emmanuel macron angela merkel conte gualtieri

CI VUOLE UNA RECOVERY INITIATIVE SOLO PER CONSOLARE CONTE, SCAVALCATO DA MACRON E MERKEL NEL LORO PIANO A DUE - VISTO CHE LA SOMMA È QUELLA CHE È (E COMUNQUE TROVA IL MURO DEI 4 PAESI ''FRUGALI''), NON GLI RESTA CHE PUNTARE SUI TEMPI, CHE DOVRANNO ESSERE ''RAPIDI''. MA SOLO IL 27 MAGGIO URSULA VON DER LEYEN DOVRÀ PRESENTARE LA PROPOSTA FORMALE DELLA COMMISSIONE

 

 

Alessandro Barbera per la Stampa

 

macron merkel

 «Lavoreremo per far avanzare e arricchire la proposta franco-tedesca. Ciò che conta oggi è aver rotto il tabù: l' Europa sta per introdurre la cosa più simile a strumenti di debito comuni».

 

Alla fine di una giornata di contatti con i colleghi europei il ministro degli Affari europei Enzo Amendola nega le difficoltà. Nega soprattutto che l' iniziativa di Merkel e Macron sia stata presa sopra la testa dell' Italia, e che quell' accordo si trasformerà in una soluzione al ribasso per Roma. Non è preoccupato da eventuali condizionalità necessarie ad attingere al cosiddetto «Recovery Fund». Ci tiene semmai a sottolineare da dove si era partiti: «Ad aprile l' unico compromesso possibile prevedeva 320 miliardi di euro complessivi, metà dei quali da concedere sotto forma di prestiti. La proposta di Francia e Germania parte da 500 miliardi a fondo perduto».

angela merkel emmanuel macron

 

Come accade sempre nelle curve importanti della storia continentale, le decisioni si prendono fra Parigi e Berlino. Con la solita astuzia Macron si è messo alla testa dei Paesi del Sud, e senza chiedere il permesso ai colleghi ha posto le basi del compromesso possibile. Roma e Madrid, suoi alleati naturali, hanno fatto di necessità virtù plaudendo all' accordo. Ma l' Italia sarà davvero in grado di ottenere di più?

 

Per capirlo occorre attendere il 27 maggio, la data entro la quale Ursula Von der Leyen dovrà presentare la proposta formale della Commissione. Il commissario italiano all' Economia Paolo Gentiloni promette un fondo da mille miliardi: metà a fondo perduto, metà sotto forma di prestiti. E però Gentiloni non dà peso alla resistenza del fronte frugale (copyright Amendola), ovvero di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia, ora decisi a porre un freno all' asse Merkel-Macron.

angela merkel emmanuel macron

 

Lo ammette persino il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire: «Sarà un negoziato difficile». Palazzo Chigi ora si trova stretto fra le dichiarazioni del numero due della Commissione Valdis Dombrovskis - che ammette la richiesta di riforme - e Luigi Di Maio nella veste di ministro degli Esteri: «L' Italia si farà rispettare». Per l' ala euroscettica del governo è un assist inaspettato che riporta ai fantasmi del 2011 e alla lettera di Jean Claude Trichet e Mario Draghi all' allora governo Berlusconi.

 

«Nulla di tutto questo», abbozza Amendola. «Stiamo parlando di risorse a fondo perduto. E' ovvio che il loro utilizzo venga condizionato ad alcune spese piuttosto che ad altre».

La faccenda come sempre ha risvolti più politici che sostanziali. Giuseppe Conte si è fatto trovare impreparato, e ora deve farsi spazio nella solita photo opportunity fra Merkel e Macron. «Diciamoci la verità, anche questa volta ci siamo fatti marginalizzare», ammette una fonte del governo sotto stretto anonimato.

macron conte

 

 

Per recuperare terreno ieri Conte ha chiamato sia il presidente francese che il collega spagnolo Pedro Sanchez. La questione rilevante per l' Italia non è il quanto e il come, ma soprattutto il quando. I capi di Stato discuteranno la proposta Von der Leyen nel consiglio europeo di metà giugno, e nel frattempo vorranno dire la loro sia il Parlamento di Strasburgo che i ministri finanziari dell' Unione.

 

L' Italia sarà in grado di ottenere gli aiuti del Recovery Fund entro la fine di quest' anno o dovrà attendere il nuovo bilancio europeo nel 2021? Di qui all' autunno l' Italia ha bisogno di almeno 200 miliardi di euro, e non è detto arriveranno tutti dalle emissioni di titoli e dalla rete di sicurezza della Banca centrale europea.

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

Al momento - e sempre che la maggioranza non si spacchi per farne richiesta - l' unica certezza sono i 36 miliardi del fondo salva-Stati utili a finanziare il rafforzamento della sanità pubblica. Non ci sono ancora certezze né sul via alle risorse del «Sure» - il fondo per la lotta alla disoccupazione - né a quelle della Banca europea degli investimenti. La tenuta del governo Conte bis dipende in gran parte da questo.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)