mario draghi coronavirus covid vaccino vaccini

IL CONTAGIO VA ADAGIO - LA STRATEGIA DEL “RISCHIO RAGIONATO” DI DRAGHI STA FUNZIONANDO! CON LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE CHE INGRANA, I DATI SUI CONTAGI CONFERMANO CHE STIAMO FINALMENTE USCENDO DAL TUNNEL: IERI PER LA PRIMA VOLTA DAL 20 OTTOBRE I MORTI SONO SCESI SOTTO QUOTA 100 ED È PENSABILE CHE ENTRO UN PAIO DI SETTIMANE IL DATO SI STABILIZZI SUI 50 E POI VADA ANCORA CALANDO…

MARIO DRAGHI - QUESTION TIME ALLA CAMERA

1 - VINCONO TUTTI

Giuseppe Marino per “il Giornale”

 

Vincono tutti. Anche quelli che evocavano immani sciagure, terapie intensive stracolme, il ritorno dei camion delle bare, focolai in ogni bar e ristorante e un maggio in lockdown. Vincono pure i virologi funerei alla Massimo Galli, il ministro (senza) Speranza che vedeva nelle chiusure un terreno fertile per il futuro della sinistra, vincono pure i governatori che, con leggerezza imperdonabile, hanno continuato a togliere la scuola ai ragazzi.

 

massimo galli 5

La temuta litania dei numeri conferma che il contagio del virus arretra e, al momento, della temuta quarta ondata non ci sono segnali. Da un punto di vista scientifico è l'ennesima conferma che del virus ancora non sappiamo abbastanza da prevederne le mosse con certezza. E questo è certamente un motivo di prudenza.

 

Ma oggi, dopo 15 mesi in cui la politica ha ceduto lo scettro alla scienza, e a una scienza confusa e litigiosa, è il giorno in cui va celebrato il ritorno al primato della politica. E soprattutto, della responsabilità. Lo scorso 16 aprile, più che l'annuncio di riaperture davvero graduali, a scatenare il dibattito sono state due parole citate da Mario Draghi: «Ci prendiamo un rischio ragionato».

 

Le reazioni a questo semplice concetto sono state veementi. Perché, nell'Italia spaventata della pandemia, che è solo l'ultimo capitolo del Paese ripiegato in se stesso dal peso di una crisi economica che si avverte infinita, l'idea del rischio è eretica.

 

CORONAVIRUS - VACCINAZIONI A ROMA

Sui social le parole del premier sono state subito deformate in «rischio calcolato», un modo per riportarle all'idea folle che i pericoli del futuro si possano scansare con una prudenza totale, pervasiva. La filosofia suicida del «rischio zero», che è diventata ragion d'essere di una maggioranza politica durante il primo anno di pandemia, è discendente diretta dell'altro dogma autolesionista che da anni cerca di prevalere sul buon senso: il «principio di precauzione». Quello che spinge a frenare sul Mose, sugli Ogm, sul ponte sullo Stretto.

 

mario DRAGHI

Il pensiero prepotente, più che debole, che da troppo tempo ci sospinge verso la decrescita infelice. I fautori del rischio zero hanno tuonato contro il «rischio ragionato» cercando di distorcerlo, chiedendo su quali dati fosse basato, quando invece era basato sulla semplice ammissione che i dati contano ma la vita non risponde a un modello matematico. Il «rischio ragionato» segue la logica dell'assunzione di responsabilità e della complessità, cioè dell'ammettere che se è vero che non si rischia con la vita delle persone, è altrettanto vero che il rischio zero non garantisce la salvezza.

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Archiviata la soppressione paternalistica e un po' casuale delle libertà operata dal governo Conte, dimenticata la costante opera di scaricabarile operata da chi dava tutta la colpa ai runner e agli aperitivi, cacciati gli uomini del fare male alla Arcuri, si sono aperte nuove possibilità. C'erano rischi, certo. Ma ce n'erano anche a restare barricati in casa.

 

Si potrebbe dire che ci voleva un banchiere per spiegarci che chi non rischia nulla non vince nulla e non è detto che non perda lo stesso. Ma forse bastava un po' di buon senso. Un anziano che non ho il piacere di conoscere, il signor Giancarlo, (@gianrollandi), lo ha sintetizzato a meraviglia con un tweet: «La sicurezza è fondamentale, lo dico nel mio interesse di anziano. E la prudenza è una virtù. Ma se l'umanità fosse stata guidata dal rischio zero, non avremmo ancora inventato la ruota. #rischioragionato, per gente ragionevole».

i posti di daddy draghi 4

 

2 - I GIORNI DELLA SPALLATA: COSÌ IN UNA SETTIMANA SIAMO USCITI DAL TUNNEL

Andrea Cuomo per “il Giornale”

 

Che il Covid lo stiamo tramortendo, dopo che è stato lui a tenerci in scacco per oltre un anno - con un intervallo estivo rivelatosi più dannoso che altro per il fallace effetto di scampato pericolo - non lo diciamo noi. Lo dicono i numeri. La settimana che si è conclusa ieri è stata quella con i numeri migliori dalla prima metà di ottobre.

 

E quando parlano i numeri le opinioni, fino a prova contraria, passano in secondo piano. Vediamo com' è andata la settimana che si ricorderà come quella della spallata al maledetto virus.

coronavirus terapia intensiva 2

 

CONTAGI

Ieri se ne sono contati 5.753, meno del giorno prima (6.659) e della domenica precedente (8.292). Il numero di contagi totali della settimana che va da lunedì 10 a ieri è di 47.942, con un'incidenza di 80,38 casi ogni 100mila abitanti. Insomma, non è più tanto lontano l'obiettivo dei 50 casi ogni 100mila abitanti, sotto il quale il tracciamento completo è ripristinato e di fatto i contagi sono sotto controllo e si può parlare di zona bianca.

 

Il dato colpisce se lo si paragona alla settimana precedente (66.478, con un'incidenza di 111,46): vuol dire che ogni giorno ci sono in media 2.648 casi in meno rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. Di questo passo saremo sotto i 50 casi settimanali entro due settimane. Ma è ancora più clamoroso il cambiamento rispetto alla settimana dall'8 al 14 marzo, due mesi fa che sembrano secoli: allora si contarono 155.934 casi totali, con un'incidenza di 261,45. Un dato da zona rossa, più di tre volte più alto di ora.

coronavirus ospedale di varese 2

 

In mezzo ci sono state molte riaperture e lo sprint dei vaccini: la dimostrazione che immunizzare paga molto più che chiudere. Scendono parecchio anche i contagi attivi, che ieri erano 328.882 e la domenica precedente 383.854 e meno di un mese fa, domenica 18 aprile, 504.611, ovvero il 53,43 per cento in più di ieri.

 

coronavirus ospedale san filippo neri di roma

MORTI

Ieri i decessi sono stati 93.  Si è scesi sotto quota 100 per la prima volta dal 20 ottobre, quando le croci piantate sulla Spoon River del Covid furono 89. Da allora sono passati quasi sette mesi (208 giorni). Il conteggio dei morti nella settimana chiusa ieri è di 1.323 (189 in media al giorno), decisamente più basso rispetto alla settimana precedente (3-9 maggio), quando furono 1.656 e molto meno della metà di quelli conteggiati nella settimana dal 5 all'11 aprile, quando furono 3.224.

i posti di daddy draghi 5

 

È pensabile che entro un paio di settimane il dato si stabilizzi sui 50 morti al giorno e poi vada calando. Ricordiamo che nella settimana dal 17 al 23 agosto 2020 si contarono appena 45 morti per Covid. Quest' anno potremmo fare altrettanto, con la differenza che non dovremo attenderci in autunno un nuovo aumento.

 

TERAPIE INTENSIVE

Ieri il numero di posti di emergenza occupati dai pazienti Covid era di 1.779, il 19,71 per cento dei 9.025 posti disponibili al momento in tutta Italia. Una settimana fa, domenica 9 maggio, questo dato era di 2.192, il 23,2 per cento più alto. Nel picco della terza ondata, il 6 aprile, i posti in terapia intensiva occupati erano 3.743, il 110,4 per cento in più. Quel giorno il tasso di occupazione a livello nazionale era del 41,01 per cento, ben oltre il 30 per cento considerato di rischio dal ministero della Salute. E il dato della Lombardia, in quel momento la regione peggiore in questa classifica con 845 posti occupati sui 1.416 disponibili, era più che doppio rispetto ai 382 di ieri.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."