maurizio belpietro licia ronzulli silvio berlusconi

E COSA PENSANO A DESTRA DELLO SCAZZO BERLUSCONI-MELONI? - LO SPIEGA BELPIETRO: “SE FORZA ITALIA HA INTENZIONE DI TRASFORMARE IL PERCORSO DELL'ESECUTIVO CHE SI APPRESTA A NASCERE IN UNA VIA CRUCIS, MEGLIO DIRLO SUBITO. MI AUGURO CHE LA BATTUTA D'ARRESTO DI IERI SIA STATA FRUTTO DI INCOMPRENSIONE. CHE IL MANCATO VOTO A LA RUSSA SIA IL RISULTATO DI UN ERRORE DI VALUTAZIONE. GLI ITALIANI HANNO BISOGNO DI UN GOVERNO CHE LI RAPPRESENTI E NON DELLA RAPPRESENTANTE DI FORZA ITALIA AL GOVERNO”

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

Se ottant' anni fa Francia e Germania non erano disposte a morire per Danzica, potete pensare che in Parlamento siano disposti a morire per Licia Ronzulli? Per di più in un momento in cui gli italiani - vedi i più recenti sondaggi - dimostrano di non essere disposti a morire per l'Ucraina?

 

belpietro

Sì, ciò che è accaduto ieri al Senato ha un aspetto tragicomico che pare non tenere in alcun conto la situazione disperata in cui versano le famiglie e le imprese dopo il rincaro delle bollette. Non avere votato Ignazio La Russa ha dimostrato non solo l'irrilevanza politica dei voti di Forza Italia, ma anche l'insensibilità di alcuni suoi esponenti di fronte ai problemi che affliggono il Paese. Il centrodestra unito dovrebbe aver fretta di eleggere i presidenti delle Camere per poi presentarsi al cospetto del capo dello Stato e rivendicare la guida del governo.

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

 

E invece, da giorni a che cosa assistiamo? A un braccio di ferro, non per imporre le misure da adottare per far fronte alla crisi energetica e all'inflazione galoppante, ma per imporre una persona. Il Cavaliere, difendendo la scelta del suo partito di non partecipare al voto che ha portato alla nomina di un ex esponente del Popolo della libertà sullo scranno più alto di Palazzo Madama, ha sostenuto che fra alleati non ci possono essere veti. Una posizione che in linea di principio non può che essere condivisa.

 

pierferdinando casini coniglietto

Tuttavia, Berlusconi ha misurato sulla propria pelle che cosa significa il ricatto dei partiti minori nei confronti di quelli maggiori. Conosco abbastanza bene la storia di Forza Italia e dei governi guidati dal Cavaliere per ricordare quanta fatica egli fece per resistere alle pressioni di coloro che si erano candidati insieme a lui nella Casa delle libertà per poi trasformarsi in guastatori.

 

Penso al duplex Casini e Follini, il primo premiato con la presidenza della Camera e il secondo con una poltrona da vicepremier, e a Gianfranco Fini, ministro degli Esteri, numero due a Palazzo Chigi e infine anch' egli presidente della Camera. I primi potevano contare sul 3 per cento dei voti, il secondo sul 12, ma pur non avendo numeri decisivi, dal 2001 al 2006 condizionarono l'azione di governo, bloccando provvedimenti e imponendo svolte.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

Fu grazie a Follini se a metà legislatura Berlusconi dovette fare un rimpasto e fu grazie a Fini se a metà legislatura il Cavaliere fu spinto a licenziare Giulio Tremonti, salvo riprenderlo come ministro dell'Economia un anno dopo. Se ricordo il passato è per dire che il potere di ricatto non può diventare uno strumento con cui i partiti di minoranza della coalizione alzano la posta nei confronti di quello di maggioranza, sapendo che senza i loro voti i numeri per governare non ci sono.

il ritorno di giulio tremonti alla camera

 

Ieri al Senato abbiamo assistito a un brutto spettacolo, ovvero a un messaggio spedito a Giorgia Meloni per ricordarle che senza i voti di Forza Italia la futura presidente del Consiglio non potrà fare niente. La risposta è stata un voto trasversale, che comunque ha consentito l'elezione di La Russa, e il rinvio al mittente dell'avviso ai naviganti.

 

Non solo i voti di Forza Italia non si sono dimostrati determinanti, perché i «responsabili» - inventati anni fa da Berlusconi per sorreggere il governo senza più i voti di Fini - si annidano in ogni partito, ma quelli che un tempo chiamavano azzurri si sono abbassati a un gioco di potere che non fa bene alla storia politica di Berlusconi.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Se questo è l'antipasto di ciò che ci attende nei prossimi mesi, se cioè Forza Italia ha intenzione di trasformare il percorso dell'esecutivo che si appresta a nascere in una via crucis, meglio dirlo subito. Anzi, meglio sarebbe stato dirlo prima del 25 settembre, in modo che gli elettori avessero potuto regolarsi di conseguenza. Molti italiani hanno atteso per dieci anni che il centrodestra ritornasse a governare il Paese.

 

LICIA RONZULLI MEME

Nell'arco di due legislature hanno dovuto sopportare i governi di Mario Monti prima, perché lo chiedeva l'Europa, e poi di Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi perché lo chiedevano Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella e la solita Europa.

 

Ora che finalmente, dopo anni di governi tecnici e rossi, gli elettori hanno potuto dire la loro e decidere da chi farsi guidare sarebbe davvero il colmo che per un nome - perché come ha detto Berlusconi non è stato offerto «nessun ministero a Ronzulli» - l'esecutivo di centrodestra tanto atteso non si possa fare. Mi auguro che la battuta d'arresto di ieri sia stata frutto di incomprensione. Che il mancato voto a La Russa sia il risultato di un errore di valutazione e che già oggi se ne sia compreso il significato. Gli italiani hanno bisogno di un governo che li rappresenti e non della rappresentante di Forza Italia al governo.

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…