conte ainis

CONTE AHI, AHI, AINIS! “LO STATO D’EMERGENZA? È LA PRIMA VOLTA CHE RIGUARDA TUTTA L'ITALIA. QUESTA E’ GIA’ UN’ANOMALIA ENORME. GOVERNARE CON IL DPCM È UN ABUSO. E VI SPIEGO PERCHÉ” – IL COSTITUZIONALISTA REDUCE DAL CONVEGNO DEI NEGAZIONISTI DEL COVID CONTRO IL PREMIER: “LA DECISIONE SULL’EMERGENZA NON SI PUÒ RACCONTARE COME UNA QUESTIONE AMMINISTRATIVA, È LA PIÙ POLITICA DELLE SCELTE. ECCO PERCHÉ IL DITO LO PUNTO IO, SUI NEGAZIONISTI PERICOLOSI: QUELLI CHE NEGANO LO STATO DI DIRITTO…”

Luca Telese per “la Verità”

 

Professor Ainis, che succede?

L' accusano di aver partecipato a un convegno «negazionista».

ainis

(Ride). «Eh... da due giorni, ormai, ricevo messaggi di tre tipi. Increduli, costernati o imbufaliti».

 

E cosa risponde a questi messaggi?

«Anche i sassi sanno che non sono di destra. Tuttavia sono una persona libera, e vado a discutere ovunque mi sembri opportuno farlo».

 

Perché era opportuno andare al convegno di Sgarbi al Senato?

«Perché non mi sono iscritto a nessun partito negazionista sul virus, come ho detto proprio quella mattina - esiste la registrazione - mentre sono molto preoccupato dal partito dei negazionisti dei diritti costituzionali».

 

E chi sono?

«Molti, e collocati nei luoghi più impensabili. Nel mio intervento ho parlato proprio di loro».

conte

 

Lei e Sabino Cassese - fra gli altri - state facendo una vera e propria campagna contro la decretazione d' urgenza e contro lo stiramento del Dpcm, perché?

«Non è una disputa per professori eruditi, ma una tema che riguarda la libertà, e le libertà di tutti. Però ho bisogno di un po' di tempo e di spazio per poterle chiarire il perché».

 

Abbiamo tutto il tempo e mezza pagina.

(Ride). «In mezza pagina scriviamo una biografia».

 

Michele Ainis è uno dei Costituzionalisti più noti e apprezzati. Scrive per La Repubblica, è abituato a prendere posizioni nette. Partiamo dallo stato di emergenza.

«Chiariamo subito. Si può dichiarare lo Stato di emergenza. C' è il codice della protezione civile che lo prevede, e la Corte lo ha giudicato legittimo».

 

Conte sostiene proprio questo.

«Vedo che il presidente del Consiglio si difende dalle critiche con un dato in apparenza incontestabile: dal 2106 - dice - è stato dichiarato 84 volte e rinnovato 154 volte».

 

michele ainis carlo verdelli foto di bacco

Sembrerebbe così. Perché allora lei dice «in apparenza»?

«Sei vai a controllare scopri che si tratta sembra di casi circoscritti e legati perlopiù a calamità naturali: frane, terremoti, esondazioni....

 

E la differenza con il Covid quale sarebbe?

«È la prima volta che lo stato di emergenza riguarda tutta l' Italia. Non è circoscritto geograficamente. Questa è già una anomalia enorme».

E poi?

«Partendo da questo stato di emergenza si possono emanare delle ordinanze in deroga a qualsiasi legge dello Stato. E questo è abnorme».

 

Esempio.

«Se con un Dpcm dico: da domani tutti in giro con l' ombrello, domani tutti sono obbligati a girare con l' ombrello».

 

conte

Da questo cosa consegue?

«Che la decisione sull' emergenza non può essere raccontata come una decisione marginale, o amministrativa: per me è la scelta più politica che si possa adottare».

 

Conte dice: «Il problema non va enfatizzato».

«Non puoi dare in messaggio così contraddittorio; non c' è problema, le misure sono più blande, però c' è sempre lo stato di emergenza».

 

Questo si ripercuote sul modo di governare?

«Ovvio. Conte non ha escluso di ricorrere ancora ai decreti del consiglio dei ministri».

 

E lei lo considera disdicevole?

«Sí, e provo a spiegarle perché. Premessa. Noi in questi anni abbiamo fatto strage delle parole. L' emergenza è diventata una parola abusatissima. E l' abuso dell' emergenza la conseguenza successiva. Ci siamo talmente abituati al decreto legge, al punto da dimenticarci che è anch' esso uno strumento di emergenza. E siccome non bastava siamo passati al governare con il Dpcm».

michele ainis jas gawronski foto di bacco

 

E lei come giudica questa scelta di Conte?

«Un abuso, intanto perché il confine del Dpcm è quello di un atto amministrativo, non di un atto normativo. La legge vale per tutti. Mentre un intervento amministrativo è un atto individuale e concreto».

 

Serve un esempio.

«Un sindaco, ad esempio, può espropriare un terreno per una emergenza ambientale. Però non può normare sull' esproprio».

 

conte

Esatto. Una legge è l' unico strumento che può normale un atto generale.

«Durante l' emergenza Covid questo paletto è saltato. Si incideva sulle libertà individuali dalla circolazione al culto senza un voto del parlamento. É stata una grave violazione delle libertà costituzionali».

 

E come è potuto accadere?

michele ainis col suo libro

«Con quello che io chiamo un trucco-Matrioska. Prima il governo ha scritto un delega in bianco e l' ha inserita dentro un decreto, il 6/2020. Poi in virtù di quella delega ha iniziato a governare con ordinanze che abbiamo appena visto - intervenendo su alcuni diritti fondamentali dei cittadini».

E non si poteva, secondo lei.

«Le libertà sono garantite con forza di legge. Derogarle con il Dpcm è stata una violazione costituzionale».

 

Perché non si può fare con uno strumento amministrativo?

«Esatto. Il decreto è votato dal Parlamento e vagliato dal Capo dello Stato. Quello strumento è provo di ogni controllo. Essendo uno strumento amministrativo, su qualsiasi provvedimento - metta una multa a uno che passeggiava - potrebbe pronunciarsi il Tar».

sabino cassese foto di bacco (2)

 

Davvero?

«Beh, se è un atto amministrativo può essere annullato dal Tar!».

 

Cosa la preoccupa di più?

«L' incubo di ogni costituzionalista: il precedente. L' emergenza sanitaria attiva illegittimamente il congegno-matrjoska per cui un decreto in bianco attiva il dpcm, che interviene sulle libertà costituzionali. E cosa accadrebbe se questo stesso meccanismo, in un qualsiasi domani venisse arrivato in nome di altre emergenze?».

 

vittorio sgarbi e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato

Quali?

«Quelle che vuole lei. Magari in nome di una emergenza sociale, evocando l' ordine pubblico. Magari solo per degli scioperi duri, in questo autunno».

 

Mi pare un deja vú.

«È il percorso-tipo delle dittature. Ecco perché non ci piacciono le minimizzazioni, e gli abusi. Ecco perché il dito lo punto io, sui negazionisti pericolosi: quelli che negano lo Stato di diritto».

michele ainis massimo mucchettiMichele Ainis sabino cassese foto di baccoMassimo Bray Vittorio Sgarbi Michele Ainis e Armando Torno Michele Ainis e Vittorio Sgarbi Michele Ainis michele ainisandrea bocelliandrea bocellimichele ainismichele ainismichele ainis pierferdinando casini michele ainisroberto d agostino michele ainis

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?