donald trump

COSA VOLEVA FARCI TRUMP CON I DOCUMENTI SULLE ARMI NUCLEARI IN CASSAFORTE? – NELLA PERQUISIZIONE A MAR-A-LAGO, CHE HA PORTATO ALL’INDAGINE PER SPIONAGGIO SU “THE DONALD”, L’FBI HA PRELEVATO 11 FALDONI DI DOSSIER CLASSIFICATI, TRA CUI ALCUNE CARTE SU MACRON E QUELLE SULLA GRAZIA A ROGER STONE – LUI SI DIFENDE: “ERA TUTTO DECLASSIFICATO. ERANO IN UN LUOGO SICURO, CON UN LUCCHETTO IN PIÙ MESSO DOPO CHE ME LO AVEVANO CHIESTO LORO…”

Francesco Semprini per “La Stampa”

 

donald trump

Donald Trump è indagato dall'Fbi per spionaggio. È quanto emerge dalla lettura del mandato di perquisizione di Mar-a-Lago in Florida, che conferma le indiscrezioni di stampa secondo cui sull'ex presidente graverebbe anche il sospetto di ostruzione alla giustizia. L'ordinanza, firmata dal ministro della Giustizia Merrick Garland, aveva portato lunedì gli agenti federali a fare irruzione nella magione di Palm Beach e sequestrare diverso materiale.

 

Il mandato autorizza la misura senza precedenti del sequestro di materiale in possesso di un ex presidente sulla base dell'Espionage Act, una legge del 1917 che negli ultimi anni è stata usata un modo aggressivo - anche da Trump quando era alla Casa Bianca - non solo contro le spie per perseguire responsabili di fughe di notizie e whistleblower, come vengono chiamati in America i funzionari che denunciano irregolarità interne al sistema. E anche il fondatore di Wkileaks, Julian Assange.

 

documenti trovati a mar a lago

Secondo il Wall Street Journal, l'Fbi avrebbe prelevato dalla magione in Florida 11 faldoni di documenti classificati, ovvero coperti da segreto di Stato, tra cui carte sul presidente francese Emmanuel Macron, oltre a una ventina di scatoloni di oggetti, raccoglitori di foto, una nota scritta a mano e il documento della grazia concessa da Trump a Roger Stone. «Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di "sequestrare" nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago», scrive sul social Truth Trump.

 

«Erano in un luogo sicuro, con un lucchetto in più messo dopo che me lo avevano chiesto loro», ha aggiunto. È da chiarire ancora se tra i dossier custoditi nel resort vi fossero documenti top secret legati alle armi nucleari, carteggi la cui diffusione è solitamente limitata a un numero ristretto di persone.

 

perquisizione dell fbi a mar a lago immagini aeree 2

«Se fosse vero si tratterebbe di materiale riservato ai più alti livelli», ha commentato David Laufman, ex capo della sezione di intelligence del dipartimento di Giustizia Usa. «È l'ennesima bufala», ha replicato Trump paragonando la storia all'indagine sul Russiagate, ai due impeachment e all'indagine dell'ex procuratore speciale Robert Mueller in merito all'inchiesta sulle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni del 2016.

 

roger stone graziato da trump

Il tycoon rivendica la sua estraneità da ogni illecito tanto da chiedere sul suo social, Truth, l'immediata pubblicazione del mandato. «Non solo non mi opporrò al rilascio di documenti relativi all'irruzione ingiustificata e non necessaria della mia casa a Palm Beach - ha detto - ma incoraggio il loro immediato rilascio, anche se sono stati redatti da democratici della sinistra radicale e possibili futuri oppositori, che hanno un forte e potente interesse ad attaccarmi».

 

macron trump

Giovedì, durante il suo breve intervento stampa, Garland ha annunciato che il suo dipartimento aveva presentato una mozione per chiedere che il mandato di perquisizione venisse reso pubblico, dando tempo a Trump sino alle 21 (ora italiana) di ieri per decidere se opporsi o meno alla diffusione.

 

Quanto accaduto proprio non va giù al tycoon il quale oltre a ribadire di essere vittima di una caccia alle streghe a sfondo politico, si è lamentato anche per il trattamento riservato dagli agenti dell'Fbi, definiti «scassinatori», al guardaroba di Melania. «Hanno frugato tra vestiti e oggetti personali.

 

merrick garland

Hanno lasciato un disordine considerevole. Wow!», scrive sempre su Truth. L'ex presidente appare intanto oggetto di azioni simultanee da parte delle autorità giudiziarie. A finire nel mirino è stata questa volta la Trump Organization e il direttore finanziario di lunga data, Allen Weisselberg, che andranno a processo il 24 ottobre in un caso di frode fiscale, dopo che un giudice dello stato di New York ha respinto la loro richiesta di archiviare il caso.

 

Il tycoon non è imputato (la vicenda è diversa da quella per cui Trump è comparso in Procura a New York mercoledì avvalendosi della facoltà di non rispondere) ma riguarda comunque la holding di famiglia accusata di aver pagato alcuni dipendenti con beni non dichiarati per evitare le imposte sul reddito. Weisselberg, 74 anni, è considerato il principale beneficiario dell'operazione, avendo ottenuto in compenso un appartamento di lusso a Manhattan e due Mercedes.

 

roger stone donald trump anni 80

Su un altro fronte di battaglia legale, quello in Georgia, dove è imputato di interferenze elettorali, l'ex inquilino della Casa Bianca ha annunciato di aver assoldato l'avvocato delle stelle Drew Findling. Il legale ha rappresentato Cardi B, Gucci Mane e Mikos, e il suo soprannome è #BillionDollarLawyer, a sottolineare come lui stesso sia ritratto da «star del foro». Il legale stellato non ha lesinato critiche al tycoon in passato e non ne fa certo ammenda: «Non ritengo che scegliamo i nostri clienti sulla base di razza, orientamento sessuale, genere e politica - ha commentato -. Ognuno di noi ha la sua vita privata e le sue opinioni politiche, io non mi scuso per le mie».

Articoli correlati

L'FBI HA INDAGATO TRUMP PER SPIONAGGIO E PER AVER OCCULTATO, DISTRUTTO O RIMOSSO DOCUMENTI CLASSIFIC

L'INDAGINE CONTRO TRUMP RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER IL PARTITO DEMOCRATICO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."