matteo salvini palazzo chigi

DAGOESCLUSIVO - PAROLA D'ORDINE: PUNTELLARE IL GOVERNO. SALVINI HA TRE PAURE CHE LO BLOCCANO DAL FAR SALTARE TUTTO E ANDARE A PALAZZO CHIGI. CONTE OGGI LO HA SALVATO IN SENATO (''LA FIDUCIA NEI MINISTRI NON È INCRINATA''), E MATTARELLA HA SALVATO IL GOVERNO BLOCCANDO LA PROCEDURA D'INFRAZIONE - IL M5S È SPACCATO IN TRE ANIME, E DOVRÀ AFFRONTARE IL BORDELLO NO-TAV/NO-APPENDINO - IL PD LITIGA, MENTRE DAL QUIRINALE NON HANNO UN PIANO B

DAGONEWS

 

Peppino Conte al Senato ha detto, come previsto, che la situazione del Russiagate alle vongole è seria ma che ''al momento non c'è nessun elemento che possa incrinare la fiducia nei membri del governo'', salvando Salvini e scaricando Savoini, che ''non aveva nessun rapporto ufficiale con questo governo e dunque non vi sono neanche le premesse per interrompere dei rapporti'', il tutto tra gli schiamazzi dell'Aula.

conte salvini

 

La parola d'ordine – e non solo dei gialloverdi – è: puntellare il governo. L'ipotesi di seppellirlo, che balena un giorno sì e l'altro pure nella testolina del Capitone, è stata di nuovo travolta dalla paura. Da molte paure.

 

PAURA N°1: L'ISOLAMENTO INTERNAZIONALE

La prima è politica. Salvini si è fatto dipingere lo scenario post-elettorale in caso di urne anticipate. Sondaggi e analisti sono concordi: è a un pugno di voti dal fare il pieno, e dall'occupare la poltrona di Palazzo Chigi con una maggioranza leghista, con la stampellina della Meloni e di qualche ex berlusconiano di complemento.

 

matteo salvini come donald trump

Quello che è cambiato, dalle Europee a oggi, è però lo scenario internazionale. Dopo il trionfo a Strasburgo, il Truce ha inanellato solo sconfitte. Il viaggio a Washington, da cui era tornato ''con una carica eccezionale'', ha fatto infuriare Putin, accolto a Roma in modo umiliante da un governo che fino all'altroieri prometteva il veto sulle sanzioni alla Russia e invece si è messo a fare la ramanzina, intimando allo Zar di cambiare atteggiamento in Crimea.

 

Questo voltafaccia ha scatenato la vendetta dei russi, ma se pensate che il pizzino dal Metropol fosse roba seria, era solo un assaggio.

 

 

PAURA N°2: IL RUSSIAGATE INFINITO

putin salvini

Ecco la seconda paura, e cioè la certezza che dagli archivi dei servizi sovietici potrebbe uscire di tutto, memore di come certi viaggi oltre-cortina siano diventati una maledizione per Trump, e Berlusconi prima di lui. In fondo, da quel famigerato incontro non è scaturito nessun affare concreto (o quantomeno dimostrato finora), quindi il casino politico potrà spegnersi lasciando qualche ferito ma senza troppi morti.

 

Putin sapeva benissimo che quel meeting poteva essere ''bruciato''. E il fatto che l'audio sia uscito sul sito liberal Buzzfeed, ben informato, fa capire come anche in America si sono ricordati che gli italiani sanno essere solo servi di due (o più) padroni. Trump non ha fatto nulla per evitare lo sputtanamento del suo ''amico'' italiano, e alle promesse snocciolate da Pence e Pompeo non sono seguiti i fatti.

salvini savoini

 

Infine è iniziato lo schiaffo del soldato leghista a Bruxelles e Strasburgo: in rapida sequenza, la nomina di Ursula von der Leyen con i voti grillini; il lavoretto Pd-5Stelle con Sassoli presidente e Castaldo vice (e niente alla Lega); l'umiliazione delle nomine in Commissione dove sono stati rimbalzati nomi leghisti e ne avanzano altri indigeribili per il Carroccio, con l'unico merito di essere declinati al femminile.

 

Quindi Russia, USA, UE e poi singolarmente Merkel, Macron, Sanchez: tutti, a vari livelli di inimicizia, hanno steso un cordone sanitario intorno al Truce ribaldo. Fortissimo a intercettare ed eccitare la pancia di casa, debolissimo appena lascia il confine. Cosa che ovviamente spegne gli ardori della componente nordista del suo partito, così ostile ai 5 Stelle: meglio un governo che arranca ma dentro l'UE e che mantiene dei fragili rapporti internazionali (via Conte-Mattarella-Tria), o una micro-monarchia assoluta dove la Lega trionfa ma finisce isolata da tutti? Per chi vive di esportazioni, la risposta è semplice.

emmanuel macron ursula von der leyen 6

 

PAURA N°3: TOGA PARTY, E VEDI COME PARTI

L'ultima paura è quella che attanaglia chiunque arrivi a occupare la Presidenza del Consiglio, ma per Salvini è più attuale che mai: la magistratura. Le toghe, già ostili prima di questa fase (la Lega non ha manco un membro nel Csm!), non gli darebbero tregua, ferite dal caso Palamara e sospinte dalla necessità di ristabilire una distanza (solo percepita) dalla politica.

 

Il tutto con la sponda del Movimento 5 Stelle, che si è schierato senza tentennamenti (ma con molti tintinnamenti, di manette) dalla parte dei magistrati, mentre il leghista apriva avvisi di garanzia in diretta Facebook e ingaggiava duelli con gip e pm siciliani. Se si spezzasse l'attuale maggioranza, i grillini finalmente all'opposizione si consacrerebbero partito delle toghe, non dovendo più affrontare la scocciatura dell'azione di governo.

DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN

 

 

MOVIMENTO 5 STELLE, 3 ANIME: PARALISI, CONFUSIONE, DELIRIO

A proposito dei grillini, parlandone da vivi, come mai non sono loro a scatenare la crisi, ora che si sono inventati la pietosa fregnaccia del ''mandato zero'' e potrebbero dunque tornare tutti (oddio, diciamo meno della metà) sullo scranno parlamentare? Perché il Movimento è più in tilt che mai, e spaccare tutto rischia di spazzare via 10 anni di attività politica, non essendoci una vera alternativa al dopo-Di Maio.

Grillo e Di Maio

 

C'è l'anima governista, c'è chi vuole fare l'accordo col Pd e chi sogna solo l'opposizione dura, pura ed eterna. Per ora, meglio restare immobili, e cercare di non annegare sotto lo tsunami della Tav che si scatenerà sabato a Torino con una manifestazione che potrebbe innescare le dimissioni dei consiglieri comunali NoTav e far cadere la giunta Appendino.

 

 

PD, LE ANIME SONO DUE MA LA CONFUSIONE È LA STESSA

CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV

Dalle parti della presunta opposizione le cose non sono tanto diverse: c'è chi simula movimentismo, vedi i renziani, e chi non riesce a dissimulare il suo immobilismo, ovvero l'ala zingarettiana. Il segretario cerca di recuperare consensi stando fermo, ben sapendo che con elezioni anticipate consegnerebbe l'Italia alla Lega. Renzi, facendo leva sull'età, sogna di tornare a capo dello schieramento in un futuro ipotetico e aspetta che passino un po' di cadaveri sull'Arno, dichiarando, dalle Alpi al Qatar, che ''io del Pd non me ne occupo''.

 

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

Ebbene, Mattarella ha fatto sapere che ''io dei renziani non me ne occupo'' e dopo i pasticci di Lotti con i suoi consiglieri giuridici ha tagliato i ponti con i seguaci di Matteo, che considera irresponsabili e soprattutto inconsapevoli dei danni che possono fare al Paese.

 

 

MATTARELLA: SALVARE SALVINI PER SALVARCI DA SALVINI

E' stato il Quirinale – con quell'inedito messaggio dall'Austria sui conti pubblici italiani e con la telefonata a Macron di cui avevamo parlato qualche articolo fa – a fermare la procedura d'infrazione contro l'Italia e dunque a salvare il governo. In contatto anche con la Merkel, dal Colle è arrivato un telegramma urgente ai partner europei: una mossa così punitiva contro il nostro Paese avrebbe fatto saltare Conte e portato (sempre lì si torna) a urne anticipate con Salvini trionfatore.

salvini mattarella

 

A quel punto, ha spiegato la Mummia sicula, le conseguenze per l'Unione Europea, già indebolita da una cancelliera tremolante e un Macron signorotto solo di se stesso, sarebbero imprevedibili. Perché il Capitone avrà pure paura di vincere, ma una sua vittoria andrebbe comunque affrontata. E un Parlamento a maggioranza leghista che nasce nel 2019-2020 deciderebbe il prossimo inquilino del Quirinale (da votare nel 2022).

emmanuel macron e sergio mattarella alla tomba di leonardo da vinci

 

Esattamente come l'estate scorsa quando il baby-pensionato Cottarelli è salito al Colle con il suo agile trolley, per poi ridiscenderne con altrettanta agilità, Mattarella non ha una vera alternativa. Un tecnico-bis non lo voterebbe nessuno, e un Conte-bis di cui si parla darebbe ancora più munizioni alla Lega: il governo in proroga per gli affari correnti – o addirittura in esercizio provvisorio, con il bilancio da licenziare mese per mese – firmerebbe la Legge di Bilancio 2020 (con aumento Iva e niente flat tax) senza che Salvini e i suoi debbano prendersene la responsabilità.

 

Insomma, finché non trovano un'alternativa, e al momento non ce ne sono, tutti cercheranno di tenere in piedi il governo. Sperando che il Capitone si sgonfi un po', tra putinate e magistrati, e che una nuova maggioranza non sia così smaccatamente a suo favore.

 

 

carlo cottarelli al quirinale

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO