giancarlo giorgetti carlo calenda

A CHE GIOCO GIOCA GIORGETTI? - L’ENDORSEMENT A CALENDA DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SPACCA LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA, CHE TEME LA SCONFITTA, E FA INCAZZARE IL PD ROMANO, CHE SUBITO DÀ DEL MEZZO FASCIO AL LEADER DI “AZIONE” - L’UNICO CHE GONGOLA È IL DIRETTO INTERESSATO: “AL GOVERNO CON GIORGETTI CI STAREI. È UN GALANTUOMO” - QUANTI SARANNO I MODERATI DI CENTRODESTRA CHE DARANNO UN VOTO DISGIUNTO E SFANCULERANNO MICHETTI?

carlo calenda foto di bacco (4)

1 - CALENDA, 'AL GOVERNO CON GIORGETTI CI STAREI, MAI CON LEGA'

(ANSA) - Per Carlo Calenda, leader di Azione e candidato a sindaco di Roma "Michetti non è presentabile come sindaco di Roma. Non è credibile, non ha esperienza. Sta là soltanto perché è amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini", mentre Giancarlo Giorgetti "è un galantuomo che fa politica, sa riconoscere il valore delle persone, capisce chi può essere utile alla causa di Roma e dell'Italia".

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

Lo dice intervistato dal Corriere della Sera. Alla domanda se starebbe nello stesso schieramento di Giorgetti, Calenda risponde: "No di certo se quello schieramento è la Lega. Starei nello stesso governo di Giancarlo Giorgetti e anche di Antonio Bassolino, che sostengo a Napoli".

 

Secondo Calenda "il punto è scardinare questa finta sfida tra destra e sinistra che, come accade a Roma, sotto sotto sono sostenute a turno dallo stesso gruppo di potere che ha sfasciato la città. Michetti, alle Europee del 2019, invitava a votare Gualtieri su indicazione del pd Bruno Astorre. Non sono omonimi: sono gli stessi Michetti e Gualtieri che si sfidano oggi".

 

enrico michetti roberto gualtieri virginia raggi carlo calenda foto di bacco

A suo avviso il "Paese fa un balzo in avanti se le migliori personalità che si riconoscono nei valori dell'europeismo e della liberal-democrazia si mettono insieme, isolando i populismi e i sovranismi di Salvini e Meloni.

 

Io con uno come Salvini non ho nulla a che spartire". Alla domanda se siano tanti i parlamentari del centrodestra che lo sostengono a Roma, il leader di Azione replica: "Non li frequento molto. Parecchi loro elettori, quelli sì". Dentro Forza Italia? "Qualcuno, come Marcello Pera, l'ha anche detto. Ma non so se lui vota a Roma...".

MATTEO SALVINI CARLO CALENDA

 

2 - BOMBA GIORGETTI SULLA LEGA «A ROMA BENE CALENDA» ALTA TENSIONE CON SALVINI

Marco Conti per "il Messaggero"

 

«Qualunque cosa dico ormai vengo sempre strumentalizzato. La verità? Sto girando l'Italia in lungo e in largo per promuovere i candidati del centrodestra. Figuriamoci se tifo per Calenda».

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Prova a metterci una pezza Giancarlo Giorgetti dopo una mattinata passata a spiegare che il senso dell'intervista a La Stampa era un altro. Eppure a rileggere le affermazioni del ministro dello Sviluppo Economico si comprende l'insofferenza tutta leghista per il candidato scelto per Roma da FdI e avallato da tutto il centrodestra.

 

«Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze - dice Giorgetti nell'intervista - mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma». Poi l'aggiunta su Guido Bertolaso che, a detta del ministro leghista, sarebbe stato il candidato giusto del centrodestra nella Capitale mentre Sala a Milano vincerà «al primo turno».

carlo calenda

 

L'IDEA

Affermazioni che scatenano le ira degli alleati. Antonio Tajani, reduce dall'incontro con Mario Draghi a Palazzo Chigi, invita Giorgetti «a fare campagna elettorale a Varese». Dura anche Giorgia Meloni che oltre a difendere Michetti, dice che «se nel centrodestra qualcuno preferisce far vincere la sinistra, è problema suo».

 

giorgia meloni con enrico michetti

Se è vero, come sostiene il titolare del Mise, che la vittoria di Calenda dipende da quanto «riuscirà ad intercettare il voto in uscita dalla destra», significa dare per scontata una sorta di liquefazione della coalizione che non può non allarmare Matteo Salvini. Il segretario della Lega, pur evitando di polemizzare con il suo ministro e alimentare l'idea di una Lega sull'orlo della scissione, interviene per difendere i candidati del centrodestra di Roma e Milano.

 

luca bernardo con matteo salvini 2

«Michetti e Bernardo saranno ottimi sindaci», si limita a ribadire Salvini. In difesa di Michetti interviene anche Silvio Berlusconi con un «forza Enrico» che rincuora, in parte, il diretto interessato. «Non c'è nulla di male a dire quello che si pensa - replica Michetti - tanto sono i cittadini di Roma che decidono, non è né Giorgetti, né nessun altro».

 

Il destinatario dell'endorsement, Carlo Calenda, ovviamente ringrazia e attacca il Pd. «La cosa divertente - sostiene - è che mentre mi accusano di essere il candidato della Lega per un apprezzamento professionale di Giorgetti, siglano segretamente (manco troppo) il patto con i 5S per portarli in giunta».

enrico michetti roberto gualtieri virginia raggi carlo calenda foto di bacco (3)

 

Il ballo del voto disgiunto preoccupa la destra e sarà l'argomento più gettonato in quest' ultimo scorcio di campagna elettorale.

 

LE MANOVRE

Sempre nella stessa intervista Giorgetti sostiene che «l'interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince». Il ministro dice anche che vorrebbe che Draghi «rimanesse lì per tutta la vita». Il punto è che «appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale».

 

IL MANIFESTO PHOTOSHOPPATO DI CARLO CALENDA

In questo caso la sortita del ministro non trova ostilità soprattutto dalle parti del Pd anche se resta il problema di chi gestirà l'attuazione del Pnrr. «Con tutto l'affetto per il ministro Giorgetti io mi preoccuperei più dell'oggi», sostiene Enzo Amendola, il sottosegretario (Pd) che si occupa proprio dei dossier europei, Pnrr compreso.

 

L'idea di Giorgetti di eleggere Draghi - escludendo il bis di Mattarella perché Salvini e la Meloni «non lo voterebbero» - è accarezzata da molti leader di maggioranza che hanno fretta di andare al voto.

 

In testa c'è Salvini - con il quale Giorgetti si mette così in sintonia sapendo forse anche di non irritare neppure il diretto interessato delle strategia leghiste - ma la prospettiva non dispiace anche al leader del M5S Giuseppe Conte. Ingolosisce anche una cospicua parte del Pd rinfrancata dal voto tedesco, e della stessa FI che vede aumentare le iniziative centriste.

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

 

Ultima quella di Gianfranco Rotondi. La prospettiva non affascina però gli eletti. Soprattutto quelli - e sono tantissimi - che a vario titolo e partito sanno che non torneranno in un Parlamento che al prossimo giro ha un terzo di posti in meno. A questi, coloro che intendono eleggere Draghi al Quirinale, dovranno probabilmente garantire per evitare sorprese, magari con la promessa di un nuovo governo-draghiano - che la legislatura non finirà prima di 4 anni sei mesi e un giorno.

luca bernardo fa arti marziali 3ENRICO MICHETTI MEME

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”