big de magistris mastella

IL COMPLOTTO CONTRO DE MAGISTRIS ERA INVENTATO - IERI SANCITO IL DEFINITIVO FALLIMENTO DELL' INDAGINE ''WHY NOT'', CHE DIEDE UNA SPALLATA DECISIVA AL GOVERNO PRODI E LA SPINTA AL MAGISTRATO PER ENTRARE IN POLITICA E FARSI ELEGGERE SINDACO DI NAPOLI - LA CASSAZIONE HA ANNULLATO SENZA RINVIO DOPO UN INFINITO RIMPALLO TRA TRIBUNALI E CORTI D'APPELLO - FACCI FA LA LISTA DELLE INCHIESTE DI DE MAGISTRIS FINITE NEL NULLA (DOPO AVER INDAGATO CENTINAIA DI PERSONE)

Filippo Facci per ''Libero Quotidiano''

 

de magistris

Mentre scriviamo - le 18 circa - nessuna importante homepage ha ancora dato la notizia del definitivo e tombale fallimento di un' inchiesta che, pure, richiese l' intervento dell' allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e poi fece indagare anche il presidente del Consiglio Romano Prodi, e poi, ancora, diede una spallata decisiva al suo governo perché finì indagato anche l' allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella: e ciò nonostante quest' ultimo avesse chiesto al Csm il trasferimento proprio del pm che procedeva alle indagini, Luigi de Magistris. Un caso palese di conflitto d' interessi.

 

L' inchiesta ovviamente fu tolta al disastroso pm e s' infilò in una serie vacua di rimpalli e gradi giudiziari (rito abbreviato, primo grado, appello, Cassazione, appello-bis, rito ordinario in primo grado, appello, processo stralcio) sui quali ora è giunta la parola fine dopo che la Cassazione - ecco la notizia - ha annullato la sentenza d' Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per prescrizione a beneficio dell' ex procuratore Salvatore Murone e dell' avvocato generale Dolcino Favi, coloro, ossia, che avevano sollevato de Magistris dalla sue indagini chiamate demenzialmente Why Not e Poseidone.

MASTELLA PRODI

 

Le stesse indagini che, dopo uno spaventoso can can mediatico, spinsero de Magistris a buttarsi infine in politica tanto che adesso è sindaco di Napoli, città che evidentemente se lo merita.

 

SENZA RINVIO

 

Dettaglio: la sesta sezione della Cassazione ha annullato la sentenza del caso senza rinvio, il che significa fine, fine davvero, tipo «non parlatecene più» e, se volete, contabilizzate i danni. L' annullamento infatti comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado, che aveva assolto i magistrati catanzaresi e legittimato i loro provvedimenti contro de Magistris: il quale aveva favorito (siamo al 2008) perquisizioni e sequestri negli uffici giudiziari di Catanzaro e scatenato un inferno tra Procure che spinse il Quirinale a intervenire, come detto. Bene.

 

LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS

Quell' inferno si è spento definitivamente ieri, e ha sancito - chi l' immaginava - che a de Magistris le indagini furono tolte giustamente, mentre lui diceva il contrario e indagava mezzo mondo. In realtà quella sentenza ora definitiva aveva anche portato a una spaventosa serie di assoluzioni (comprese quelle del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti) e spiace solo non poterle elencare per quante sono.

 

I commenti di alcuni tra gli interessati sono in parte sconcertanti. Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro ora assolto, si scaglia contro de Magistris e «il suo modo di fare il pubblico ministero, già stigmatizzato dai provvedimenti di carriera che lo hanno colpito portandolo fuori dalla magistratura tante inchieste eclatanti sono finite nel nulla, tanta gente ha sofferto inutilmente e il signor de Magistris non indossa più la toga».

LUIGI DE MAGISTRIS INDOSSA I VESTITI DI UN IMMIGRATO SENEGALESE NEL CALENDARIO DIVERSAMENTE UGUALI

 

De Magistris, invece, da una parte dice che gli assolti non hanno ancora letto le motivazioni della sentenza (che non ha letto neanche lui) e dall' altra nega incredibilmente tutto: definisce i reati come «fatto storico» e che i comportamenti furono illeciti e fatti contro di lui per danneggiarlo, e basta: «Dicessero quello che vogliono: da una parte ci sono le persone perbene, dall' altra le persone che hanno commesso fatti molto gravi». E quest' ultima cosa è proprio vera.

 

FUMUS GIUDIZIARIO

L' unico fatto storico accertato, tuttavia, è che i napoletani sono governati dal magistrato (ex) che nella storia d' Italia ha più sfruttato un fumus giudiziario da lui stesso sollevato, con centinaia di vittime innocenti e un numero di fallimenti giudiziari che non ha precedenti.

 

 Oggi abbiamo queste assoluzioni, nel complesso andrebbero annoverate vittime dei procedimenti «clinica degli orrori», quello sulla massoneria, sui cinque assessori comunali accusati di abuso d' ufficio (compresa la madre di un giudice di Catanzaro), sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia, sui farmacisti comunali che secondo de Magistris non avevano obliterato alcune fustelle, l' inchiesta «Artemide» che portò all' arresto dell' assessore regionale all' ambiente, quelle sul sindaco di Catanzaro (e altri) accusato di infiniti reati, quella sulle irregolarità negli esami di procuratore legale, su due villaggi turistici a Botricello, il sequestro di un intero ospedale (il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro) e ancora l' inchiesta sul presidente della Regione Agazio Loiero, su 57 persone accusate di introdurre clandestini da avviare alla prostituzione e al traffico d' organi, per associazione mafiosa ai danni di due ex deputati, un giornalista e altri 34 tra prefetti, sottosegretari, assessori, consiglieri, magistrati e quant' altro, e ancora indagini su traffici di droga e di auto rubate.

DE MAGISTRIS ALLE URNE

Non occorre precisare come sono finite queste inchieste.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”