paolo bonaiuti

CHE DIO CI BONAIUTI - CECCARELLI: “AVVICINANDOLO, SI CAPIVA SUBITO CHE CERTO IL SUO RUOLO ERA IMPORTANTE, A VOLTE DECISIVO, MA POI PER FORTUNA NELLA VITA E NEL MONDO C'ERA ALTRO: LA STORIA, LA BELLEZZA, I SENTIMENTI, L'OSTE TOSCANO CHE DECLAMAVA LA DIVINA COMMEDIA, LA CREMOLATA AL PISTACCHIO DEL CAVALIER MATRANGA” – “LA FINE, COME TUTTE LE FINI, FU TRISTE: UNA MATTINA BONAIUTI TROVÒ LA STANZA OCCUPATA DA TOTI E…” – MOLENDINI: "NON HA MAI APPROFITTATO DEL SUO RUOLO E SE N'È ANDATO IN PUNTA DI PIEDI"

 

L’ultima risata di Paolo Bonaiuti

Dal profilo Facebook di Marco Molendini 

 

Se ne è andato un altro pezzo di vita al Messaggero, Paolo Bonaiuti, persona sensibile, giornalista intelligente, amico vero. Abbiamo passato giornate, anni a via del Tritone ridendo, lavorando, prendendoci in giro. Quando è arrivato Paolo faceva l’inviato, veniva da Milano e dal Giorno con un gruppo di colleghi di grande valore come Vittorio Emiliani, Sergio Turone. Era un gran Messaggero. Lavoravamo in settori diversi ma ci siamo subito intesi, per comuni interessi e sensibilità.

 

paolo bonaiuti 15

A un certo punto Paolo è diventato vicedirettore, incarico che ha svolto con discrezione e attenzione. Dal Messaggero se ne è però andato in malo modo, non per colpa sua. Sono rimasto sorpreso quando ha cominciato a lavorare con Berlusconi, perché non immaginavo che si sarebbe trovato bene, lui abituato a fare la vita comoda del giornalista, sballottolato da una parte all’altra del mondo, chiamato a qualsiasi ora del giorno e delle notte. E non me lo sarei immaginato alle prese con le brutalità della politica. Non consideravo la suggestione, la fascinazione del vivere accanto al potere. Paolo lo ha fatto, però, con discrezione, a volte perfino troppa, non ha approfittato del suo ruolo, quando tutti lo cercavano e lo chiamavano.

 

silvio berlusconi paolo bonaiuti

E se ne è andato in punta di piedi quando hanno pensato che non servisse più. So che ne ha sofferto, ma la sua discrezione, il suo spirito gentile, gli ha impedito di lamentarsi. Come durante la malattia. L’ho sentito qualche giorno fa, parlava con difficoltà, ma era affettuosissimo. Sono andato a vedere su whatsapp il suo ultimo messaggio: era una risata.

 

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

Paolo Bonaiuti, che ieri se n' è andato, era una persona amabile e molto civile; e se non suonasse inopportuno in questa circostanza, e magari anche un po' pretestuoso rispetto a una vita piena e tutto sommato felice, si potrebbe aggiungere che questa sua rara e benigna civiltà risaliva dal suo essere, nel novero dei berlusconiani, il più originale e scanzonato e in fondo, paradossalmente ma fino a un certo punto, il meno berlusconiano.

 

Bonaiuti, che pur essendo alto e grosso molti suoi ex colleghi chiamavano affettuosamente "Paolino", aveva 79 anni; era nato a Firenze e prima di entrare stabilmente nel giro stretto del Cavaliere, sottosegretario portavoce in almeno tre governi, aveva lavorato a lungo nei giornali, al Giorno e poi soprattutto al Messaggero , viaggiando molto in Italia e all' estero. Adesso conta poco che prima del 1994 avesse simpatie socialiste e che anche dopo nutrisse un certa diffidenza nei confronti dell' imprenditore della tv sceso in politica.

paolo bonaiuti 13

 

paolo bonaiuti 9

Berlusconi è un seduttore implacabile e fulminante, e nel 2001, tornato al governo, gli serviva uno come Bonaiuti, e insomma: lo fece suo. Per un giornalista passare dall' altra parte non è mai facile, specie quando lo si fa acquistando di colpo influenza, prestigio, cariche e potere. Indimenticabile in questo senso l' espressione incredula di Paolino inseguito da un nugolo di cronisti fin dentro le "maioliche", che sarebbero i bagni di Montecitorio. Eppure si può pensare che la curiosità più di ogni altra virtù, lo abbia preservato dal divenire, come tanti di quella corte per tanti versi sciagurata, una specie di robot in permanente estasi idolatrica.

 

paolo bonaiuti 12

Così, avvicinandolo, si capiva subito che certo il suo ruolo era importante, a volte decisivo, ma poi per fortuna nella vita e nel mondo c' era altro: la storia, la bellezza, i sentimenti, i mosaici, i viaggi nella città più a sud del pianeta, sullo stretto di Magellano, l' oste toscano che declamava la Divina commedia, la cremolata al pistacchio del cavalier Matranga... Che poi tutto questo i giornalisti della Rai e di Mediaset trasformassero in serviziucci e marchettine da tg per far contento l' uomo più vicino a Berlusconi è un' altra faccenda, ma che ci vuoi fare? Del resto, il Cavaliere se lo teneva a fianco perché pronto, disponibile, fedele, educato, di bell' aspetto e anche galante; ma non gli dispiaceva anche perché diverso: un po' dandy, ma premuroso, dopo tutto scettico.

 

gianfranco fini silvio berlusconi paolo bonaiuti 1

Ciò detto, nel periodo d' oro (2001-2008) Bonaiuti ha svolto dignitosamente il mestiere più difficile perché gestire la comunicazione del Comunicatore più ingestibile del mondo comportava una pazienza e una resistenza da santo laico. I giornalisti ricorderanno certamente gli ameni siparietti per cui «è la mia suocera» diceva Berlusconi, ma pure «il mio mentore», o anche «quasi quasi lo mando via e lo sostituisco con una bella donna...

angelino alfano paolo bonaiuti

», ah-ah-ah! Ma il potere è in realtà una bestiaccia crudele e in tempi di visioni a distanza, e con un leader come nessun altro abituato ad assegnare le parti facendo sembrare tutti quelli attorno a lui come dei servi, beh, insomma tra corna, spropositi, chirurgie e malattie, adulazioni e approssimazioni, crisi internazionali e miserie domestiche, si può dire che Bonaiuti è riuscito a non annullarsi nel suo ruolo, nonostante tutto - e nel "nonostante" s' annida forse il miglior encomio.

 

francesca pascale silvio berlusconi

Intorno al 2010, quando fu chiaro che gli scandali sessuali non erano una bagattella, ma una torva faccenda che attirava telecamere dal Brasile alla Corea, cominciò a emergere un disagio, all' inizio clandestinamente, comunque da entrambe le parti: occhi al cielo, scatti di insofferenza. A Palazzo Grazioli, dove si compilava un superfluo Mattinale, s' insediò il cerchio magico: Dudù, Francesca Pascale, con tanto di recriminazioni su preziosissimi fagiolini. Sul piano politico, lo smottamento del berlusconismo.

paolo bonaiuti

 

giovanni toti in tuta con berlusconi

«Di questo passo - si limitò a rimare lui con lo spirito di un Maccari o Flaiano - andremo a Patrasso». La fine, come tutte le fini, fu triste: una mattina Bonaiuti trovò la stanza occupata da Toti e i suoi scatoloni nel cortile. Detta così stride, ma passò con Alfano. Stava già male. In realtà la vita era tornata a essere più importante del potere; ora che se n' è andata tutto diventa più chiaro, e anche più lieve.

paolo bonaiuti silvio berlusconisilvio berlusconi paolo bonaiuti 4silvio berlusconi paolo bonaiuti 5silvio berlusconi licia ronzulli francesca pascalepaolo bonaiuti 11toti berlusconiFRANCESCA PASCALE E SILVIO BERLUSCONI AL MATRIMONIO DI CATIA POLIDORIpaolo bonaiuti giulio tremonti 4paolo bonaiuti 10paolo bonaiuti giulio tremontipaolo bonaiuti gianni letta matteo renzipaolo bonaiuti 8paolo bonaiuti paolo bonaiuti 2silvio berlusconi paolo bonaiuti 6antonio razzi silvio berlusconi maurizio gasparri paolo bonaiutipaolo bonaiuti roberto calderolipaolo bonaiuti silvio berlusconi 1paolo bonaiuti 1lorenzo del boca silvio berlusconi paolo bonaiutipaolo bonaiuti 3augusto minzolini e paolo bonaiuti in senatopaolo bonaiuti silvio berlusconi 6paolo bonaiuti pierferdinando casinigianfranco fini silvio berlusconi paolo bonaiutipaolo bonaiuti 7gianni letta paolo bonaiuti mauro masipaolo bonaiuti carlo giovanardi

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…