salvini europa migranti

DAGOREPORT - LA CRISI È SERVITA E SALVINI SA BENE CHE DEVE CAPITALIZZARE IL TRIONFO EUROPEO CON ELEZIONI TRA IL 20 E IL 30 SETTEMBRE. POI ARRIVERANNO I DOLORI: COME SBROGLIARE  UNA FINANZIARIA DA 40 MLD? FINORA HA GESTITO LA PAURA: IMMIGRATI, ROM, SBARCHI, DECRETI SICUREZZA. POI BISOGNERA' FARE I CONTI CON L'UE E I MERCATI DALLO SPREAD FACILE, TIPINI CHE NON ACCETTERANNO MAI IL SUO PIANO DI SFONDARE IL 3% PER FAR PASSARE LA FLAT TAX E/O LA STERILIZZAZIONE DEGLI AUMENTI IVA. MA IL TRUCE HA SOLO UNA VIA, QUELLA DELLA ROTTURA...

DAGONEWS

 

matteo salvini commenta la vittoria della lega alle europee da via bellerio 20

La crisi è servita e Salvini sa bene che deve capitalizzare il trionfo europeo con elezioni tra il 20 e il 30 settembre o rischia di perdere tutto con un voto politico nel marzo 2020 dopo la legge di Bilancio che prevede una somma mostruosa: 40 miliardi.

 

Il difficile per Salvini inizierà, appunto, al momento della finanziaria. Fino ad ora ha gestito la paura: immigrati, rom, sbarchi, decreti sicurezza, con alterne fortune ma comunque a costo zero. Una volta solo al comando, arriverà il momento di fare i conti coi conti. I suoi nemici non sono più dei derelitti che stanno antipatici al suo elettorato, ma i famigerati Mercati con la M maiuscola, tipini che non accettano schiaffi né sfide, perché possono rispondere con armi improprie.

 

Il Capitone ha una sola idea, e spera sia quella buona: dare la colpa delle disgrazie italiane all'euroburocrazia, sfidare le istituzioni, spingerle al limite della rottura, e poi portare a casa qualcosa, qualunque cosa. In realtà ha un'arma in meno: fino all'anno scorso poteva mettere sul tavolo il pistolone dell'Italexit. Oggi la scena della May in lacrime e l'esito tragicomico dell'uscita inglese farebbe desistere anche il più ardito scommettitore.

 

A livello personale e politico, non ha tante alternative. Se vivacchia, come i tre governi a guida Pd che si sono succeduti tra il 2013 e il 2018, fa la figura dell'euro-marionetta e perde comunque il grosso dei consensi conquistati, che un anno fa avevano scommesso in Di Maio come Don Chisciotte de' noantri (e abbiamo visto come gli è andata).

matteo salvini giancarlo giorgetti

 

Ovviamente per il resto degli italiani i rischi sono assai più grandi. Per portare a casa la Flat Tax e la sterilizzazione degli aumenti dell'Iva servono un sacco di soldi, ma proprio tanti. Bisogna indebitarsi ancora, sfondare la soglia del 3% del rapporto deficit/pil. L'operazione è pericolosa e lui non ha una classe dirigente in grado di trattare sui tavoli internazionali.

 

Il povero Giorgetti è andato a New York e Londra per incontrare investitori e stakeholders stranieri, peraltro con qualche problema di lingua, ma non può mica fare tutto da solo.

 

may macron merkel

Salvini si ritrova a ''spacciare'' principi sovranisti a un'Europa che alla fine è rimasta perlopiù europeista, con un fronte alleato (Orbàn, Kurz) che non ci pensa per niente a lasciare i conti italiani a briglia sciolta.

 

L'unico che lo potrebbe appoggiare in una campagna per cambiare gli "stupidi" (copyright Prodi) parametri di Maastricht è Macron, ma dopo tutti gli insulti e l'odio reciproco, non muoverebbe neanche uno dei suoi laccatissimi capelli per aiutare il compagno di danze di Marine Le Pen.

 

MERKEL E MACRON SGHIGNAZZANO

C'è rimasta solo una cosa che trova d'accordo Merkel e Macron: isolare l'Italia. Conte al summit di Bruxelles è stato rampognato da Angelona, che lo ha cancellato pure dalla seconda linea di quelli che contano in Europa. Per capirsi: prima Francia e Germania si incontravano a due, e il primo che veniva chiamato per comunicare le decisioni era il premier italiano. Adesso quel posto è stato preso da Sanchez, e l'Italia nella cabina di regia è scesa al livello dell'Estonia…

CLAUDIO BORGHI E ANTONIO MARIA RINALDI

 

Torniamo alla guerra contro gli eurocrati. I consiglieri economici di Salvini, soprattutto Rinaldi e Borghi, gli dicono che l'Italia è too big to fail, che i suoi fondamentali non sono poi così male, che il risparmio privato è una forza nascosta ma indiscutibile, e che una botta di vita spingendo sul deficit – tipo l'abbassamento delle tasse o un piano di investimenti massicci – è indispensabile per non morire di stagnazione, concorrenza cinese e decrescita infelice.

MERKEL MACRON SANCHEZ JUNCKER

 

Savona gli ricorda però che le istituzioni europee non sono ''I Mercati'', che Bruxelles può darti carta bianca o metterti la Troika fin dentro le mutande, ma se gli investitori istituzionali non si fidano dei tuoi titoli di Stato, non vai da nessuna parte.

 

Il fucile dello spread è sempre lì a pochi centimetri dagli occhi, e da quando questo governo è al timone, resta parecchio al di sopra del livello garantito al mite Gentiloni. Certo, nel frattempo si è chiuso il quantitative easing di Draghi, c'è una frenata delle economie europee e tante altre cause, ma sappiamo che certe fiammate sono legate anche all'instabile politica economica dei gialloverdi.

 

PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

La soglia dei 400 punti base funziona sempre come spauracchio, ormai usato anche da Di Maio in campagna elettorale per colpire il suo ''collega''. Bastò per cacciare Berlusconi, basta per cacciare qualunque premier: ora più di allora, visto che nel frattempo le banche si sono riempite di Btp.

 

Non a caso, Paragone oggi ha detto che Salvini dovrebbe andare a occupare il Ministero del Tesoro. Della serie: se ora comandi tu, è giusto che la faccia sui numeri ce la metta tu. Troppo comodo scaricare le rogne e la colpa dei ''no'' su Conte e Tria, due che l'elettorato non percepisce vicini alla Lega, anzi li ''appioppa'' ai grillini, al partito dei tecnici o al massimo al Quirinale.

 

A neanche tre giorni dalla vittoria alle urne, il leader leghista è stato randellato dalla letterina della Commissione europea sul debito e pure dalla Corte dei Conti. La scelta torna sempre al solito, esistenziale, quesito: meglio una fine spaventosa o uno spavento senza fine? Al momento, galvanizzato dal voto, Salvini propende più per la prima opzione. Ma potrebbe trovare ostacoli too big to face, troppo grandi da affrontare…

ANGELA MERKEL E MARITO IN SPAGNA CON PEDRO SANCHEZ E MOGLIE

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...