enrico giovannini pnrr

DI CHI È LA MANINA CHE HA SBEFFEGGIATO IL GOVERNO SUL PNRR? - SUL SITO DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE QUALCUNO HA LASCIATO UN COMMENTO, IN ROSSO, NEL DOCUMENTO DELLA GAZZETTA UFFICIALE SUL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA: "CI VERGOGNIAMO E CI LIMITIAMO A PUBBLICARE IL TESTO COORDINATO (GIÀ PIÙ CHE SUFFICIENTE A PROVOCARE ULCERE GASTRICHE NEI LETTORI)" - INDAGA LA POLIZIA POSTALE: DIFFICILE UN ATTACCO HACKER, POTREBBE ESSERE UN DIRIGENTE CHE…

1 - PNRR, CRITICHE PUBBLICATE IN GAZZETTA UFFICIALE. SI ATTIVA LA POLIZIA POSTALE

Andrea Ducci per il "Corriere della Sera"

 

IL COMMENTO SBERLEFFO AL PNRR

Ad occuparsene adesso è la Polizia postale. Nelle prossime ore le verifiche in corso potrebbero consentire di risalire all'identità digitale della «manina» anonima, che sul sito del ministero delle Infrastrutture ha lasciato un commento sbeffeggiando il governo, il ministro Enrico Giovannini e i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

 

In calce alla pagina del supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, con il testo che indica i criteri di governance del Pnrr, è stato aggiunto in caratteri rossi al testo un inequivocabile sberleffo.

 

«Visto che nessuno dei ministri si è vergognato a firmare una simile legge, noi ci vergogniamo di pubblicare l'Allegato e ci limitiamo a pubblicare il testo coordinato (già più che sufficiente a provocare ulcere gastriche nei lettori)».

IL COMMENTO SBERLEFFO AL PNRR

 

Queste le parole esatte aggiunte sul sito web del ministero al supplemento della Gazzetta Ufficiale, con il duplice intento di prendersi gioco del governo e di manifestare il totale dissenso nei confronti del Pnrr.

 

In base alle prime ricostruzioni della vicenda il documento digitale originale è stato creato lo scorso mese di luglio dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ma poi, a settembre, è stato caricato sul sito del ministero guidato da Giovannini, dove per settimane l'incredibile scherzo è rimasto on line, fino a quando nei giorni scorsi il quotidiano Il Tempo si è accorto dell'insolita «nota» in calce al testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale e ha rilanciato la notizia.

 

enrico giovannini mario draghi

Una scoperta che non ha fatto piacere in particolare a Giovannini, poiché il sito è proprio quello del ministero delle Infrastrutture e, dunque, si tratta di «fuoco amico». Il file è stato immediatamente rimosso, con tanto di denuncia alla Polizia postale.

 

Le prime verifiche hanno escluso che si tratti di un hacker: il file sarebbe stato caricato utilizzando i sistemi informatici del ministero e servendosi di credenziali di accesso ufficiali. Non dovrebbe essere perciò difficile ricostruire l'accaduto.

 

Le ipotesi al momento sarebbero un paio. Nel primo caso viene ipotizzato il mancato controllo da parte di chi al ministero ha caricato il file, senza accorgersi cioè che il documento era stato manomesso con lo sberleffo in caratteri rossi.

 

L'altra possibilità è quella di una forte irritazione da parte di qualche dirigente ministeriale nei confronti della governance del Pnrr, al punto di renderla pubblica alterando la Gazzetta Ufficiale.

ENRICO GIOVANNINI

 

 

2  - LA POLIZIA POSTALE APRE UN'INDAGINE SULL'AGGUATO A DRAGHI

Antonio Rapisarda per "Libero quotidiano"

 

Le "manine" che hanno preso di mira il decreto del Pnrr con la nota-shock vergata in rosso («Provoca ulcere gastriche ai lettori») pubblicata sul sito del ministero delle Infrastrutture dovrebbero avere le ore contate. Gli esecutori dell'agguato al governo Draghi infatti, come ha titolato ieri in prima pagina Libero, sono adesso nelle mani della Polizia postale.

 

franco bechis 1

A riferire sugli sviluppi della vicenda lanciata dal direttore de Il Tempo Franco Bechis è stato il Corriere della Sera secondo cui sarebbero già in corso le indagini delle forze dell'ordine che consentiranno di risalire «all'identità digitale» del contestatore anonimo (uno o più) «che ha lasciato un commento sbeffeggiando il governo, il titolare delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, e i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

 

LO SFREGIO

Un gesto clamoroso, come ha sottolineato ieri sul nostro giornale Salvatore Dama, che ha provocato la reazione sdegnata del ministro competente, dato che si tratta di una plateale dissociazione proveniente dai burocrati del suo stesso dicastero. L'obiettivo polemico? Una legge-e che legge- dello Stato e, di conseguenza, il premier Mario Draghi e tutti i ministri firmatari.

 

enrico giovannini

Sul sito del Gabinetto delle Infrastrutture, infatti, era presente (il file compromesso, dopo la denuncia, è stato prontamente rimosso) la pagina della Gazzetta ufficiale - per l'esattezza il supplemento ordinario n.26L -in cui una nota in calce, apposta dalla "manina" in un secondo momento, tratteggiava in termini sprezzanti il Pnrr: «Visto che nessuno dei ministri si è vergognato a firmare una simile legge, noi ci vergogniamo di pubblicare l'Allegato e ci limitiamo a pubblicare il testo coordinato (già più che sufficiente a provocare ulcere gastriche nei lettori)».

 

mario draghi al consiglio europeo

A mancare erano le 115 pagine delle modifiche apportate in sede di conversione del decreto legge del 31 maggio scorso numero 77. Dopo la cancellazione del file e la denuncia alla Polizia Postale ecco la conferma di ciò che è stato riportato dal nostro giornale: l'agguato non proviene da un esterno. «Le prime verifiche hanno escluso che si tratti di un hacker», si legge ancora sul Corriere, «il file è stato caricato utilizzando i sistemi informatici del ministero e servendosi di credenziali ufficiali.

 

Non dovrebbe essere perciò difficile ricostruire l'accaduto». È sempre più chiaro, insomma, che a criticare con forza e a «vergognarsi» della norma in questione (la legge 29 luglio 2021 n. 108) non è stato un buontempone ma chi frequenta e conosce perfettamente non solo la macchina ministeriale ma anche i criteri tecnici del Pnrr.

 

IL MOVENTE

roberto speranza enrico giovannini mario draghi patrizio bianchi maria stella gelmini

Una volta individuato l'autore o gli autori della beffa, sarà interessante comprendere le motivazioni che hanno spinto a un gesto così critico con la misura più importante del governo Draghi. Un'ipotesi Libero l'ha offerta ieri: se il provvedimento dell'esecutivo riguarda «chi e come dovrà gestire i fondi europei per la realizzazione degli interventi previsti», la volontà del premier di centralizzare la gestione in caso di problemi di natura tecnica, giuridica o politica potrebbe aver indispettito qualche alto dirigente del ministero. Solo questo? Forse no.

 

Ad aiutarci arriva ancora l'analisi del centro studi Openpolis. Oltre alla natura «piramidale», sembra chiaro «che il governo Draghi abbia definito una struttura di governance fatta per restare anche oltre la sua durata in carica»: i dirigenti nominati alla guida di queste strutture, infatti, «non rientrano nelle categorie per cui è previsto il meccanismo dello spoils system».

mario draghi all'evento lavoro ed energia per una transizione sostenibile 1

 

 Qualcuno, dunque, potrebbe essere rimasto fuori o non aver "digerito". Non è possibile rimuoverla? «Certo», si legge ancora, il prossimo governo «potrebbe sempre emanare un nuovo decreto legge per ridisegnare a proprio piacere questa struttura, o anche cancellarla». Ma c'è un ma: «Si tratterebbe però di un atto esplicito difficilmente giustificabile da un punto di vista politico». Già, chi si avventurerà a mettere in discussione la "linea Draghi" e le sue truppe scelte?

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?