roberto cingolani dario franceschini

COME COMPLICARE LA SEMPLIFICAZIONE - È IN ATTO UNA GUERRA SOTTOTRACCIA TRA FRANCESCHINI E CINGOLANI SULLE SEMPLIFICAZIONI. CI SONO 44 IMPIANTI DI FOTOVOLTAICO, EOLICO E GEOTERMICO FERMI IN ATTESA DELLE AUTORIZZAZIONI DELLE SOPRINTENDENZE. MA IL MIBACT DI SU-DARIO NON SI MUOVE, I CANTIERI NON PARTONO E IL RISCHIO CHE I FONDI DEL RECOVERY SLITTINO. IN ATTESA CHE INTERVENGA DRAGHI, STANNO ENTRANDO IN SCENA I GIUDICI…

Giorgio Gandola per “La Verità”

 

ROBERTO cingolani

Torna di moda il muro di gomma. Invisibile ma distruttivo, divide due ministeri, due filosofie e due pezzi da novanta: da una parte la Transizione ecologica di Roberto Cingolani, dall'altro la Cultura e il paesaggio di Dario Franceschini. In nome dei miliardi del Recovery fund sembrava facile trasformare l'Italia in una Svizzera ma la realtà è diversa dalla narrazione degli ultrà di Mario Draghi.

 

dario franceschini

La parola della discordia è «Semplificazioni»: per Cingolani la rivoluzione energetica chiesta da Bruxelles dovrebbe cominciare domani, per i Franceschini boys praticamente mai «perché la tutela del paesaggio è sacra». Poiché il Pd e l'establishment che lo sostiene hanno necessità di intestarsi il premier, la disputa rimane sottotraccia. Più facile enfatizzare i distinguo di Matteo Salvini.

 

transizione ecologica

Qui nessuno disturba, ma il dissidio strutturale è un segreto di pulcinella. Ad oggi sono 44 gli impianti di fotovoltaico, eolico e geotermico in stand by, in attesa delle autorizzazioni delle soprintendenze per l'impatto ambientale e paesaggistico. Il Mibact non si muove, i cantieri non partono e il rischio che la seconda tranche di denaro europeo possa slittare è concreto.

 

Nel frattempo il ministro è indispettito e butta lì come un candelotto: «Non ho bisogno di nuove semplificazioni, bisognerebbe impegnarsi ad attuare quelle che già ci sono».

 

roberto cingolani

Cingolani si sta accorgendo che, Draghi o non Draghi, l'ufficio complicazioni affari semplici è sempre aperto e l'attitudine ostruzionistica degli apparati è granitica. Prima dell'estate, in un Cdm infuocato (qualcuno scrisse che sembrava «una lotta di sumo»), aveva provato a forzare la mano con la proposta del silenzio-assenso per snellire le pratiche. Sintesi: se le soprintendenze non si esprimono in tempi brevi, si va avanti senza di loro.

transizione ecologica

 

Allora il ministro fu tranchant con il Mibact: «Le prassi consolidate non sono sbagliate, di più. Sono incompatibili con la logica del Recovery plan». Franceschini replicò contrariato: «Non può essere il ministro della Cultura a mettersi contro le soprintendenze».Da quel giorno l'incomunicabilità fra i due è aumentata, il muro di gomma è palpabile e Cingolani ha già vagamente minacciato: «Non so che senso abbia continuare a fare il ministro».

 

meme su greta thunberg e roberto cingolani

La battaglia di Franceschini tocca nervi scoperti: «Il silenzio-assenso è un meccanismo perverso che, specie nei piccoli comuni, può incentivare processi corruttivi». E ancora: «La tutela del paesaggio non è un capriccio di quattro burocrati ma un principio riconosciuto dalla Costituzione». Una posizione destinata a scatenare ovunque reazioni nimby.

 

A dargli manforte è arrivato il Movimento 5Stelle, che con un'imboscata ha fatto passare in commissione un emendamento secondo il quale i due terzi possono chiedere al ministro di rivedere l'elenco delle attività che meritano di avere corsie preferenziali nella transizione ecologica.

 

il fuorionda di roberto cingolani dopo l'incontro con greta thunberg 6

Nuove complicazioni con ricadute politiche, perché proprio i pentastellati sono divisi fra ala governista (Beppe Grillo) e ala movimentista (Giuseppe Conte), quindi ingestibili. La sinistra multicolor che lo aveva espresso pensava di controllare Cingolani come un cocker, ma oggi in casa grillina si sente ripetere: «Fa di testa sua, al suo ministero la tecnologia si è mangiata l'ambiente».

 

I cantieri rimangono nel limbo, la transizione pure. Anche perché stanno entrando in scena i giudici: il Tar del Lazio ha prima fermato e poi fatto ripartire l'iter del parco fotovoltaico di Montalto di Castro (Franceschini si è esibito in un ricorso contro la Regione Lazio del compagno Nicola Zingaretti), conflitti sono stati aperti in Abruzzo e Puglia sul Tratturo magno dove gli ecologisti chiedono «cubatura zero». Gli altri aspettano che il burosauro si muova. Anche Vittorio Colao, contrariato perché gli scavi per la banda larga segnano in passo: 90 giorni per le autorizzazioni, uno sfinimento. Pure lui sogna il silenzio-assenso. E per ora lo pratica masticando amaro.

dario franceschinidario franceschini con la mascherina 4

 

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."