salvini savoini russia

CHI HA REGISTRATO L’INCONTRO DI SAVOINI AL METROPOL E CHI HA CONSEGNATO IL MATERIALE ALLA MAGISTRATURA? - BELPIETRO: “VISTO CHE I FONDI NON SI TROVANO, COSÌ COME PURE I MILIONI DI TONNELLATE DI KEROSENE CHE AVREBBERO DOVUTO DARE ORIGINE ALLA MAXI MAZZETTA DA 65 MILIONI DI DOLLARI, DI VERO C'È UNA MISTERIOSA RIUNIONE DI CUI SI CONOSCONO I NOMI DI SOLI TRE PARTECIPANTI, PIÙ UNA REGISTRAZIONE. E ALLORA, COME IN OGNI SPY STORY, LE ATTENZIONI SI DEVONO CONCENTRARE SU…”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

maurizio belpietro con matteo salvini (3)

Il procuratore di Milano, Francesco Greco, parlando ieri davanti alla porta del suo ufficio dopo aver avuto un colloquio con l' aggiunto Fabio De Pasquale, titolare dell' inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega, ha risposto con un «no comment» alla domanda se fosse stato identificato il terzo italiano presente all' incontro in cui sarebbe avvenuta la trattativa sul petrolio.

 

Le agenzie, però, hanno aggiunto anche un' altra risposta di Greco, questa volta a chi gli ha fatto notare che qualcuno sta sollevando dubbi sull' utilizzabilità di quell' audio per via delle modalità di acquisizione: la registrazione da cui è partita l' indagine, ha detto il procuratore, «è stata acquisita con un normale verbale». Questione chiusa dunque, almeno per quel che riguarda l'audio, la sua attendibilità e anche il suo arrivo nelle mani dei pm? Niente affatto, visto che la faccenda è tutt' altro che secondaria.

MATTEO SALVINI E GIANLUCA SAVOINI A MOSCA NEL 2014

 

Siamo stati i primi ad aver sollevato qualche dubbio sull'utilizzabilità della registrazione e non, ovviamente, per via dell'operato della magistratura: ci mancherebbe. È evidente che nel momento in cui l' audio è arrivato nelle mani della polizia giudiziaria, il «documento» è stato acquisito con un normale verbale.

 

Che sia stato consegnato da chi ha registrato il colloquio o che il supporto digitale sia stato recapitato da un soggetto terzo, che a sua volta lo aveva ottenuto, gli ufficiali di pg erano tenuti a redigere un verbale. Sarebbe così anche se la registrazione fosse arrivata da fonte anonima, perché nel momento in cui arriva in Procura, va da sé che il funzionario o il magistrato che la ricevono debbono compilare un verbale.

 

CLAUDIO DAMICO - MATTEO SALVINI - GIANLUCA SAVOINI

Dunque, la frase del procuratore di Milano non risponde alla domanda che ci siamo posti sin dal deflagrare del presunto scandalo, circa l'utilizzabilità della registrazione. Perché una cosa sono le modalità con cui si è acquisito l'audio, altro è se quel supporto digitale sia una prova, o se sia ipotizzabile a carico di chi l'ha maneggiato la ricettazione. Già, perché qui bisogna tornare alle origini: ovvero a chi abbia registrato il colloquio e a chi lo abbia fatto giungere in Italia, consegnandolo prima ai magistrati e poi ai giornalisti, ammesso e non concesso che il percorso non sia stato all' incontrario.

 

SAVOINI D AMICO

Ieri a Quarta Repubblica, la trasmissione condotta da Nicola Porro su Rete 4, Stefano Vergine, uno dei giornalisti dell' Espresso che per primi hanno raccontato della strana trattativa di Mosca, ha detto di avere le prove di ciò che Gianluca Savoini e i suoi interlocutori si sono detti nella hall dell' Hotel Metropol. Certo, gli appunti non possono essere considerati prove, né lo può essere la stessa testimonianza del collega.

 

Dunque, si torna alla domanda di partenza: chi ha registrato e chi ha consegnato il materiale alla magistratura? Il fatto a qualcuno potrà sembrare secondario se non di nessuna rilevanza, visto che la questione riguarda fondi neri da destinare al finanziamento di un partito.

 

GIANLUCA SAVOINI

Ma visto che i fondi non si trovano, così come pure i milioni di tonnellate di kerosene che avrebbero dovuto dare origine alla maxi mazzetta da 65 milioni di dollari, di vero c' è una misteriosa riunione di cui si conoscono i nomi di soli tre partecipanti, più una registrazione. E allora, come in ogni spy story, le attenzioni si devono concentrare sui dettagli, dunque sull' audio e sulle persone presenti nella hall del Metropol.

 

La registrazione, come abbiamo detto, è misteriosa, come lo è la possibilità di ascoltare nella hall di un albergo un colloquio fra sei persone - che si svolge in russo, in inglese e in italiano - distinguendone le voci e ricostruendo senza errori le frasi dette dai partecipanti.

Ma altrettanto poco chiaro è il ruolo di Gianluca Meranda, l' avvocato d' affari che ha affiancato Savoini nella trattativa con i russi.

 

Da quanto ha ricostruito il nostro Giacomo Amadori, il legale che nell' audio risulterebbe discutere di percentuali e di intermediari bancari attraverso i quali concludere l' operazione, negli ultimi mesi - cioè prima dell' esplodere del caso - avrebbe attraversato grossi guai finanziari, al punto da essere stato sfrattato e da avere difficoltà nel far fronte alle normali spese.

 

savoini

L'avvocato internazionale è stato scaricato dai massoni, dalla banca che rappresentava (la quale nega che a Mosca Meranda agisse come suo consigliere legale) e a giugno era stato costretto a subire lo sfratto del suo ufficio. Ma Meranda è anche colui che scrive a Repubblica per «auto-denunciarsi», cioè per rivelare si essere lui uno dei sei personaggi seduti nella hall del Metropol. E guarda caso, è proprio lui che in quella sede parla di soldi, anzi di milioni, e di percentuali sul colossale affare che ha inguaiato Savoini e, di riflesso, avrebbe dovuto inguaiare Salvini.

salvini savoini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”