giorgia arianna meloni marco mezzaroma daria perrotta fabio ciciliano biagio mazzotta giuseppe de mita

DAGOREPORT - IL SISTEMA, PIÙ SECCO DI UN COLPO DI MANGANELLO, CON IL QUALE LA DUCETTA STA OCCUPANDO TUTTE LE CASELLE DEL POTERE NON S’ERA MAI VISTO, SOTTO NESSUN GOVERNO - UN'ABBUFFATA COMPULSIVA DI INCARICHI PER AMICI E FEDELISSIMI, SPESSO SENZA ALCUNA COMPETENZA, RIVINCITA DI UN'ESTREMA DESTRA SVEZZATA A PANE, LIVORE E IRRILEVANZA - LA PRESIDENZA DI FINCANTIERI, SEMPRE IN MANO A MILITARI O AMBASCIATORI, È STATA OFFERTA A BIAGIO MAZZOTTA SOLO PER RIMUOVERLO DALLA RAGIONERIA DELLO STATO - FABRIZIO CURCIO E' STATO SOSTITUITO ALLA PROTEZIONE CIVILE PER FAR POSTO A FABIO CICILIANO, DIRIGENTE MEDICO DELLA POLIZIA DI STATO, CHE GIORGIA MELONI HA MOLTO APPREZZATO NEL SUO RUOLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA DI CAIVANO - A SETTEMBRE GIUSEPPE DE MITA, CARO AD ARIANNA E A MEZZAROMA, SARÀ PRONTO AD APPRODARE COME DG A SPORT E SALUTE, LA SOCIETÀ PUBBLICA CASSAFORTE DELLO SPORT 

DAGOREPORT

giorgia arianna meloni

Il sistema con il quale i fratellini d’Italia stanno occupando tutte le caselle del potere non s’era mai visto, né nella Prima, né nella Seconda Repubblica. Mai vista una così fagocitante presa di potere.

 

Una abbuffata compulsiva di incarichi, con il coltello tra i denti e la bava alla bocca, distribuita ad amici degli amici, spesso senza tener minimo conto della loro competenza specifica, che squaderna la smania di rivincita di una generazione di post-fascisti ed ex missini svezzata a pane, livore e irrilevanza nell’estrema destra del Fronte della Gioventù, tra Campi Hobbit e libri di Julius Evola (altro che Tolkien). 

 

IL CASO FINCANTIERI

Biagio Mazzotta

Il Governo Ducioni ha offerto ufficialmente, rimasta vacante dopo il suicidio del generale Claudio Graziano, al Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta.

 

Una demenziale proposta voluta da Palazzo Chigi come una sorta di promoveatur ut amoveatur, visto che il Governo gli addebita la mancata previsione della voragine causata dal Superbonus grillino nelle casse già dissestate dello Stato. 

 

fazzolari meloni

Insomma: un calcione, anche mal camuffato, per allontanare Mazzotta dalla stanza dei bottoni della Ragioneria dello Stato, che ha come principale obiettivo istituzionale quello di garantire la corretta programmazione e la rigorosa gestione delle risorse pubbliche.

 

L’alto funzionario, in carica dal 23 magio 2019, si è riservato di riflettere sulla proposta e vuole ben ponderare, prima di accettare l’incarico. Soprattutto perché la presidenza del colosso navale è strettamente connessa al mondo militare.

 

Claudio Graziano

La partecipata si occupa di fregate, siluri, sonar, e infatti finora il ruolo di presidente è sempre stato occupato o da militari (come appunto Graziano) o da ambasciatori esperti di intelligence (come Giampiero Massolo).

 

Per sostituirlo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha in mente il nome della fidata Daria Perrotta, attualmente capo dell’Ufficio legislativo del Mef.

 

DARIA PERROTTA

Il leghista di Cazzago Brabbia spera di portare a casa la nomina dopo aver dovuto ingoiare il rospo della riconferma di Dario Scannapieco alla guida di Cassa depositi e prestiti: da ministro dell’Economia, Giorgetti avrebbe voluto dire la sua su Cdp, che dal Mef dipende, e invece ha dovuto fare pippa di fronte all’autoritarismo di Giorgia Meloni e Giovanbattista Fazzolari. 

 

La Fiamma Magica di Palazzo Chigi, sempre più tragica, sempre più posseduta dalla sindrome di accerchiamento, diffidente com’è anche verso i fratelli d’Italia che non hanno radici nello zoccolo duro del post-fascismo (vedi gli ex democristiani Crosetto e Fitto o l’ex magistrato Nordio; ma perfino un ex finiano di Alleanza Nazionale come Mantovano, per i duri e puri, non possiede i 4/4 di nobiltà missina); dunque la Giorgia e il Fazzo sacrificherebbero il nome del candidato che circolava tra gli addetti ai lavori per la presidenza di Fincantieri, quello di Giuseppe Cossiga.

giuseppe cossiga

 

Il figlio del Gattosardo, già sottosegretario alla Difesa con il governo Berlusconi, legato da profonda amicizia alla Melona e al ministro della Difesa Guido Crosetto, ma soprattutto, a differenza del Ragioniere generale dello Stato, con una solida conoscenza del settore in cui opera Fincantieri, testimoniata da due anni di presidenza dell’Aiad (la “Confindustria della Difesa” in passato presieduta da Crosetto). 

 

PROTEZIONE CIVILE

FABIO CICILIANO - ALFREDO MANTOVANO

A conferma dell’abuso operandi con cui si sgoverna ai tempi del Governo Ducioni, c’è l’incredibile sostituzione di Fabrizio Curcio dal Dipartimento della Protezione Civile, la struttura alle dipendenze della presidenza del Consiglio che gestisce le emergenze e le situazioni di rischio.

 

 

A differenza del reietto Mazzotta, Curcio è uno stimato ingegnere e funzionario che aveva già guidato la Protezione Civile dal 2015 al 2017, che non ha Superbonus miliardari da espiare: è stato liquidato intanto perché ha lo stigma di essere stato nominato nel 2021 dal governo di Mario Draghi. 

 

fabrizio curcio

Secondo, e più importante motivo: la Ducetta ha molto apprezzato Fabio Ciciliano nel suo ruolo di commissario straordinario per l’emergenza di Caivano, disgraziata località campana teatro di un orribile caso di stupro ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni che dette vita alla grancassa “legge & ordine” della propaganda melononiana.

 

Fabio Ciciliano, napoletano classe 1972, dirigente medico della Polizia di Stato, dotato di ben tre lauree, ha sovrinteso all’assistenza medica in occasione di grandi eventi a Roma, come i funerali di papa Giovanni Paolo II; poi del terremoto all’Aquila del 2009 e in Emilia-Romagna nel 2012; infine ha partecipato alle missioni in Giappone dopo il caso Fukushima, nel 2011, non sia un deus ex machina della Protezione Civile. 

 

FABIO CICILIANO - ALFREDO MANTOVANO

Skill non esattamente in linea con una struttura delicatissima che abbiamo imparato purtroppo a conoscere bene negli ultimi decenni per via di innumerevoli disastri, tra terremoti e alluvioni, che hanno ferito il nostro Paese. Ma, dopo Caivano, Ciciliano dalla sua ha un consolidato rapporto di fiducia con Giorgia Meloni e con il sottosegretario Alfredo Mantovano.

 

SPORT E SALUTE

Altro giro, altra “marchetta” in arrivo. A settembre l’amico della famiglia di Arianna Meloni, Giuseppe De Mita, sarà pronto ad approdare al vertice di Sport e Salute, la società pubblica cassaforte dello sport.

 

giuseppe de mita foto mezzelani gmt53

Recentemente il figlio dello storico leader democristiano Ciriaco era salito alle cronache per aver rifiutato la poltrona di amministratore delegato di Cinecittà Spa, al posto di Nicola Maccanico, accontentandosi umilmente di rimanere parcheggiato come consigliere del Cda.

 

Ora, dietro quel sorprendente no alla prima poltrona di Cinecittà Spa, “ci sarebbe la possibilità di un salto di qualità all’interno Sport e Salute, in cui già si occupa di progetti specifici di marketing”, scrive il ben informato Stefano Iannaccone sul quotidiano “Domani”.

 

NEPI MEZZAROMA FOTO MEZZELANI

L’articolo continua: “Se non diventerà dg, acquisirà comunque maggiore peso in altri modi. È questo il pensiero delle sorelle Meloni, Arianna in testa, che vanta un solido legame con il rampollo di Nusco.

 

La battaglia ha un risvolto politico: con De Mita, FdI metterebbe del tutto le mani sulla gestione della società, facendo asse pieno con il presidente, Marco Mezzaroma, amico di vecchia data di Giorgia e Arianna Meloni. L’imprenditore ha già voluto nell’organigramma un ruolo specifico: il capo dello staff presidenziale, Marco Sanetti”. Non solo: De Mita vanta una lunga amicizia con Mezzaroma, di cui è stato testimone alle sue sfortunate nozze con Mara Carfagna.

 

GIORGIA E ARIANNA MELONI

Ma c’è un “ma”. Nei palazzi romani molti si chiedono come verrà presa la decisione delle Sister meloniane per il "De Mita minore" da parte del ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti.

 

Infatti, il ruolo previsto per il rampollo di Ciriaco è attualmente occupato da Diego Nepi Molineris, con la doppia funzione di direttore generale e di amministratore delegato, nominato a suo tempo dal leghista varesotto. 

 

AMORALE DELLA FAVA

Il metodo Due-Meloni è più secco di un colpo di manganello: promuoviamo i nostri, meglio se amici, anzi, fedelissimi: o con noi o contro di noi. Una logica da clan (eufemismo) che fa a pugni con il tanto decantato Ministero per “il merito” che la Ducetta ha introdotto, accostandolo a quello dell’Istruzione, a inizio del suo mandato. 

GIORGIA MELONI LEGGE IL SIGNORE DEGLI ANELLI marco mezzaroma mara carfagnamarco mezzaroma mara carfagnagiancarlo giorgetti alla cameragiuseppe de mita foto mezzelani gmt51marco mezzaroma foto mezzelani gmt020giuseppe de mita foto di bacco Fabio CicilianoDARIA PERROTTA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…