europei chiedono un «approccio bilanciato» con Pechino, che riconosca un rapporto sfaccettato e su più livelli: dunque una Cina partner per le sfide globali, oltre che concorrente economico e rivale sistemico. Ma gli americani sono arrivati in Cornovaglia lancia in resta, vogliono dare alla luce un comunicato finale dai toni forti nei confronti di Pechino, con un linguaggio netto. Gli europei non ci stanno e stanno dando vita a un vero braccio di ferro sulla formulazione finale: «Il comunicato dovrà essere bilanciato, non naif», spiegano dalla delegazione Ue.

mario draghi, joe biden, emmanuel macron ursula von der leyen

 

E quindi alla fine nel testo conclusivo non dovrebbe trovare posto la domanda di un'inchiesta sull'origine del coronavirus, che gli europei considerano materia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Più in generale, la preoccupazione dei leader della Ue è che il G7 non finisca per trasformarsi in una specie di piattaforma anti-cinese. Mentre per gli americani dovrebbe offrire anche un programma di investimenti che sia un'alternativa alla Via della Seta.

 

ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7

Anche sui vaccini, la sospensione dei brevetti ventilata dalla Casa Bianca «non è una bacchetta magica», sostengono gli europei, per i quali «la proprietà intellettuale non è un ostacolo all'accesso ai vaccini». A questo G7, la Ue vuole vedere riconosciuto il suo ruolo di «farmacia del mondo», che esporta già metà della sua produzione. Sullo sfondo di tutto, si coglie un nervosismo più generale da parte degli europei: nulla assicura che la parabola di Biden non sia breve e presto alla Casa Bianca non possa tornare Trump o un suo emulo. E dunque le diplomazie del Vecchio Continente puntano a ottenere il maggior impegno possibile da parte degli Stati Uniti. Perché del domani non c'è certezza.

mario draghi e boris johnson con la moglieg7 in cornovaglia 5g7 in cornovaglia 4 mario draghi e boris johnsonboris johnson e joe biden con le mogli al g7 in cornovaglia boris johnson joe biden al g7 in cornovaglia emmanuel macron boris johnson e le mogli ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 2

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