giuseppe conte

IL CONTE ZELIG - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SI FA CONCAVO E CONVESSO A SECONDA DELLE CIRCOSTANZE: ACCHIAPPA APPLAUSI ALLA FESTA DI “LIBERI E UGUALI” E AD “ATREJU”, FESTA DI FRATELLI D’ITALIA, DOVE E’ RIUSCITO A NON FARSI CONTESTARE - BERLUSCONI E’ PAZZO DI LUI: “E’ UNA PERSONA GENTILE E GARBATA” - LA SUA FORZA? DIRE A TUTTI CIO’ CHE VOGLIONO SENTIRSI DIRE…

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

GIUSEPPE CONTE

Il Conte che vuole piacere tutti e anche agli avversari - «E' una persona così gentile e garbata...», va dicendo di lui Berlusconi - funziona come un pendolino. Oggi qua e domani là. Dunque, la festa di Atreju ieri (accompagnato dal figlio) ma subito dopo, oggi, la festa della Cgil a Lecce: dal nero al rosso, senza soluzione di continuità e con la medesima pochette addosso.

 

La quale da una festa all'altra, e gran successo dell'ex avvocato del popolo e del populismo tra i dalemiani di Leu compreso l'entusiasta Comandante Max nella kermesse romana di quel partitino dove si è sentito a casa: «Sono sempre stato di sinistra», mantiene imperterrita il suo colore bianco (con tre pieghe o quattro a rotazione) ma un bianco più rosé quando sul set giusto il suo titolare dice «mi fido del Pd»; un po' più grigio quando dice dai Fratelli d'Italia che «non sono di sinistra» (e ha addirittura elogiato la politica «anti-sistema», quella del grillismo originario ma anche da sempre della destra-destra ben rappresentata nel pubblico di Atreju); più bianco del bianco e molto biancofiore quando il 14 ottobre Conte andrà ad Avellino alla Fondazione Sullo a parlare di quell'antico politico campano della Dc e ci si può immaginare i salamelecchi che riceverà da De Mita, da Bianco, da Rotondi e dagli altri testimonial della grande storia dello Scudo Crociato. Di cui il premier parlerà non bene ma benissimo.

massimo d 'ALEMA GIUSEPPE CONTE

 

IL PENDOLINO

Ieri da Atreju il pendolino Giuseppi non ha detto ciò che Salvini, per sbeffeggiarlo, aveva pronosticato il giorno prima: «Dirà che è sempre stato di destra e che suo nonno era fascista». No, questo non lo ha detto, ma neppure ha preso di petto la platea (che ben lo ha trattato a parte il coretto «elezioni! elezioni!», una signora che gli ha gridato «Badoglio!!!» e un tizio che gli ha urlato: «Buciardo» - perché il premier che da ex mediatore tra i suoi vice è diventato con il nuovo governo un soggetto politico in proprio ha l'esigenza di proporsi a tutti e di attrarre consenso.

 

giuseppe conte 2

O almeno considerazione, come nel caso del popolo della Meloni che certo non lo potrà sostenere mai ma lui è stato capace di non farsi contestare, aiutato in questo dalla Meloni: «Siate educati con l'ospite». Così è stato - anche se prima che arrivasse s'è diffuso il dibattito in platea: «Fischiarlo o non fischiarlo?» - e in più ecco il premier che, tra selfie e strette di mano con i fratelli e le sorelle d'Italia, più volte dopo aver ricevuto i saluti ha detto «Grazie, cara» o «Grazie, caro» a chi glieli stava facendo.

 

Un pendolino seduttore? Di sicuro uno che si sente un totus politicus e non più il garante di un Contratto. La ridefinizione di sé del Giuseppi 2, trasversale e pop, di certo starà dispiacendo a Di Maio, perché lo oscura e lo inchioda nella casella M5S mentre lui è libero di spaziare tra il demo-grillismo, il democristianesimo e ogni altro ingrediente utile. Oggi sarà premier operaio alla festa della Cgil, dove Landini e gli altri sono molto onorati di averlo perché non accadeva da tempo immemorabile che un premier li andasse a trovare?

CONTE MELONI

 

In terra di Puglia e da pugliese, c'è da giurarci che Giuseppi citerà il mitico Giuseppe Di Vittorio. E sarà miele per le orecchie dei landinisti. I quali vogliono provare a fidarsi di Conte e Conte farà di tutto per accontentarli. «Vogliamo capire di che pasta è fatto il nuovo premier», questo è il mood dell'attesa tra i cigiellini. La pasta che si troveranno di fronte è molto affabile e il sugo sarà quello del salario minimo (già si prevedono gli urrà di Landini) e della riduzione del cuneo fiscale (altri urrà). Poi dalla pochette scenderà Di Vittorio e magari salirà, nel viaggio verso l'Irpinia di De Mita e Bianco, l'immaginetta di Aldo Moro.

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")