matteo salvini giorgia meloni sergio mattarella piantedosi raffaele fitto sergio mattarella

DAGONEWS – COSA SI AGITA NELLA COFANA BIANCA DI SERGIO MATTARELLA? IL RIPOSINO POST-PRANDIALE DEL CAPO DELLO STATO È TURBATO DA MOLTI PENSIERI: PRIMO TRA TUTTI, IL PNRR E LA MACCHINA ORGANIZZATIVA, CHE SI È INCEPPATA PER VIA DEL TRASFERIMENTO DAL MEF (CONSIDERATO TROPPO “DE’ SINISTRA” DA GIORGIA MELONI) A PALAZZO CHIGI – LA SINDROME DELL’ASSEDIO DI PIANTEDOSI, IL CAOS TUNISIA E IL CODICE DEGLI APPALTI: L’IMPIANTO GENERALE FU SÌ ABBOZZATO DA DRAGHI (VIA FRANCO FRATTINI E LUIGI CARBONE), MA È DIFFICILE PENSARE CHE LA VERSIONE ATTUALE SAREBBE PIACIUTA A “MARIOPIO”

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

DAGONEWS

Sono numerose le preoccupazioni che agitano il riposino post-prandiale di Sergio Mattarella: la messa a terra del Pnrr, i tribolati rapporti tra Palazzo Chigi e l’UE, le difficoltà nella gestione dei flussi migratori e gli inciampi in cui sono incappati alcuni ministri.

 

Le esternazioni del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, ad esempio, hanno rafforzato la convinzione, al Colle, che un prefetto non sia il profilo più adatto a ricoprire un delicatissimo ruolo, come quello agli Interni, che necessità di una sottile sapienza politica.

 

piantedosi salvini meloni

Anche perché il duro prefetto irpino ha alle sue spalle non ha una grande esperienza "politica": ha ricoperto soltanto il ruolo di capo di gabinetto di Salvini ai tempi del governo gialloverde.

 

Lo stesso Piantedosi percepisce con disagio uno scetticismo crescente nei suoi riguardi, non solo all’esterno del Viminale, ma anche al suo interno: si è reso conto che una parte della Polizia non lo ama particolarmente (motivo per cui è entrato in rotta di collisione con il capo della Polizia, Lamberto Giannini, già pupillo di Franco Gabrielli).

FRANCO GABRIELLI LAMBERTO GIANNINI

 

Con lo sguardo rivolto al Mediterraneo, Mattarella s’adombra: vede oltre Lampedusa accendersi il caos in Tunisia, proprio lì dove Giorgia Meloni avrebbe dovuto recarsi per un delicato viaggio diplomatico, poi annullato.

 

Alla base del passo indietro della premier, ci sarebbero i saggi consigli di Fabrizio Saggio, ambasciatore italiano a Tunisi, il quale ha fatto presente alla Ducetta che in questo preciso momento storico un viaggio nel Paese nordafricano non avrebbe permesso di ottenere i risultati politici sperati. Tale è la tensione politica all’interno del governo, che il Presidente, Kais Saied, sarebbe stato poco sensibile alle richieste italiane...

 

kais saied

Sul fronte Pnrr, le preoccupazioni del Colle sono rivolte alla macchina organizzativa. Quando Giorgia Meloni si è insediata alla guida del governo, ha da subito iniziato una sua personal tenzone con il Mef, considerato troppo “de’ sinistra”, da cui fu cacciato, dopo un lungo tira e molla con il ministro Giorgetti, il direttore generale Alessandro Rivera.

 

FABRIZIO SAGGIO

La furia di Fratelli d’Italia contro il Ministero dell’Economia ha portato a smontare quella cabina di regia, che Mario Draghi aveva chiesto a Daniele Franco di incardinare all’interno del palazzone di Via XX Settembre.

 

Quando “io sono Giorgia” è passata con il lanciafiamme, sfilando la gestione del Pnrr ai tecnici e affidandola al suo fido Raffaele Fitto, gran parte del lavoro preliminare realizzato dall’ex ministro dell’economia, è andato perduto.

 

ALESSANDRO RIVERA

Il povero Fitto è stato costretto a ricominciare da capo: ha dovuto immaginare una nuova organizzazione, delineare la governance, trovare tecnici graditi e con le necessarie competenze per assolvere all’arduo compito.

 

Con il risultato che quel che doveva essere rapidamente incardinato e sviluppato al Mef è stato cancellato con perdite: l’iter è stato azzerato, con conseguente spreco di tempo.

 

MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI

Ps: A proposito del nuovo codice degli appalti, che i leghisti hanno ribattezzato “Codice Salvini”, va fatta una precisazione: fu Draghi a chiedere al Consiglio di Stato, allora guidato dal compianto Franco Frattini, di approntare una riforma della normativa. L’ex ministro degli esteri affidò la patata bollente a Luigi Carbone, già capo di gabinetto del Mef all'epoca del governo Conte I (Tria ministro).

 

L’impianto generale del nuovo codice fu abbozzato da Draghi, ma non si può sostenere che quello che, di revisione in revisione, è arrivato oggi nelle mani gaudenti di Salvini, sia esattamente quello immaginato da “Mariopio”. Rispetto alla bozza originaria, il nuovo codice è stato ritoccato in più punti: una versione definitiva che all’ex presidente della Bce, forse, non sarebbe piaciuta.

LUIGI CARBONE

piantedosi salvini meloni tajani piantedosi salvini meloni tajani

alessandro rivera

franco frattiniLA DRAGHETTA - MEME MELONI DRAGHIDRAGHI MELONILUIGI CARBONE

 

 

 

matteo salvini giorgia meloni matteo piantedosi 1

franco frattini

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."