melania trump in gucci al voto in florida

A CHE SERVE LA MASCHERINA QUANDO HAI UN GUCCI DA 3.500 EURO? MELANIA VA AL SEGGIO STRAFICA COME SEMPRE, CON UN VESTITO DECORATO DAI CLASSICI ''HORSEBIT'' (MORSETTI DA CAVALLO) DEL MARCHIO - AL BRACCIO UNA KELLY DI HERMES (10-15MILA EURO) E AI PIEDI LOUBOUTIN NUDE DA 600 EURO - A CHI LE CHIEDEVA PERCHÉ NON AVESSE VOTATO IN ANTICIPO COME IL MARITO, HA RISPOSTO: ''È L'ELECTION DAY, VOLEVO ESSERE QUI OGGI''

 

1 - MELANIA IN GUCCI VOTA IN FLORIDA AL «SUO» SEGGIO SENZA MASCHERINA

Da “il Giornale

 

MELANIA TRUMP IN GUCCI AL VOTO IN FLORIDA

Non è certo passata inosservata la visita di Melania Trump, la first lady «uscente» (e forse rientrante) nella sua sezione elettorale al Morton and Mandel Recreation Center a West Palm Beach, in Florida, distante appena una decina di minuti dalla residenza di Mar-a-Lago, buon retiro del presidente e della sua famiglia. Un po' perché Melania ha sfoggiato uno spettacolare abito dall'inconfondibile «pattern» a morsetto firmato Gucci (valore 4.500 dollari) e una borsa Kelly di Hermes. Ai piedi della décolleté color crema, probabilmente Louboutin. Ma anche perché l'ex modella era l'unica dei presenti a non indossare la mascherina anti-Covid.

 

Probabilmente non sarebbe stata la sola «fuorilegge» se con lei ci fosse stato il marito, che invece aveva votato qualche giorno fa nello stesso seggio, servendosi dell'early voting. Uno show non in linea con il comportamento tenuto per tutta la campagna elettorale da Melania, che ha tenuto un rigorosissimo basso profilo, intervenendo pochissimo nella vicenda che ha opposto per lunghi mesi il marito allo sfidante democratico Joe Biden.

 

Negli ultimi giorni però la first lady, solitamente piuttosto ritrosa e poco amante del red carpet, è sembrata più interventista: due le sue uscite registrate dai mezzi di comunicazione, entrambe contro Biden, che Melania ha definito sbrigativamente come «un politico di carriera» e come l'esecutore pedissequo della sinistra radicale. Melania qualche giorno fa a West Bend, in Wisconsin, aveva anche difeso il marito: «Ha già fatto così tanto: immagina cosa farà tra altri quattro anni».

vestito gucci melania trump

 

E poi, riferendosi alla gestione dell'emergenza sanitaria: «Questa amministrazione ha lavorato instancabilmente per sostenere le famiglie e coloro che lottano contro la pandemia», ha detto, accusando i democratici di voler politicizzare la battaglia contro il virus. Melania, guarita da poco dal coronavirus, ha votato attorno alle 10 di mattina ora locale e ai giornalisti radunati all'ingresso della sezione ha detto di sentirsi «benissimo». E a chi le chiedeva perché non avesse votato in anticipo come il marito, ha risposto: «È l'election day, volevo essere qui oggi per votare».

 

 

2 - MELANIA, DISTANTE E IMBRONCIATA, MA C'È SEMPRE LA SUA MANO DIETRO LE SCELTE DI DONALD

A. Gu. per “il Messaggero

 

Per almeno due anni è stata considerata un «enigma».

MELANIA TRUMP IN GUCCI AL VOTO IN FLORIDA

Gli americani erano divisi, con una metà convinta che Melania fosse isolata e prigioniera di «un matrimonio senza amore», e un' altra metà sicura che fosse invece schierata con il marito e anzi fosse una «ascoltata consigliera». Vari libri usciti nell' ultimo anno hanno contribuito a spiegare che la first lady è in realtà un po' dell' uno e un po' dell' altro. Sin dai primi giorni dell' Amministrazione Trump si capì che qualcosa non andava per il verso giusto, quando solo Donald si trasferì alla Casa Bianca, mentre Melania rimaneva a New York sostenendo che non voleva strappare il figlio Barron da scuola.

 

Pare invece che come condizione per il suo ricongiungimento con il marito Melania avesse negoziato per quattro mesi una revisione dell' accordo pre-matrimoniale che le garantisse condizioni migliori rispetto a quello firmato nel 2005 al momento delle nozze.

 

LE NUBI

MELANIA TRUMP IN GUCCI AL VOTO IN FLORIDA

Melania aveva il coltello dalla parte del manico, perché il marito arrivava a Washington sotto la nube di due scandali sessuali e solo la sua presenza e il suo sostegno potevano contribuire a dissipare almeno in parte quella nube. Era infatti venuta a galla una registrazione in cui Trump si era vantato di afferrare le donne «nelle loro parti intime», e in contemporanea si era scoperto che aveva avuto relazioni adulterine con una attrice porno e una ex modella. Melania aveva sopportato lo scandalo con stoicismo, ma quei sorrisi tirati, quel suo rifiuto di farsi prendere per mano dal marito, la sua assenza agli appuntamenti importanti non tradivano una romantica infelicità, semmai invece testimoniavano della sua ferrea volontà di restare padrona di se stessa e uscire vincente dalla crisi.

 

I bene informati ci hanno infatti spiegato che pur con questi bronci e apparente freddezza, la coppia Melania-Donald esiste, eccome, e che Melania è la prima consigliera del presidente, molto più ascoltata di Ivanka.

Non è Ivanka, infatti, la persona a cui Trump telefonava prima e dopo ogni comizio per chiedere consigli e opinioni: è sempre e solo stata Melania.

 

Uno dei collaboratori più vicini al presidente, Sam Nunberg, conferma: «Il presidente dipende da lei, si consulta con lei, la prende molto sul serio». Infatti proprio nell' ultimo anno del mandato di Trump, davanti al rischio che il marito potesse non farcela, l' abbiamo vista scendere in campo al suo fianco, e fare campagna, e pur dopo essere stata ammalata di covid-19 confermare di avere piena e totale fiducia in lui come presidente.

omarosa manigault newman e donald trump 2

 

Melania è la prima first lady, dal 1800, nata all' estero. Sin da teenager era innamorata dell' America, e quando il Muro di Berlino cadde e poi la Slovenia votò lindipendenza dalla Jugoslavia, il suo sogno di diventare una modella a New York parve possibile, anche se la sua carriera la portò prima a Milano e Parigi. Scoperta a 25 anni da un noto scout italiano, Paolo Zampolli, nel 1996 Melanja Knavs arrivò finalmente nella Grande Mela, ribattezzata Melania Krauss. Non divenne mai una top-model, ma entrò nel giro delle modelle «di alta qualità», e il suo volto campeggiò su Times Square per una pubblicità per le sigarette Camel.

 

L' INCONTRO

Era il 1998 quando incontrò Donald Trump a una sfilata di moda e il 2005 quando lo sposò. Lui acconsentì a fare un figlio, purché Melania si impegnasse a tornare velocemente alla sua forma impeccabile, una promessa che le è stata facile, considerato che sin da bambina, spinta dalla mamma, la ex modella ha meticolosamente curato la propria apparenza.

 

Con Donald, Melania ha vissuto la vita dorata del jet set newyorchese, ma ha anche manifestato un profondo sentimento materno verso il bambino. E negli anni ha dimostrato anche una grande lealtà verso il marito. Contrariamente a quanto si era favoleggiato, Melania era contenta che lui corresse per la presidenza. Di nuovo, è Sam Nunberg a rivelare: «Melania ha sempre preso sul serio la sua candidatura a presidente, forse anche più di lui. E perché? Perché conosce il potere della celebrità, e che in America essere una celebrità significa essere potenti».

melania trump con la mascherina

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?