gabrielli draghi mattarella

COME SARÀ LA CYBER-AGENCY ITALIANA? LA PROPOSTA DELL'AUTORITA' DELEGATA DEGLI 007, FRANCO GABRIELLI: L'AGENZIA FARÀ CAPO AL PREMIER E SARÀ AL DI FUORI DEL SISTEMA INTELLIGENCE (CON CUI PARLERÀ) - SI DOVREBBE OCCUPARE DEL SISTEMA DI SICUREZZA COSTRUITO INTORNO AL PERIMETRO CYBER, VERIFICANDO FRA LE ALTRE COSE L’AFFIDABILITÀ DELL’EQUIPAGGIAMENTO 5G. ALTRO COMPITO FONDAMENTALE: SPENDERE I FONDI EUROPEI PER LA RIPRESA DEDICATI ALLA CYBERSECURITY…

Francesco Bechis per https://formiche.net

franco gabrielli fabrizio curcio 1

 

Una nuova agenzia cyber, al di fuori del sistema intelligence. La proposta lanciata dal sottosegretario con delega alla Sicurezza e all’Intelligence Franco Gabrielli è piovuta sul comparto come un fulmine a ciel sereno. Cosa si cela dietro la riforma della governance cyber italiana? L’esigenza di trovare una nuova e più razionale divisione dei compiti è in realtà percepita da tempo. Dagli addetti ai lavori ma anche e soprattutto dalle aziende che lamentano la sovrapposizione di interlocutori istituzionali. L’input politico però parte dal colle più alto, il Quirinale.

 

SERGIO MATTARELLA FRANCO GABRIELLI

Per capirne la genesi bisogna risalire alla vicenda dell’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic), la fondazione metà pubblica e metà privata dapprima inserita nella manovra di bilancio dal governo Conte-bis e poi stracciata all’ultimo dopo una dura polemica sul metodo e sul merito all’interno della maggioranza.

 

L’istituto doveva fare da raccordo alla rete dei centri di “competenza cyber” dell’Ue per coordinare gli investimenti per il digitale e la cybersecurity nel Recovery Fund. Allo stop di dicembre contribuì il “fuoco amico” di una parte delle due agenzie degli 007 italiani, Aisi ed Aise, per il sospetto che l’Iic prendesse la forma di una terza agenzia cyber controllata dal Dis.

 

MARIO DRAGHI

Il can-can, politico e istituzionale, non è piaciuto neanche un po’ al Colle. Tant’è che nella mission di Gabrielli, approdato dai vertici della Polizia alla guida dell’intelligence con il governo Draghi, c’era in origine l’intento di separare del tutto dal Dis la governance cyber. Le cose però sono andate diversamente.

 

Su Formiche.net Luigi Martino e Adriano Soi hanno ben ricostruito la confusione normativa nata nel 2011 quando l’allora governo Monti, pressato da Nato e Ue, decise di affidare al Dis la “protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionali”. Un’eccezionalità che si è protratta di governo in governo, da Letta a Gentiloni fino a Conte. Eppure il lavoro ha dato i suoi frutti.

franco gabrielli foto di bacco

 

Come il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, la rete dei centri di controllo (Cvcn) dell’equipaggiamento tech coordinata dal Dis e costruita prima per decreto legge (il decreto cyber) poi con una serie di dpcm, pronta a diventare operativa entro la fine del 2021, applaudita dal Nis Cooperation Group dell’Ue e dal Dipartimento di Stato Usa. O ancora il lavoro sulla rete 5G, con il contributo (decisivo) del Dis alla stesura del “5G Toolbox”, le linee guida dell’Ue per gli Stati membri.

mario draghi

 

Ora però c’è bisogno di una svolta per razionalizzare questo sforzo, e distinguere gli ambiti di intervento. Da un lato, sotto l’egida dei Servizi e, in parte, della Difesa, la “cyber defense”. Intesa come “cyber-intelligence”, cioè raccolta di informazioni da parte di Aisi e Aise, ma anche “cyber operation”, ovvero l’insieme delle operazioni (come un attacco hacker) per neutralizzare gli aggressori della sicurezza nazionale.

 

cyber attack

Dall’altro la “cyber-resilience”, ovvero il lavoro non “intel” che oggi comprende il “sistema perimetro”, il sistema Csirt (Computer security incident response team) e, più in generale, le istituzioni che fanno capo alla direttiva “Nis” dell’Ue. A questo si somma la “cyber-investigation” che invece spetta a Polizia postale, Carabinieri e Guardia di Finanza.

 

rischio cyber in europa

L’agenzia di cui ha parlato Gabrielli si collocherebbe dunque al di fuori del perimetro Dis (con cui comunque ci sarebbe un coordinamento) e, almeno nelle intenzioni, dovrebbe far capo alla presidenza del Consiglio. Trova un precedente eloquente al di là delle Alpi, nell’Annsi (Agence nationale de la sécurité des systèmes d’information), l’agenzia per la cybersecurity francese creata nel 2009 che riporta direttamente al primo ministro e al Segretariato nazionale per la difesa e la sicurezza (l’equivalente del Cisr italiano). Non è chiaro se richiederà un intervento sulla legge quadro del comparto, la 124 del 2007, procedura che, però, comporterebbe un notevole allungamento dei tempi.

 

Cyber Security

Si occuperebbe della “cyber-resilience”, cioè del sistema di sicurezza costruito intorno al perimetro cyber non senza qualche ritardo dovuto alla pandemia, verificando fra le altre cose l’affidabilità dell’equipaggiamento 5G. Ma avrebbe anche un altro compito fondamentale: spendere i fondi europei per la ripresa dedicati alla cybersecurity. Una missione che, per costituzione, non spetterebbe al Dis, una struttura che si regge prevalentemente su fondi nazionali. Senza contare che i fondi Ue comportano delle ispezioni che, per ovvie ragioni, sarebbero problematiche a Palazzo Dante.

 

cyber security

Resta un nodo da sciogliere: cosa ne sarà dell’Iic? Il nome forse cambierà, ma l’obiettivo rimane lo stesso. A inizio maggio la Commissione Ue pubblicherà il regolamento “Cybersecurity act”. Tutti gli Stati membri, Italia inclusa, dovranno indicare un “centro di competenza nazionale” collegato all’ “EU Cybersecurity competence center” di Bucarest entro la fine del 2021. Un istituto che metta insieme il mondo della ricerca, delle imprese e della sicurezza nazionale per accelerare gli investimenti in innovazione e sicurezza cyber.

 

rete 5g

La Francia, ad esempio, ha già indicato il suo nel “Campo cyber” di 25.000 metri quadri che sorgerà a Parigi entro la fine dell’anno. In Italia, grazie anche alla proposta di Gabrielli, che con la creazione di un’agenzia ad hoc sottrarrebbe al centro la veste di “terza agenzia dei Servizi” che tanto ha fatto infuriare il dibattito politico a dicembre, restano due opzioni sul tavolo.

 

La prima è di distinguere nettamente il centro dall’agenzia, con una fondazione che si prenda carico della ricerca tech e faccia da acceleratore di start-up delle aziende nel settore, con un coinvolgimento di primo piano dell’agenzia (proprio come a Parigi l’Annsi nel Campo Cyber). La seconda è invece di procedere per step, inglobando in un primo momento le due realtà in una sola istituzione per poi dividerle l’anno prossimo. La rivoluzione cyber è iniziata, un passo alla volta.

CYBER SECURITY1

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...