fabrizio palermo stefano buffagni

CHI SACE, ACCONSENTE - IL PROSSIMO FRONTE DI SCONTRO NEL GOVERNO È LA NOMINA DEL CAPO DI SACE, LA SOCIETÀ STATALE CHE ASSICURA L'EXPORT, CONTROLLATA DALLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI - L'AD FABRIZIO PALERMO, VUOLE FAR FUORI QUINTIERI E DECIO PER METTERE AL SUO POSTO IL SUO AMICO ALESSANDRO PELLEGRINI, RECENTEMENTE APPRODATO ALLA CDP COME SENIOR ADVISOR PER LE PARTECIPATE. MA I LEGHISTI…

 

 

 

Giorgio Meletti per ''il Fatto Quotidiano''

 

GIUSEPPE BONO FABRIZIO PALERMO MARCO ALVERA

Il ministro dell' Economia Giovanni Tria fa sapere che si sente le spalle coperte dal Quirinale. Non sarebbe poco in senso generale, potrebbe non bastare in senso particolare. Infatti, sotto la battaglia aperta che ormai allude alla stessa permanenza dell' economista nel ministero chiave, se ne combatte una sotterranea sulle nomine. Ecco, qui è più improbabile che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronto a lanciare le lame rotanti sulla permanenza nell' euro, scenda in campo per la permanenza del professor Beniamino Quintieri alla presidenza della Sace. La partita sulla delicata nomina, che vede Tria isolato, fotografa la contesa in corso sul potere reale.

 

La Sace è la società statale che assicura l' export. Quando la Fincantieri vende una nave da crociera a un cliente straniero l' operazione è coperta da una polizza Sace. Questa peculiare compagnia di assicurazioni, controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) mobilita ogni anno risorse per decine di miliardi ed è di vitale importanza soprattutto per le grandi imprese. Dicono i critici della gestione di Quintieri e dell' amministratore delegato Alessandro Decio, in sella da tre anni, che non hanno fatto abbastanza per spostare il raggio d' azione verso le imprese piccole e medie. Quindi, soprattutto da parte del M5S , si chiede un cambio della guardia alla prossima assemblea del 16 aprile.

ALESSANDRO DECIO

 

Qui comincia la sarabanda. L' amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, vuole far fuori Quintieri e Decio per mettere al suo posto il suo amico Alessandro Pellegrini, recentemente approdato alla Cdp come senior advisor per le partecipate, anche se ha messo in campo la consueta foglia di fico di una società di cacciatori di teste incaricata di selezionare l' uomo giusto. Pellegrini è, già come senior advisor, pieno di conflitti d' interesse. Come capo della Sace si troverebbe, per esempio, ad assicurare le commesse all' estero della Maire Tecnimont, uno dei maggiori clienti di Sace, di cui è consigliere d' amministrazione. È uno dei motivi per cui Tria non lo vuole, anche se il movente principale del ministro è l' amicizia con Quintieri e il giudizio positivo sull' operato di Decio.

FABRIZIO PALERMO

 

Palermo è determinatissimo. Nei mesi scorsi Decio ha chiesto e ottenuto numerose volte un appuntamento con il suo azionista che altrettante volte gliel' ha disdetto all' ultimo momento, secondo un costume che i suoi critici ritengono abituale. Ma soprattutto l' amministratore delegato di Cdp, a differenza di Tria, gode dell' appoggio incondizionato di tutto il sistema di potere M5S , che in questo campo ruota attorno al sottosegretario Stefano Buffagni e che vede schieratissimi anche la sottosegretaria all' Economia Laura Castelli e lo stesso capo di gabinetto di via XX settembre Luigi Carbone, i cui rapporti con Tria infatti non sono dati per splendidi. Fatto sta che, attivissimi nel denunciare macchie nel curriculum della consigliera di Tria Claudia Bugno, i M5S fingono di non vedere i conflitti d' interesse di Pallegrini.

 

Buffagni l' estate scorsa è riuscito a imporre la nomina di Palermo a dispetto della riluttanza di Tria, che voleva alla guida di Cdp il più titolato vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, il quale è stato confermato nei giorni scorsi dal ministro per un nuovo mandato di sei anni.

Beniamino Quintieri

 

Tria e Palermo non a caso praticamente non si parlano, e sulla Sace il conflitto è serio: è vero che l' azionista di Cdp è il ministro, ma l' azionista di Sace è la Cdp che rivendica la sua autonomia. Tanto che Palermo, dicono, sarebbe andato a chiedere aiuto al premier Giuseppe Conte, ottenendolo. Se non altro perché Palermo e Pellegrini fanno parte di quella catena di affetti che nessuno può spezzare e che porta fino allo studio dell' avvocato professore Guido Alpa, mentore, amico e in definitiva dante causa di Conte.

 

GIOVANNI TRIA

Di fronte a questo plotone d' esecuzione schierato, Tria dispone come unica e un po' spuntata arma difensiva della consigliera Bugno, la quale, forte di un' investitura che viene attribuita alla moglie del ministro, ciò che i costituzionalisti chiamerebbero investitura rafforzata, si è mossa nei mesi scorsi in modo così prepotente nei rapporti con le controllate e con le controllate delle controllate da mettersi contro non solo tutta la Cdp ma quasi tutti i pezzi grossi del ministero. Gli stessi che, se non ci fosse lei di mezzo sarebbero pronti a sostenere Tria nel duello con Palermo che non amano.

Funziona così. Quando avranno finito di contendersi le poltrone forse si occuperanno del futuro dell' economia italiana.

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…