salvini conte

A CIASCUNO IL SUO SCOUNTING - E’ PARTITA LA CONTROFFENSIVA DI SALVINI PER “RECLUTARE” QUATTRO SENATORI (E NOVE DEPUTATI) DEL M5S PER IMPEDIRE LA FIDUCIA: “CONTE PUÒ OFFRIRE DUE ANNI ANCORA DI LEGISLATURA, NOI DUE PIÙ ALTRI CINQUE E CI BASTANO UN PAIO DI SENATORI PER FARGLI SALTARE IL TAVOLO” - “NON OSO IMMAGINARE CONTE E CASALINO COSA STIANO FACENDO E PROMETTENDO…”

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

CONTE SALVINI

Matteo Salvini si è convinto di aver trovato il jolly. Anzi, di averne ben quattro in mano. Senatori 5 stelle pronti a lasciare il gruppo, ormai delusi, per nulla intenzionati a restare a supporto di un governo a trazione Pd e con poltrone in offerta per responsabili.

È la contropartita che il leader leghista sta tentando in queste ore frenetiche di trattative a Palazzo Madama (dove già in tre erano passati con lui), in attesa del voto decisivo di martedì.

 

È un' incursione che affonda nelle retrovie insofferenti del Movimento, i quattro senatori appunto e nove deputati che nell' assemblea dei gruppi di giovedì sera si sono presentati a sorpresa con un documento assai critico sul Conte due allargato al centro.

Il fatto è che il pallottoliere di Palazzo Chigi si sarebbe fermato stando ai calcoli del centrodestra a quota 156. Mancherebbero all' appello almneno cinque senatori per raggiungere la soglia di sopravvivenza dei 161.

stefano patuanelli matteo salvini giuseppe conte

 

Più o meno quelli che il segretario della Lega intende sfilare alla maggioranza. Perché, come ripete Salvini ai suoi con un ghigno, «Conte può offrire due anni ancora di legislatura, noi due più altri cinque e ci bastano un paio di senatori per fargli saltare il tavolo». È un duello fra i due acerrimi avversari, ormai, a caccia di parlamentari e della rivincita leghista dopo la disfatta del 20 agosto 2019 al Senato.

 

«Vedrete che se questi vanno a casa - è il ragionamento ottimistico che sfocia nella propaganda del capo del centrodestra - il governo lo facciamo noi raggiungendo i 161 al Senato». Anche se poi resterebbe la voragine della Camera, dove invece la coalizione si fermerebbe a 295, almeno 20 deputati meno del necessario, fa di conto uno dei luogotenenti leghisti che lavorano all' operazione.

salvini conte

 

«Non stiamo andando a cercare nessuno ma è qualcuno che viene a cercarci mette le mani avanti Salvini davanti alle telecamere - Noi non abbiamo niente da promettere e da garantire, non oso immaginare Conte e Casalino cosa stiano facendo e promettendo, l'Italia merita altro. Siamo contattati da M5S delusi». I nomi che circolano, sebbene smentiti dai diretti interessati (come sempre in questi casi) sono quelli dei senatori Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato, Orietta Vanin e Luisa Angrisani.

 

matteo renzi al senato

Non a caso: si tratta di alcuni dei 13 firmatari del documento che ha fatto saltare i nervi al reggente Vito Crimi nell' assemblea 5S di due sere fa. Nel testo, una serie di rivendicazioni: dal no al Mes al ritorno della didattica in presenza, dalla rinuncia ai fondi a prestito previsti dal Recovery alla riorganizzazione del servizio sanitario nazionale. Sono alcune delle sette condizioni capestro.

 

«Ma vi rendete conto? Mi state dicendo che non date la fiducia al nostro premier?», è sbottato Crimi prima che l' assemblea si infiammasse. I capigruppo e altri parlamentari se la sono presa coi primi firmatari del documento: Pino Cabras, che lo ha presentato, Alvise Maniero, Jessica Costanzo, Leda Volpi, Cristian Romaniello, Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato, Orietta Vanin, Luisa Angrisani.

 

salvini conte

Granato ha tenuto il punto: «Noi non vogliamo negare la fiducia a Conte, ma Conte è un mezzo per raggiungere un fine, non il fine. E non è stato neppure eletto. Quello che rimarchiamo sono i principi che hanno fatto da guida al nostro programma elettorale, votato da 11 milioni di elettori». E poi Crucioli: «Non minacciamo la sfiducia, ma è un fatto che le forze che potrebbero rimpiazzare la compagine renziana saranno di matrice conservatrice: quale sarà la linea del governo? Se non c' è chiarezza il voto non sarebbe il peggiore dei mali. Il peggio sarebbe un governo paralizzato da veti incrociati».

 

Eppure il fondatore, Beppe Grillo, posta una foto di lui e del premier abbracciati, con hashtag a commento #ConTe. A mettere il sigillo sul premier, a fine giornata, arriva a sorpresa Alessandro Di Battista, considerato l' ala destra del Movimento, di certo quella meno istituzionale. E chissà che l' uscita non sia destinata a blindare anche i dissidenti di giovedì sera e impedirne la fuga.

 

DI MAIO SALVINI CONTE

«Questa crisi di governo è l' occasione per toglierci definitivamente dalle scatole Renzi e il renzismo - dice senza tanti giri di parole l' ex deputato, intervistato dal giornale online Tpi.it - Il Movimento 5 stelle non la deve perdere, senza pietà. Oggi possiamo fargli perdere anche il gruppo parlamentare e io non faccio certo lo schizzinoso».

 

È tutto un gioco di porte scorrevoli, a 72 ore dal voto di martedì al Senato. Così, a margine del vertice di centrodestra di ieri mattina (ormai Salvini e Meloni pretendono siano quotidiani per monitorare la situazione ed evitare sorprese), sembra che il capo leghista si sia mobilitato per fermare Lorenzo Cesa e i suoi tre senatori dati in uscita (Paola Binetti soprattutto).

 

conte salvini

Sul piatto, raccontano, la sindacatura Udc in una grande città al voto in primavera. Cesa nega qualsiasi tentazione. «Siamo solo preoccupati per il Paese - dice al telefono speriamo che facciano in fretta a chiudere questa crisi. Ma noi stiamo dall' altra parte». Almeno per ora. Da qui a martedì ancora tutto può succedere.

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."