CHI COMANDA DAVVERO ALLA SCALA? LE NUOVE-VECCHIE NOMINE DI FRANCESCHINI NEL CDA LASCIANO POCHI DUBBI: UN CONTENTINO A RENZI, E UNA CONFERMA PER LA VERA EMINENZA GRIGIA, IL FINANZIERE FRANCESCO MICHELI AL SUO TERZO MANDATO - HA FATTO FUORI PEREIRA E ORA HA SCELTO DOMINIQUE MEYER. E ALL’ORIZZONTE, DICIAMO TRA UN ANNO, CI SARÀ DA PARLARE DEL FUTURO DEL DIRETTORE MUSICALE, RICCARDO CHAILLY

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1. CHI COMANDA DAVVERO ALLA SCALA?

DAGOREPORT

 

FRANCESCO MICHELI DARIO FRANCESCHINI FRANCESCO MICHELI DARIO FRANCESCHINI

Chi comanda, davvero, alla Scala?

Le nuove-vecchie nomine di Franceschini nel Cda lasciano pochi dubbi. Un contentino a Renzi, con la nomina di Maité Bulgari che nel 2017 entrò nel direttivo del Pd dopo la conferma di Renzi a segretario e una conferma per la vera eminenza grigia della Scala, il finanziere Francesco Micheli, al suo terzo mandato (la Zambon non è stata riconfermata dopo due).

 

Anni addietro, Micheli si era autoproposto come sovrintendente, ma fu stoppato da una sommatoria di veti. Così, nel corso degli anni, la sua specialità è diventata far fuori i sovrintendenti con i quali ha avuto a che fare. E, sempre, con il singolare appoggio della Regione Lombardia leghista.

 

maite e paolo bulgari foto di bacco maite e paolo bulgari foto di bacco

Contro il sovrintendente Stephane Lissner, Micheli perse la battaglia (per la Regione era al suo fianco Fiorenzo Tagliabue), poiché il manager francese – che godeva dell’appoggio di Pisapia – andò dal ministro Franceschini1 a dire “O me o lui”… e Micheli lasciò il Cda.

 

Contro Alexander Pereira, invece, ha vinto lui, e Pereira è stato cacciato, con il beneplacito di Sala, il silenzio dell’ex ministro Bonisoli e sempre l’appoggio della Regione Lombardia, mesi fa rappresentata da Philippe Daverio (non rinnovato nel Cda).  I leghisti, che di trame culturali capiscono uno zero, avrebbero fatto meglio a difendere Pereira se davvero volevano fare la guerra a Sala anziché cavalcare lo slogan “Via i sauditi dalla nostra Scala”. Ma questo è il passato.

 

francesco micheli francesco micheli

Ora, Micheli si trova sotto le mani il suo terzo sovrintendente da “spennare”, Dominique Meyer; questa volta l’ha voluto lui – ma non vuol dire. Vedremo.

Il Cda, intanto, è stato normalizzato da Franceschini2: Micheli – finanziere con cuore a sinistra – comanda; il sindaco, che si proclama di sinistra (ci credono in pochi) presiede; il sovrintendente Meyer, che ha una lontana esperienza in area Pcf, dirige; la lussuosa Bulgari è romana del Pd e il resto – come dicono a Milano – conta ‘na got o quasi. Il quasi è Bazoli che, però, è anche il genero del sindaco.

 

Nell’ultima gestione il sindaco si è piegato al volere di Micheli cacciando Pereira. Se fosse rimasto ministro Bonisoli (5 Stelle, un altro partito che di politica culturale capisce uno zero) Micheli non avrebbe avuto alcuna possibilità di strappare un terzo mandato. Con Franceschini2, invece, le cose si sono capovolte e lui è diventato più che mai il perno del teatro, anche perché ha pure scelto il nuovo sovrintendente.

carlo fuortes e maite bulgari img 0079 md carlo fuortes e maite bulgari img 0079 md

 

Il sindaco – forse lo sa, forse non se ne è nemmeno accorto – di fatto non è il King maker del teatro: tutto quello che può fare è ordinare che si aprano le porte della platea della Scala per scattare qualche foto a Eriksen, nuovo centrocampista dell’Inter. Men che meno i leghisti, che faranno un po’ di casino con il pianista di Forza Italia Nazzareno Carusi, ma non hanno possibilità di influire sulle scelte. 

 

L’asse Franceschini-Micheli-Meyer controlla la nuova Scala. E all’orizzonte, diciamo tra un anno, ci sarà da parlare del futuro del direttore musicale, Riccardo Chailly (in scadenza tra due). Pare che Micheli volesse un diverso direttore, forse ora difficile da portare alla Scala. Ma siamo solo ai rumors.

 

 

2. SCALA, NUOVO CDA CONFERMATO MICHELI ENTRA LA REGISTA CARPIO BULGARI

Pierluigi Panza per il ''Corriere della Sera''

 

francesco micheli francesco micheli

Continua il rinnovamento dei vertici del Teatro alla Scala.

Dopo l' addio di Alexander Pereira e l' arrivo, come sovrintendente, di Dominique Meyer siamo alla volta del Consiglio di amministrazione. In vista del Cda del 18 febbraio la Regione aveva già indicato, nei giorni scorsi, come suo nuovo rappresentante il pianista Nazzareno Carusi, già responsabile culturale di Forza Italia, al posto di Philippe Daverio. Ieri l' indicazione da parte del ministro per i Beni e le attività culturali.

 

dominique meyer dominique meyer

Qui c' è la riconferma del finanziere e mecenate culturale Francesco Micheli (un mandato con Lissner e uno con Pereira) e un nuovo ingresso. Al posto della industriale farmaceutica Margherita Zambon (anch' essa due mandati alle spalle) il ministero ha indicato Maria Teresa Carpio, seconda moglie di Paolo Bulgari, capo della maison del lusso. Regista, già nel Cda di Cinecittà, Maite Carpio Bulgari è una regista (ha realizzato documentari su Fellini e Visconti) e nel 2017, dopo la riconferma di Renzi, era entrata nel Pd. Quanto agli altri, oltre al sindaco, Giuseppe Sala che resta presidente del teatro, conferme arrivano per Alberto Meomartini in rappresentanza della Camera di Commercio e per Giovanni Bazoli (Fondazione Cariplo).

 

Claudio De Scalzi rimarrà il rappresentante Eni finché resterà ad dell' Eni (carica da rinnovare).

Più complicato definire chi sarà l' altro membro privato. Era lo scomparso Giorgio Squinzi; potrebbero subentrare i figli o l' assemblea potrebbe approvare nuove candidature avanzate dai Fondatori permanenti, che sono: Pirelli, Fininvest, Generali, Enel, Banca del Monte di Lombardia, BPM, Telefonica, Tods e Allianz.

Il candidato, però, deve assicurare un apporto annuo pari all' 8% dei finanziamenti statali, ovvero tre milioni di euro.

giuseppe sala alexander pereira giuseppe sala alexander pereira il ministro alberto bonisoli il ministro alberto bonisoli riccardo chailly riccardo chailly Riccardo Chailly Riccardo Chailly sala fontana prima alla scala tosca sala fontana prima alla scala tosca

 

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