combattenti curde in siria rojava curdi siria trump erdogan

CESSATE IL FUOCO PERCHÉ TANTO A ME NON ME NE FREGA NIENTE - TRUMP MANDA PENCE A TRATTARE CON ERDOGAN, A LUI DELLA SIRIA NON SBATTE NULLA: ''È A 7MILA MIGLIA DI DISTANZA, PERCHÉ DOVREI MANDARE I MIEI UOMINI A DIFENDERE IL NOSTRO NEMICO ASSAD? LA TURCHIA POSSIAMO ANNIENTARLA ECONOMICAMENTE''. E PARTONO SUBITO DAZI E SANZIONI - REPUBBLICANI INTERVENTISTI DISPERATI: ''COSÌ RINASCE L'ISIS'' - L'ACCORDO PUTIN-ERDOGAN PER TOGLIERE DI MEZZO GLI USA E SPARTIRSI LA SIRIA

 

  1. SIRIA: PENCE ANDRÀ IN TURCHIA SU RICHIESTA TRUMP

trump erdogan

 (ANSA) - Il vicepresidente americano Mike Pence andrà in Turchia su richiesta del presidente Donald Trump. Pence guiderà una delegazione insieme al consigliere per la Sicurezza nazionale Robert O'Brien. L'obiettivo della missione è quello di avviare trattative per un cessate il fuoco. "Trump ha detto chiaramente" ad Erdogan che gli Stati Uniti "vogliono che la Turchia cessi l'invasione, attui un immediato cessate il fuoco e inizi a negoziare con le forze curde in Siria per mettere fine alla violenza", dice Pence.

 

  1. TRUMP, BENE CHIUNQUE DIFENDA CURDI, ANCHE BONAPARTE

 (ANSA) - "Dopo aver sconfitto l'Isis, ho fondamentalmente portato le nostre truppe fuori dalla Siria. Lasciamo che la Siria e Assad proteggano i curdi e combattano la Turchia per la loro terra. Ho detto ai miei generali, perchè dovremmo combattere per la Siria e per Assad per proteggere la terra del nostro nemico? Chiunque voglia aiutare la Siria a proteggere i curdi va bene per me, che sia la Russia, la Cina o Napoleone Bonaparte. Spero che tutti facciano bene, noi siamo a 7000 miglia di distanza": lo ha twittato Donald Trump.

TRUMP E PENCE

 

  1. SIRIA: MCCONNELL RITIRO USA CAUSERÀ RINASCITA ISIS

 (ANSA) - Dura presa di posizione del leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell contro le mosse di Donald Trump in Siria: "abbandonare questa battaglia ora e ritirare le forze Usa dalla Siria ricreerà le condizioni per la cui eliminazione abbiamo lavorato duro e causerà la rinascita dell'Isis", ha detto.

 

  1. SANZIONI USA AL GOVERNO TURCO E DAZI SU ACCIAIO

 (ANSA) - Donald Trump ha annunciato su Twitter che a breve firmerà un ordine esecutivo "per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco e qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria". Saranno inoltre aumentati i dazi sull'acciaio sino al 50% e fermati i negoziati per un accordo commerciale con Ankara da 100 miliardi di dollari.

 

  1. TRUMP, SONO PRONTO A DISTRUGGERE L'ECONOMIA TURCA

 (ANSA) - "Sono totalmente pronto a distruggere rapidamente l'economia turca se i leader turchi continuano questa strada pericolosa e distruttiva": lo twitta Donald Trump in merito alla Siria.

ERDOGAN TRUMP

 

 

  1. «LIBERIAMOCI DI TRUMP», PUTIN-ERDOGAN E L'ACCORDO SEGRETO PER SPARTIRSI IL PAESE

Marco Ventura per “il Messaggero

 

Si ridisegna rapidamente il quadro del Medio Oriente da una parte con l'avanzata turca nel Rojava, la regione finora controllata dalle milizie curde nel Nord-Est della Siria, dall'altra con quella (non contrastata dai curdi che lottano ormai per la sopravvivenza) dell'esercito siriano di Assad che ieri sera sarebbe entrato a Manbij, e col disimpegno dei marines in una gimkana concordata via telefono tra gli Stati maggiori della Difesa russo, turco e americano per non restare intrappolati nei combattimenti.

 

LE POSIZIONI UE

Sullo sfondo, le altisonanti dichiarazioni dell'Unione europea che in ordine sparso sta bloccando le future forniture di armi ad Ankara (facilmente rimpiazzate dalla Russia che ha già consegnato alla Turchia i suoi missili S-400). All'origine dei nuovi sviluppi starebbe il patto tra il russo Putin e il turco Erdogan per la spartizione della Siria, con il risultato anzitutto del ritiro americano, militare e peggio politico e morale, dai suoi capisaldi a protezione dell'YPG, la forza curdo-siriana che sognava l'indipendenza di uno Stato curdo ritagliato col sangue nel confronto con il Califfato. E che ora deve invece lottare per non sparire, e sperare in un'autonomia sotto l'ombrello di Damasco/Assad.

putin erdogan

 

«Liberiamoci di Trump», potrebbe essere il titolo di accordi maturati in questi mesi tra Mosca e Ankara, ma con la complicità dello stesso presidente USA che considera le «ridicole infinite guerre» del Medio Oriente lontane dagli interessi strategici americani. È significativo che subito dopo l'offensiva turca Fonte di pace, Mosca si sia precipitata a negare che vi fosse un accordo con la Turchia.

 

Ma ieri è stato Erdogan a dichiarare pubblicamente che l'attacco si sarebbe esteso alla strategica città di Kobane, smentendo che la Russia avesse favorito una sorta di alleanza tra Assad e le milizie curde in chiave anti-turca. «Ci sono troppe chiacchiere in giro ha detto -. Al momento non sembra ci sia alcun problema con la Russia rispetto al nostro avvicinamento a Kobane». L'approccio di Mosca? «Positivo».

PUTIN ERDOGAN

 

E in effetti, blande sono le reazioni dal Cremlino all'avanzata turca. Il portavoce Dmitri Peskov ammette che c'è «un canale di comunicazione tra i nostri militari» e che non esiste come opzione un «coinvolgimento« della Russia nel conflitto. Timido anche il commento del consigliere per gli Affari esteri del Cremlino Yuri Ushakov, per il quale gli sviluppi in Siria «non riflettono del tutto la posizione della Russia a favore del mantenimento dell'integrità territoriale del Paese«. Ma nulla più di questo. Una sorta di avvertimento. Non un altolà. Del resto, sia Mosca sia Ankara confermano colloqui diretti tra i supremi capi militari russo e turco, Valery Gerasimov e Yasar Guler.

 

PUTIN A RIAD

Intanto Putin vola a Riad per quella che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov definisce «una visita storica, alla luce anche della visita dell'anno scorso di Sua Maestà il re Salman in Russia». Putin e il principe Muhammed bin Salman si trovano d'accordo sulla lotta al terrorismo, sul rilascio di visti ai cittadini dei due Paesi, ma soprattutto sulla stabilizzazione del mercato dell'energia e sui rapporti commerciali. Il primo jet supersonico prodotto congiuntamente da Russia e sauditi potrebbe essere pronto entro il 2027.

ERDOGAN ASSAD

 

E in un'intervista ai media arabi, Putin annuncia la realizzazione di missili capaci di sfondare qualsiasi sistema di difesa, e di sistemi di difesa missilistici «che nessuno al mondo ha». Il linguaggio della forza è efficace in tutto il Medio Oriente. Israele osserva, e saggia la disponibilità di Putin chiedendogli di graziare una cittadina israelo-americana, Naama Issachar, condannata a 7 anni e mezzo di prigione per traffico di stupefacenti. Facile immaginare come si concluderà la vicenda.

ERDOGAN ASSAD

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?