salvini meloni

A CHI GIRANO I MELONI? A SALVINI! LA "DUCETTA" DECIDE DI NON ANDARE ALLO SCONTRO FRONTALE CON L'UE SUI MIGRANTI E IL "CAPITONE" SI INCAZZA - DONNA GIORGIA, CHE HA SENTITO MACRON PER SBLOCCARE LA CRISI, HA EVITATO FORZATURE CON BRUXELLES E ALLO STESSO TEMPO NON HA VOLUTO FARSI CANNIBALIZZARE DALLA DOTTRINA SALVINI, CHE PREVEDE DI LASCIARE I MIGRANTI IN MARE SINE DIE - L'IRA DELLA LEGA. LA MELONI PROVA A RASSICURARE LA DESTRA: “ORA UN FRENO A TUTTI I CLANDESTINI”

Francesco Grignetti Ilario Lombardo per la Stampa

 

piantedosi salvini meloni

Serve un doppio colpo di scena per sbloccare la crisi dei migranti di Catania. Da una parte c'è la Francia che apre i porti a una nave umanitaria, la "Ocean Viking", gestita da una Ong transalpina, la Sos Méditerranée. C'era stato un colloquio tra Giorgia Meloni e Emmanuel Macron, lunedì sera, che ha cambiato la partita in corso. Dall'altra, con l'escamotage di mandare nuovamente i medici a bordo delle due navi, i migranti che erano ristretti sulla "Humanity 1" e sulla "Geo Barents" diventano improvvisamente tutti «fragili» e quindi tutti meritevoli di sbarco. Il braccio di ferro con l'Europa finisce qui, un passo prima dello scontro.

 

Il governo può sentirsi soddisfatto: la mossa di Parigi ha rotto un fronte diplomatico che pareva inossidabile. E puntualmente arriva in serata una nota ufficiale all'insegna della gratitudine: «Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell'emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell'Italia e di pochi altri stati del Mediterraneo».

 

MIGRANTI SBARCATI A CATANIA DALLA GEO BARENTS

E' importante - annota palazzo Chigi - proseguire in questa linea di collaborazione europea con gli Stati più esposti per la loro collocazione geografica «così da trovare una soluzione condivisa e comune, per fermare la tratta degli esseri umani e gestire in modo legale ed equilibrato il fenomeno migratorio che ha assunto dimensioni epocali.

L'emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato, nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità».

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2014

Ma siccome la contromossa di rinunciare alla fermezza va spiegata agli italiani, innanzitutto a quelli con il cuore che batte a destra, Giorgia Meloni si precipita ad annunciare: «Il nostro obiettivo è difendere la legalità, la sicurezza e la dignità di ogni persona. Per questo vogliamo mettere un freno all'immigrazione clandestina. I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo Governo non tradirà la parola data». E che parlasse soprattutto ai suoi elettori, è chiaro da questo passaggio: «In tema di sicurezza e contrasto all'immigrazione illegale, gli italiani si sono espressi alle urne, scegliendo il nostro programma e la nostra visione».

 

Un conto, però, è difendere la posizione politica pubblicamente su Facebook; altro è trattare per una soluzione che non trascini l'Italia in un conflitto con l'Europa nel pieno dei negoziati economici.

 

Giorgia Meloni così si è attivata personalmente per evitare forzature con Bruxelles e allo stesso tempo di farsi cannibalizzare dalla dottrina Salvini, che prevede di lasciare i migranti in mare sine die, fino a quando qualche Paese se ne fa carico o arriva la magistratura a notificare le indagini per sequestro di persona.

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

L'Europa per tre giorni di fila aveva richiamato l'Italia alle sue responsabilità sui salvataggi in mare. Richiami che sono suonati come un campanello d'allarme per Meloni, impegnata ad accreditarsi tra le istituzioni e le cancellerie europee.

 

La svolta, secondo fonti del ministero dell'Interno francese, è avvenuta a Sharm el-Sheik, dove la premier ha avuto un breve colloquio con il presidente francese. Il confronto ha sbloccato lo stallo e, ventiquattr' ore dopo, l'imbarcazione con 243 migranti a bordo si è diretta a Marsiglia, Francia.

 

È stata la seconda volta in pochi giorni che il governo Macron ha mostrato disponibilità verso l'Italia e la sua battaglia per rendere più condivisa la gestione dei migranti a livello europeo. In cambio, Meloni ha scelto un profilo basso, come aveva fatto anche domenica, preferendo restare in silenzio, mentre cresceva la polemica sull'orribile espressione del «carico residuale» di migranti oggetto di selezione.

 

piantedosi salvini meloni tajani

È vero, su Facebook la presidente del Consiglio è tornata a rivendicare le proprie idee sui profughi. Ma lo ha fatto mentre, dall'altra parte - lo confermano fonti dell'esecutivo - chiedeva al ministro Piantedosi una via d'uscita che non rendesse gli sbarchi selettivi un caso in Europa.

 

Una scelta che Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ma con il cuore sempre al Viminale, non avrebbe apprezzato.

 

Tanto che il segretario del Carroccio preferisce ignorare quanto avviene a Catania e invece di esultare per lo sblocco di Parigi twitta: «Bene così. L'aria è cambiata».

 

matteo salvini giorgia meloni

Il leghista, come fece nel 2019, avrebbe volentieri continuato le trattative sulla pelle dei migranti in mare. Meloni la pragmatica, invece, ha bisogno di Bruxelles e degli alleati, a partire dalla Francia, fondamentale per i negoziati su Patto di stabilità e tetto al prezzo del gas. Un'escalation per un numero di profughi che davvero non può far gridare all'invasione sarebbe stata controproducente, secondo la premier. Anche a costo di scontentare, come è puntualmente avvenuto, Salvini.

 

La svolta di Parigi è accolta da Matteo Piantedosi con distacco olimpico. Adesso è soddisfatto? «No - risponde a La Stampa - . Nel senso che non ho motivi né di essere soddisfatto né insoddisfatto. Quello che mi premeva è affermare il principio giuridico che abbiamo sollevato in Europa». Cioè la responsabilità dei Paesi per le Ong. Sotto questo profilo, domani è davvero un altro giorno.

piantedosi salvini meloni tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...